Pursuit Force
di
Marco Modugno
"Ogni saga ha un inizio", recitava qualche anno fa il trailer di un celebre film di fantascienza. Allo stesso modo, ogni nuova console che si affaccia sul mercato ha una cosiddetta "killer application", di solito realizzata in esclusiva per quella piattaforma, che riesce a stuzzicare gli appetiti del pubblico, mostrando agli appassionati le potenzialità della nuova macchina e, in ultimo, stimolandoli all'acquisto.
Il lungo trailer, presente sull'UMD demo incluso nel value pack della PSP al momento del lancio, non lasciava spazio per grossi dubbi circa quello che sarebbe stato il ruolo di Pursuit Force, presentato al pubblico con un filmato davvero accattivante che ne decantava le innegabili qualità.
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Ora, a distanza di poco più di due mesi dall'uscita della piccola console di Sony sul mercato, finalmente possiamo mettere alla prova tanto hype. Purtroppo, però, come vedremo tra poco, le aspettative dei videogiocatori vengono soddisfatte solo in parte.
Tanto per sgombrare il campo da ogni possibile equivoco, occorre dire che PF è un gioco molto piacevole, dotato d'innegabili qualità che ne fanno un titolo decisamente da provare, da non confondere assolutamente né con la pletora di giochi di guida usciti per PSP (alcuni ottimi, altri molto meno), né con l'imminente GTA: Liberty City Stories.
La creatura della BigBig, infatti, si propone come un adrenalinico ibrido tra il filone dei "gangsta-games" (GTA, per capirci, ma anche Mafia, Il Padrino, Total Overdose o True Crime Streets of LA) e quello dei titoli di guida, facendo, di fatto, genere a sé stante. L'unico paragone che c'è venuto in mente è con il buon vecchio Chase HQ, che qualche giocatore della vecchia generazione sicuramente ricorderà. Il bello di PF sta proprio qui, nel riuscire con un gameplay innovativo a farsi perdonare la maggior parte dei suoi punti deboli.
La trama del gioco vi costringe ad infilare i panni attillati di un agente di un inventato corpo di polizia americano specializzato nell'inseguimento dei criminali (la Pursuit Force, appunto). Da quel momento in poi vi ritroverete a percorrere in lungo e in largo un intero stato, alla caccia dei componenti di cinque spietate gang criminali.
Lo sforzo degli sviluppatori nell'attingere a piene mani agli stereotipi da telefilm si vede e si apprezza alla grande, man mano che procediamo nel gioco. Dopo esserci confrontati con la temibile "famiglia" Capelli (indovinate di dove sono originari...) e con i Warlords, sorta di banda di fanatici militaristi, vi toccherà avere a che fare con le Vixens, spietata gang d'ex stunt-women di Hollywood specializzate in rapine ad alta velocità, con i Convicts, sanguinaria accozzaglia d'ergastolani fuggiti di prigione, e con i Killer 66, pericolosi samurai della yakuza.
La varietà di nemici da affrontare e di armi e veicoli da utilizzare (si va dalle moto alle auto, fino ai motoscafi e agli elicotteri dotati di cannoni a canne rotanti!) si affianca ad un discreto sforzo creativo nel progettare le missioni, nelle quali si alternano inseguimenti, scorte a convogli, micidiali agguati e corse a tempo. Purtroppo, e qui arriva la prima nota negativa, le stesse sono in genere piuttosto lunghe e, non esistendo salvataggi intermedi, anche il più piccolo errore vi costringerà a sgraditi ricaricamenti.
Oltretutto, le missioni in questione sono tutt'altro che una passeggiata di salute. Più che di una curva d'apprendimento, qui, sembra di trovarsi fin dalle prime battute di fronte ad una retta, piatta come le praterie del Kansas. Il sistema di controllo un po'ostico, soprattutto visto che nella situazione tipo vi troverete a guidare a duecento all'ora, sparare e saltare da un veicolo all'altro nello stesso momento, non facilita certo le cose e, anche ai giocatori più smaliziati, occorreranno un bel po' di tempo e una dose di pazienza extra per strappare qualche risultato degno di nota.
Le soddisfazioni, quando finalmente vi sarete impadroniti del gioco, vi ricompenseranno dello sforzo. Con questi connotati, tuttavia, PF non si presenta certo come quel gioco "mordi e fuggi" che uno si aspetterebbe, specialmente visto che è stato creato come appannaggio esclusivo del pubblico di una console tascabile.
I problemi, ahinoi, non finiscono qui. Il sistema di guida, infatti, che la fa da padrone visto che per gran parte le vostre vicende si svolgeranno al volante, alla cloche o al timone di qualcosa che monta un motore, e molto potente per giunta, presenta dei difetti davvero difficili da mandare giù. Se non ci credete, provate ad affrontare una curva a gomito in velocità e, dopo che vi sarete raschiati via dalla faccia l'intonaco del muro contro il quale avrete immancabilmente terminato la vostra corsa, mi saprete dire. La cosa, coniugata con l'elevata difficoltà di cui dicevamo poco fa, vi costringerà a ripetere fino alla nausea le missioni (tutte, quando in un punto quando in un altro, contengono qualche passaggio difficile), con il rischio di ritrovarvi a scaraventare il vostro beneamato e costoso gingillo attraverso la finestra più vicina. Il trucco, in assenza di un comando per il freno a mano, sta nel dosare magistralmente acceleratore e freno in curva. Imparete a farlo, alla fine, ma vi toccherà sudare un bel po'.
