Project Zero 2: Crimson Butterfly

Prima abbiamo menzionato la presenza di alcune modifiche al gameplay rispetto al titolo originale, che rendono questo remake diverso sotto molteplici punti di vista.
La telecamera é posta alle spalle di Mio, il che rende tutto più coinvolgente per il videogiocatore, che può vedere così dagli occhi della nostra fragile ragazzina.
Gli oggetti che incontreremo sul nostro cammino non sono tutti in bella vista pronti per farsi raccogliere, molti sono nascosti, e verranno resi luminosi solo quando saranno illuminati dalla fedele torcia elettrica. Il semplice gesto di prendere un oggetto può trasformarsi in tachicardia, dato che ogni azione viene eseguita molto lentamente (tenendo premuto A si svolge l'azione, rilasciandolo essa si interrompe all'istante) il che lascia spazio alla comparsa di nefaste sorprese... Insomma, aprire una porta, o sbirciare da una finestra non saranno più normale routine dopo aver giocato a Project Zero 2.

E' anche vero che tutta questa lentezza può snervare, e a lungo andare spazientire, soprattutto per chi é abituato al nuovo genere Survival Horror, dove l'azione e il massacro hanno preso il posto dell'incedere al buio aspettandosi un attacco proveniente da qualsiasi direzione. Fiasco o rivincita? Tutto sta nell'abilità dei programmatori che ridando vita a questa modalità di gioco riaprono molte possibilità per i vecchi fan del genere e per chi invece é al primo approccio.



Dal punto di vista grafico, quindi, troviamo un netto miglioramento, soprattutto per quanto riguarda le animazioni principali e le ambientazioni in cui si svolge la nostra avventura da brivido. Location curate nei minimi dettagli, rese ancora più cupe dalla quasi totale assenza di qualsiasi fonte di illuminazione (ed ecco perché la torcia diventa vitale). Dalla casa disabitata del sacerdote, alle vie del villaggio stesso, fino ad arrivare al bosco che lo circonda (comprendente anche un simpatico cimitero) tutto é ben dettagliato e oltremodo caratteristico: dagli arredamenti tipici dell'epoca all'abbigliamento dei vari personaggi (non molto vivi) che incontreremo sul nostro percorso.

Molti dei suoni che caratterizzavano il precedente Project Zero 2 sono rimasti identici, così come per l'interfaccia grafica del menù (differente solo nel font del titolo di gioco) e delle varie finestre di interazione con l'ambiente. Per un gioco di questo genere una buona colonna sonora é indispensabile per riuscire nel proprio intento: creare ansia, tensione, “disturbare” la mente del giocatore, immergendolo in un mondo estraneo ma al tempo stesso familiare, terribile e da cui non si può fuggire. Il doppiaggio in inglese (con sottotitoli in italiano) rende le due gemelline perfette per il mondo occidentale, ma con colonna sonora in questo caso, non parliamo solo di musica, ma più che altro di “effetti sonori” che ci trasportano in quel mondo che tanto detestiamo, ma che al contempo ci affascina. Project zero 2: Wii edition é riuscito in pieno in questo intento, dotando ogni luogo di vita propria (o quasi), con scricchiolii più che sinistri, rumori di passi (diversi per ogni tipo di suolo presente), gemiti e fruscii. Anche il respiro del vento vi farà sobbalzare, e quando capirete che veniva da fuori la vostra finestra, sarà troppo tardi: vi serviranno già un paio di mutande pulite.

...Forse sarebbe stato meglio acquistare anche un cavalletto

Prima di cominciare a giocare, é consigliabile dare un'occhiata alle impostazioni di luminosità nel menù Opzioni del videogame. Quando diciamo che nel villaggio é sempre notte, intendiamo proprio buio buio. Così buio che potreste rischiare di non vedere nemmeno la piccola Mio che si staglia davanti ai vostri occhi. Basterà alzare al massimo (o quasi) la luminosità, e potrete godervi la sua divisa da scolaretta nipponica. Difetto del gioco o della tv?

Questo Project Zero adattato per Wii prevede l'utilizzo del Wiimote e del Nunchuk. Il primo permette di compiere le azioni basilari (confermare, indagare, raccogliere oggetti, impugnare la Camera Obscura e scattare la foto), indirizzare il fascio di luce della torcia (e quindi la visuale) e l'obiettivo della macchina fotografica. Il suo utilizzo sarà anche indispensabile qualora venissimo catturati da un fantasma: scuotendolo ci potremo liberare temporaneamente dell'ectoplasmatica presenza e riprendere l'attacco a colpi di click. Il Nunchuk ci permette di muoverci sia all'interno dei vari menù, sia all'interno dell'ambiente di gioco. Con un po' di pratica si diventa presto abili nel far aggirare la piccola Mio fra le vecchie case disabitate, osservandola incedere con lentezza, impaurita, ma per diventare esperti fotografi dell'occulto vi servirà molta più pazienza: il puntatore del Wiimote é fin troppo sensibile e bisogna possedere una mano fermissima e un bel po' di autocontrollo per fotografare correttamente il nemico e non lanciare il tutto dalla finestra. Se ci avessero fornito anche un “Obscuro Cavalletto” sarebbe stato meglio.

A parte questa macchinosità riscontrata durante l'uso della macchina fotografica, il gioco si presenta ben strutturato, fedele alla prima versione ma con molte migliorie e chicche che sicuramente i fan sapranno apprezzare. Ad esempio, le voci contenute nelle pietre rare ed ascoltabili tramite la Radio vengono riprodotte in un modo particolare. Ma non vi sveleremo altro per lasciarvi la gioia di fare da soli questa simpatica esperienza.

Altra chicca che solo i possessori di un nintendo 3DS potranno apprezzare é la presenza di un contenuto bonus nascosto sul retro del libretto d'istruzioni del gioco e sbloccabile solo se si possiede il titolo spin-off “Spirit Camera: le memorie maledette”.
Avrete abbastanza coraggio?

Il destino delle Gemelle Amakura

Rispettando al 100% le caratteristiche di un Survival-Horror vecchio stampo, Project Zero 2: Wii edition ci riporta indietro nel tempo, in un viaggio dal gusto tipicamente Giapponese, nonostante le trasformazioni subite per renderlo più appetibile ai gusti occidentali (nella versione nipponica le due gemelle sono due bimbe sui 10 anni... da noi sono arrivate un po' più grandicelle!).
E' certamente palese che il livello di paura ed ansia creato da questo titolo siano individuali e personali, ma per nostro conto vi possiamo dire che Project Zero 2 regala una buona dose di angoscia e timore, soprattutto se giocato nella giusta atmosfera: buio totale e volume al massimo!


Dunque sembra quasi impossibile non affezionarsi a Mio e Mayu, e con 3 finali possibili, a voi la fatidica scelta: seguirete le farfalle cremisi?

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