Prototype
di
Marco Modugno
Il problema é che, dopo un po', avrete sbloccato e imparato ad usare parecchi poteri interessanti (a proposito, mollate tastiera e mouse e dotatevi di un gamepad Microsoft per Xbox 360, altrimenti verserete lacrime e sangue!), vi sarete tolti lo sfizio di strappare via il portello di torretta di un carro armato Abrams (facendo cose indicibili allo sventurato equipaggio, testimoniate dalla fontana di sangue che eromperà dall'apertura dopo il vostro ingresso...) e di prendere al volo, in senso letterale e con il solito scempio dell'equipaggio, un elicottero d'attacco Apache. Non male anche la capacità di assumere la forma di chi avete ammazzato e assorbito, che consente di tenere lontani gli inseguitori per un po' e di avere accesso a luoghi e conoscenze altrimenti preclusi.
E poi? La noia é in agguato, tra uno scuolabus afferrato e scagliato contro i nemici e un eccidio di massa perpetrato alla ricerca d'energia da assorbire per ricaricarsi e progredire nell'esperienza, attenuata solo dall'occasionale scoperta delle memorie di una delle vostre vittime, assorbita assieme ai suoi miseri resti e utile per dipanare la matassa dell'intrigo che fa da canovaccio alla trama principale. Non temete, le rivelazioni arriveranno, un po' alla volta, anche se non saranno tali da farvi schizzare all'impiedi sulla seggiola, quando scoprirete qualcosa di più sulla misteriosa epidemia e sul vostro sinistro passato. Quello che continua a perplimermi é la necessità di fare dell'eroe del gioco una specie di mostro sanguinario, o macchina da omicidio che dir si voglia, al quale si stenta, dall'inizio alla fine della storia, a trovare un'anima umana sepolta da qualche parte. E questo nonostante gli sforzi degli sviluppatori di dipingere il protagonista come un individuo tormentato che sì, ha il potere di strappare un uomo in due come un foglio A4, ma non é che lo faccia perché é cattivo davvero. Il risultato, date le sempre più stringenti norme sulla censura, é il divieto ai minori che, visto l'approccio decisamente adolescenziale della trama, potrebbe essere ritenuto penalizzante per il futuro del gioco su un mercato affollato d'illustri concorrenti. Il fatto é che, non nascondiamoci dietro un dito, il limite PEGI lo applicano forse solo allo spaccio interno del vaticano, e anche se così non fosse, voglio vedere quante mamme e papà sanno resistere al piagnisteo del figlio quattordicenne che non vede l'ora di andare in giro (virtualmente) per New York a “spiezzare in due” qualche sventurato più o meno coinvolto nella storia.
Uno approccio tanto “grafico” richiede per rendere al meglio il supporto di un motore adeguato, comunque, capace di dettaglio elevato. Se poco o nulla si può imputare alle animazioni dei personaggi umani di Prototype, tutti dotati di sufficiente realismo da risultare credibili, una nota dolente é rappresentata proprio dalla New York virtuale, che assomiglia per molti versi molto più alla Liberty City dei vecchi tempi che alla sua controparte reale. Anche gli effetti visivi, come esplosioni e demolizioni varie, che pure fanno nel gioco la parte del leone, sono realizzati con una tecnica che é ben lungi dallo stato dell'arte attuale, complice anche la necessità di mantenere risorse a disposizione per la fluidità del frame rate e per scongiurare il pop-up tipico di certi titoli free roaming dei primi tempi. Il fatto che il gioco sia anche parecchio esigente in termini di hardware potrebbe far indispettire chi, da un titolo simile, si aspettava di più sul piano grafico. Parziale compensazione arriva, come spesso accade, dal comparto sonoro che fa la sua parte egregia sia nel parlato che negli effetti, decisamente fumettosi ed esagerati, proprio come uno si aspetterebbe.
Il risultato finale, quindi, che ci vede d'accordo con quanto scritto da Davide Ottagono su queste pagine nel recensire la versione per PS3 del titolo, é senz'altro quello di un titolo con dei meriti. Pur con parecchie riserve sull'eccesso di violenza che, dopo un po', finirà per lasciare stuccati tutti quanti, fra voi, non trascorrono un pomeriggio alla settimana sul lettino dell'analista, e su un aspetto complessivo un po' troppo ripetitivo e scarno per accontentare palati esigenti, Prototype ha i numeri per rappresentare un ulteriore passo verso una nuova generazione di titoli d'azione, pronti a sperimentare soluzioni alternative, tra cui la scoperta della terza dimensione (in altezza) di un gameplay free roaming. Un po'come dire che i ragazzi di Radical hanno stoffa e cresceranno. Purché non cedano alla tentazione d'inseguire troppo la moda che tra l'altro, ultimamente, non sembra premiare più di tanto l'ultraviolenza se solo fine a se stessa. Sarà presto per parlare d'inversione di tendenza, però...