La ricompensa, per chi non si arrenderà, arriverà sotto forma di extra sbloccabili, ambientazioni sempre nuove e varie, ottimamente ricreate da un motore grafico quasi senza sbavature, mentre scorrazzerete in giro accompagnati da un sonoro che, pur senza far gridare al miracolo, fa certamente il suo dovere, specialmente visto che stiamo parlando di una console portatile. In particolare le frasi lanciate qua e là dai comprimari del protagonista. Amici e avversari, vi strapperanno, almeno all'inizio, qualche sorriso, salvo diventare un penoso tormentone quando starete ripetendo la missione per la trentesima volta!
Oltre alla modalità Carriera, sono presenti quelle Gara e Sfida a Tempo, che vi mettono in competizione contro il cronometro o contro avversari virtuali. Nessuna possibilità, invece, di confrontarvi con un rivale umano, né in wi-fi locale né online. E questa non ci pare una pecca da poco visto che la PSP fa della connettività di gioco uno dei suoi cavalli di battaglia.
L'assenza di un'opzione multigiocatore, poi, non giova alla longevità complessiva. La possibilità di adrenaliniche sfide in rete avrebbe dato una ragione in più di conservare il gioco anche a coloro, e non saranno pochi, che non ce la faranno a conservare i nervi saldi abbastanza a lungo da riuscire a completare la campagna principale.
Invece, a causa di difetti, che un paio di mesi in più di sviluppo avrebbero potuto eliminare o, perlomeno, smussare, Pursuit Force corre il rischio di rimanere un gioco di nicchia! Il consiglio, per tutti, è quello di non mollare alle prime delusioni. Il titolo BigBig merita di diventare uno di quei giochi che si faranno ricordare, purché decidiate di davi il tempo necessario per impadronirvi dei suoi meccanismi. Provatelo e dedicategli un po' del vostro tempo. Non vi deluderà!
Il lungo trailer, presente sull'UMD demo incluso nel value pack della PSP al momento del lancio, non lasciava spazio per grossi dubbi circa quello che sarebbe stato il ruolo di Pursuit Force, presentato al pubblico con un filmato davvero accattivante che ne decantava le innegabili qualità.
table1
Ora, a distanza di poco più di due mesi dall'uscita della piccola console di Sony sul mercato, finalmente possiamo mettere alla prova tanto hype. Purtroppo, però, come vedremo tra poco, le aspettative dei videogiocatori vengono soddisfatte solo in parte.
Tanto per sgombrare il campo da ogni possibile equivoco, occorre dire che PF è un gioco molto piacevole, dotato d'innegabili qualità che ne fanno un titolo decisamente da provare, da non confondere assolutamente né con la pletora di giochi di guida usciti per PSP (alcuni ottimi, altri molto meno), né con l'imminente GTA: Liberty City Stories.
La creatura della BigBig, infatti, si propone come un adrenalinico ibrido tra il filone dei "gangsta-games" (GTA, per capirci, ma anche Mafia, Il Padrino, Total Overdose o True Crime Streets of LA) e quello dei titoli di guida, facendo, di fatto, genere a sé stante. L'unico paragone che c'è venuto in mente è con il buon vecchio Chase HQ, che qualche giocatore della vecchia generazione sicuramente ricorderà. Il bello di PF sta proprio qui, nel riuscire con un gameplay innovativo a farsi perdonare la maggior parte dei suoi punti deboli.
La trama del gioco vi costringe ad infilare i panni attillati di un agente di un inventato corpo di polizia americano specializzato nell'inseguimento dei criminali (la Pursuit Force, appunto). Da quel momento in poi vi ritroverete a percorrere in lungo e in largo un intero stato, alla caccia dei componenti di cinque spietate gang criminali.
Lo sforzo degli sviluppatori nell'attingere a piene mani agli stereotipi da telefilm si vede e si apprezza alla grande, man mano che procediamo nel gioco. Dopo esserci confrontati con la temibile "famiglia" Capelli (indovinate di dove sono originari...) e con i Warlords, sorta di banda di fanatici militaristi, vi toccherà avere a che fare con le Vixens, spietata gang d'ex stunt-women di Hollywood specializzate in rapine ad alta velocità, con i Convicts, sanguinaria accozzaglia d'ergastolani fuggiti di prigione, e con i Killer 66, pericolosi samurai della yakuza.
