Pure Farming 2018
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Ho deciso di dedicare le prime righe di questa recensione per fare una piccola premessa e cercare di rispondere, in anticipo, a tutti i lettori che inevitabilmente si domanderanno cosa spinge molte persone a giocare ai vari “simulatori agricoli” presenti sul mercato.
Per cercare di spiegare la logica che si cela dietro a questo genere in ascesa, possiamo cercare di capire cosa succede quando giochiamo ad alcuni dei nostri giochi preferiti. Giocare un match a FIFA di fatto non vuol dire giocare una partita di calcio vera, così come scendere in pista con Gran Turismo non vuol dire guidare realmente un veicolo. Di fatto il videogioco permette di simulare ciò che nella realtà è spesso irraggiungibile per mancanza di soldi, tempo, voglia o talento trasformando quelli che spesso sono lavori o scelte di vita in semplici passatempi divertenti e immediati. E in questo senso, tanto più un gioco è simulativo, tanto è maggiore la soddisfazione nel giocarci poiché regala un’impressione di realtà a ciò che rimane relegato in uno schermo. I simulatori agricoli non fanno niente più di questo, permettendo a tutti coloro che sono sempre stati affascinati da questo mondo di poter avviare e gestire una propria azienda.
Sviluppato da Techland, Pure Farming è un simulatore agricolo che cerca di proporsi come valida alternativa a “Farming Simulator”, introducendo una serie di novità.
Per la prima volta in un titolo del genere troveremo una modalità “storia”, chiamata “La Mia Prima Fattoria”, in cui impersoneremo un giovane imprenditore alle prese con la fallimentare azienda agricola ereditata dal nonno. Sebbene le premesse siano invitanti, la modalità si rivela presto essere un grosso tutorial atto ad introdurre il giocatore alle varie attività previste dal gioco e che sarà ben presto abbandonata per iniziare la più corposa e classica modalità “Coltivazione Libera”.
Questa rappresenta il cuore pulsante del titolo e potremo spenderci, come in altri esponenti del genere, una quantità virtualmente infinita di ore, organizzando la nostra azienda come più ci piace e senza nessun limite se non quello imposto dai soldi a nostra disposizione.
Chiudono le “Sfide di Coltivazione”, un insieme di missioni in cui dovremo compiere attività in particolari condizioni a crescente difficoltà. Anche in questo caso la modalità manca di un’ identità ben definita e verrà utilizzata più che altro come campo di prova per sperimentare i diversi mezzi o le diverse colture prima di investire le risorse accumulate nella modalità libera.
Pure Farming permette al giocatore di cimentarsi in diverse attività e propone bene o male le stesse meccaniche già viste negli altri esponenti del genere. Ad affiancare le coltivazioni dei campi e l’allevamento degli animali è introdotta per la prima volta l’arboricoltura, e con essa tutti quei macchinari adibiti all’irrigazione e fertilizzazione degli alberi e alla raccolta dei frutti. Per implementare in maniera organica questa nuova meccanica, a fianco della nostra azienda principale (situata negli USA) potremo infatti recarci in altre 3 località: Italia, Giappone e Colombia. Ognuna di esse darà la possibilità al giocatore di poter acquistare mezzi specifici per le colture di quella nazione come la vite e gli ulivi in l’Italia il caffè in Colombia o il tè in Giappone. Se da un lato questa scelta varia il gameplay, non si può far a meno di notare come le tre succursali siano estremamente meno curate rispetto alla location principale, a partire dalla loro estensione fino ad arrivare al numero di attività proposte.
Ogni succursale si presenta come una piccola mappa in cui sarà già impostato cosa coltivare, dove coltivarlo e in che quantità, relegando al giocatore unicamente la decisione di cosa comprare per primo. Per fare un esempio, nella mappa Italiana non potremo coltivare grano o soia ma solo e unicamente alberi già predisposti dal gioco. Questo aspetto riduce di molto la complessità di Pure Farming 2018, limitando troppo le nostre possibilità di scelta. Lo stesso discorso è applicabile ad altri elementi come per esempio le strutture per la produzione di energia elettrica (pale eoliche e pannelli solari). Anche in questo caso le mappe hanno zone e slot predisposti per la costruzione di queste strutture impedendo al giocatore di decidere dove costruire e quanto, cosa invece permessa per esempio in Farming Simulator 2017.
Ciononostante il gioco risulta godibile nella sua totalità grazie ad una fisica implementata abbastanza bene e sicuramente molto più avanzata rispetto alla concorrenza. Finalmente i nostri mezzi hanno un “peso” avvertibile durante la guida, le ruote si comportano in modo realistico in base alla trazione del mezzo e gli ammortizzatori simulano bene il terreno, la gestione del mezzo in curva, frenata ed accelerazione, eliminando quella rigidità presente negli altri titoli che conferisce la sensazione di guidare una saponetta al posto che un trattore. La buona resa fisica conferisce al titolo, pad alla mano, una sensazione di realismo mai provata prima, rendendo impossibile compiere manovre spesso permesse negli altri titoli (come andare in retromarcia con l’aratro durante la lavorazione del campo o scalare colline con trebbiatrici enormi). Per fare un esempio mi è capitato più volte di percorrere una salita senza problemi trainando un serbatoio dell’acqua vuoto e di bloccarmi sulla stessa salita cercando di affrontarla con lo stesso serbatoio pieno. A fronte di queste accortezze simulative si rimane stupiti quando ci si accorge di alcune dimenticanze piuttosto banali come per esempio la mancata distruzione delle piante coltivate al passare del nostro mezzo sui campi o la mancanza di qualsiasi sbalzo del mezzo durante la traversata dei campi arati.
Ottima invece l’introduzione di un drone per la gestione delle nostre proprietà. Tramite questo strumento potremo visualizzare a schermo tutte le informazioni di cui avremo bisogno compreso per esempio, lo stato d’irrigazione del campo o il grado di crescita delle piante semplicemente inquadrandolo dall’alto con la telecamera
Nota negativa va invece al parco mezzi, che sebbene ben realizzati e diversificati, sono davvero troppo pochi e rappresentativi di pochi marchi. Anche il prezzo di vendita dei mezzi è troppo basso rispetto alla realtà facilitando troppo il compito di rimanere in attivo nella gestione aziendale a scapito dell’aspetto simulativo del titolo.
Assenti ingiustificati sono il multiplayer e il supporto alle mod. Sebbene per il secondo aspetto la Techland si stia muovendo per permettere la loro implementazione su PC e consolle, la mancanza del mutiplayer è davvero impensabile in un genere che ha fatto del multiplayer cooperativo uno dei suoi punti di forza.
Se dal punto di vista del gameplay il gioco presenta alcuni spunti interessanti, graficamente parlando, almeno su Xbox X, si rasenta il disastro.
Le texture delle ambientazioni sono povere di dettagli e piatte. Il pop-up degli elementi è presente in maniera eccessiva ed è inoltre inspiegabile, a fronte di un comparto grafico di basso livello, la presenza di frequenti e costanti cali di frame che sebbene non influiscano sul gameplay, risultano comunque fastidiosi. Si trovano spesso muri invisibili e inoltre alcuni elementi di decoro, rischiano di incastrare il nostro mezzo in maniera inspiegabile.
Ciò è davvero sconcertante anche perché l’aspetto finale del gioco non rappresenta per niente quello che per mesi è stato fatto vedere nei video rilasciati dagli sviluppatori.
Discreto il sonoro che fa il suo dovere senza mostrare particolari pregi.
Voto
Redazione
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