E poi? La noia é in agguato, tra uno scuolabus afferrato e scagliato contro i nemici e un eccidio di massa perpetrato alla ricerca d'energia da assorbire per ricaricarsi e progredire nell'esperienza, attenuata solo dall'occasionale scoperta delle memorie di una delle vostre vittime, assorbita assieme ai suoi miseri resti e utile per dipanare la matassa dell'intrigo che fa da canovaccio alla trama principale. Non temete, le rivelazioni arriveranno, un po' alla volta, anche se non saranno tali da farvi schizzare all'impiedi sulla seggiola, quando scoprirete qualcosa di più sulla misteriosa epidemia e sul vostro sinistro passato. Quello che continua a perplimermi é la necessità di fare dell'eroe del gioco una specie di mostro sanguinario, o macchina da omicidio che dir si voglia, al quale si stenta, dall'inizio alla fine della storia, a trovare un'anima umana sepolta da qualche parte. E questo nonostante gli sforzi degli sviluppatori di dipingere il protagonista come un individuo tormentato che sì, ha il potere di strappare un uomo in due come un foglio A4, ma non é che lo faccia perché é cattivo davvero. Il risultato, date le sempre più stringenti norme sulla censura, é il divieto ai minori che, visto l'approccio decisamente adolescenziale della trama, potrebbe essere ritenuto penalizzante per il futuro del gioco su un mercato affollato d'illustri concorrenti. Il fatto é che, non nascondiamoci dietro un dito, il limite PEGI lo applicano forse solo allo spaccio interno del vaticano, e anche se così non fosse, voglio vedere quante mamme e papà sanno resistere al piagnisteo del figlio quattordicenne che non vede l'ora di andare in giro (virtualmente) per New York a “spiezzare in due” qualche sventurato più o meno coinvolto nella storia.
Uno approccio tanto “grafico” richiede per rendere al meglio il supporto di un motore adeguato, comunque, capace di dettaglio elevato. Se poco o nulla si può imputare alle animazioni dei personaggi umani di Prototype, tutti dotati di sufficiente realismo da risultare credibili, una nota dolente é rappresentata proprio dalla New York virtuale, che assomiglia per molti versi molto più alla Liberty City dei vecchi tempi che alla sua controparte reale. Anche gli effetti visivi, come esplosioni e demolizioni varie, che pure fanno nel gioco la parte del leone, sono realizzati con una tecnica che é ben lungi dallo stato dell'arte attuale, complice anche la necessità di mantenere risorse a disposizione per la fluidità del frame rate e per scongiurare il pop-up tipico di certi titoli free roaming dei primi tempi. Il fatto che il gioco sia anche parecchio esigente in termini di hardware potrebbe far indispettire chi, da un titolo simile, si aspettava di più sul piano grafico. Parziale compensazione arriva, come spesso accade, dal comparto sonoro che fa la sua parte egregia sia nel parlato che negli effetti, decisamente fumettosi ed esagerati, proprio come uno si aspetterebbe.
Il risultato finale, quindi, che ci vede d'accordo con quanto scritto da Davide Ottagono su queste pagine nel recensire la versione per PS3 del titolo, é senz'altro quello di un titolo con dei meriti. Pur con parecchie riserve sull'eccesso di violenza che, dopo un po', finirà per lasciare stuccati tutti quanti, fra voi, non trascorrono un pomeriggio alla settimana sul lettino dell'analista, e su un aspetto complessivo un po' troppo ripetitivo e scarno per accontentare palati esigenti, Prototype ha i numeri per rappresentare un ulteriore passo verso una nuova generazione di titoli d'azione, pronti a sperimentare soluzioni alternative, tra cui la scoperta della terza dimensione (in altezza) di un gameplay free roaming. Un po'come dire che i ragazzi di Radical hanno stoffa e cresceranno. Purché non cedano alla tentazione d'inseguire troppo la moda che tra l'altro, ultimamente, non sembra premiare più di tanto l'ultraviolenza se solo fine a se stessa. Sarà presto per parlare d'inversione di tendenza, però...
Prototype
6.5
Voto
Redazione
Prototype
Supereroi, croce e delizia di ogni sviluppatore di videogiochi. Ogni volta che un team riceve l'incarico di realizzare un tie-in di qualche eroe da fumetto, pare abbia luogo una gara di scongiuri, tanto infausto si é rivelato, finora, il fato dei giochi legati a questo genere narrativo. Alex Mercer non é un paladino della scuderia DC o Marvel, anche se nelle sue azioni convivono i retaggi di famosi personaggi come Hulk e Spiderman. Esteticamente, piuttosto, pare un incrocio tra Altair di Assassin's Creed e il tormentato protagonista di Paranoid Park di Gus Van Sant (non lo avete visto? Non vi siete persi nulla, tranquilli!). Però non sfugge al voodoo dei giochi sui supereroi, come già pochi mesi fa la Faith di Mirror's Edge. Il gioco é gradevole, in fondo, ma ricalca dei cliché già visti senza particolari emozioni, a parte l'adrenalina di un massacro senza fine. Se é solo questo che cercate, provate inFamous, oppure, se non avete una PS3, ripescate una copia di un qualsiasi GTA.