La varietà di nemici da affrontare e di armi e veicoli da utilizzare (si va dalle moto alle auto, fino ai motoscafi e agli elicotteri dotati di cannoni a canne rotanti!) si affianca ad un discreto sforzo creativo nel progettare le missioni, nelle quali si alternano inseguimenti, scorte a convogli, micidiali agguati e corse a tempo. Purtroppo, e qui arriva la prima nota negativa, le stesse sono in genere piuttosto lunghe e, non esistendo salvataggi intermedi, anche il più piccolo errore vi costringerà a sgraditi ricaricamenti.
Oltretutto, le missioni in questione sono tutt'altro che una passeggiata di salute. Più che di una curva d'apprendimento, qui, sembra di trovarsi fin dalle prime battute di fronte ad una retta, piatta come le praterie del Kansas. Il sistema di controllo un po'ostico, soprattutto visto che nella situazione tipo vi troverete a guidare a duecento all'ora, sparare e saltare da un veicolo all'altro nello stesso momento, non facilita certo le cose e, anche ai giocatori più smaliziati, occorreranno un bel po' di tempo e una dose di pazienza extra per strappare qualche risultato degno di nota.
Le soddisfazioni, quando finalmente vi sarete impadroniti del gioco, vi ricompenseranno dello sforzo. Con questi connotati, tuttavia, PF non si presenta certo come quel gioco "mordi e fuggi" che uno si aspetterebbe, specialmente visto che è stato creato come appannaggio esclusivo del pubblico di una console tascabile.
I problemi, ahinoi, non finiscono qui. Il sistema di guida, infatti, che la fa da padrone visto che per gran parte le vostre vicende si svolgeranno al volante, alla cloche o al timone di qualcosa che monta un motore, e molto potente per giunta, presenta dei difetti davvero difficili da mandare giù. Se non ci credete, provate ad affrontare una curva a gomito in velocità e, dopo che vi sarete raschiati via dalla faccia l'intonaco del muro contro il quale avrete immancabilmente terminato la vostra corsa, mi saprete dire. La cosa, coniugata con l'elevata difficoltà di cui dicevamo poco fa, vi costringerà a ripetere fino alla nausea le missioni (tutte, quando in un punto quando in un altro, contengono qualche passaggio difficile), con il rischio di ritrovarvi a scaraventare il vostro beneamato e costoso gingillo attraverso la finestra più vicina. Il trucco, in assenza di un comando per il freno a mano, sta nel dosare magistralmente acceleratore e freno in curva. Imparete a farlo, alla fine, ma vi toccherà sudare un bel po'.
La ricompensa, per chi non si arrenderà, arriverà sotto forma di extra sbloccabili, ambientazioni sempre nuove e varie, ottimamente ricreate da un motore grafico quasi senza sbavature, mentre scorrazzerete in giro accompagnati da un sonoro che, pur senza far gridare al miracolo, fa certamente il suo dovere, specialmente visto che stiamo parlando di una console portatile. In particolare le frasi lanciate qua e là dai comprimari del protagonista. Amici e avversari, vi strapperanno, almeno all'inizio, qualche sorriso, salvo diventare un penoso tormentone quando starete ripetendo la missione per la trentesima volta!
Oltre alla modalità Carriera, sono presenti quelle Gara e Sfida a Tempo, che vi mettono in competizione contro il cronometro o contro avversari virtuali. Nessuna possibilità, invece, di confrontarvi con un rivale umano, né in wi-fi locale né online. E questa non ci pare una pecca da poco visto che la PSP fa della connettività di gioco uno dei suoi cavalli di battaglia.
L'assenza di un'opzione multigiocatore, poi, non giova alla longevità complessiva. La possibilità di adrenaliniche sfide in rete avrebbe dato una ragione in più di conservare il gioco anche a coloro, e non saranno pochi, che non ce la faranno a conservare i nervi saldi abbastanza a lungo da riuscire a completare la campagna principale.
Invece, a causa di difetti, che un paio di mesi in più di sviluppo avrebbero potuto eliminare o, perlomeno, smussare, Pursuit Force corre il rischio di rimanere un gioco di nicchia! Il consiglio, per tutti, è quello di non mollare alle prime delusioni. Il titolo BigBig merita di diventare uno di quei giochi che si faranno ricordare, purché decidiate di davi il tempo necessario per impadronirvi dei suoi meccanismi. Provatelo e dedicategli un po' del vostro tempo. Non vi deluderà!
Pursuit Force
7.5
Voto
Redazione
Pursuit Force
Di idee innovative, in questo gioco, inteso dagli sviluppatori per diventare la killer application della prima generazione di titoli per la PSP, ce ne sono tante e molto buone. La possibilità di saltare da un veicolo all'altro, tra tutte, che rende il gioco meritevole di essere provato da chiunque ami trascorrere qualche ora di divertimento adrenalinico. Purtroppo, però, alcuni nei non da poco, come il sistema di controllo dei mezzi poco preciso e la ripida curva d'apprendimento, penalizzano l'effetto d'insieme, costringendoci ad abbassare il voto ben oltre quello che avremmo voluto. La sensazione è quella di uno sviluppo frettoloso, che abbia voluto mettere in pentola troppi ingredienti tutti in una volta. Con il rischio, com'è accaduto qui, che il minestrone finisca per rimanere un po' indigesto.