Q.U.B.E. - Director's Cut

di Tommaso Alisonno
Un uomo si risveglia in un luogo che non riconosce, vestito con una strana tuta dai guanti costellati di sensori luminosi, e peggio che mai non ricorda neppure la sua identità. La voce di una donna gli giunge disturbata via radio per cercare di rassicurarlo sulla normalità dell'amnesia e per spronarlo a compiere una “missione” fondamentale per la salvezza della Terra; un'altra voce, di un uomo, cerca però di convincerlo che nulla di tutto ciò é vero e che lui, in realtà, é solo una cavia da laboratorio. Quale che sia la verità, l'uomo deve attraversare una strana struttura denominata “Q.U.B.E.”, superando svariati enigmi, per raggiungere il suo destino.


Q.U.B.E. é l'acronimo di Quick Understanding of Block Extrusion, ma ovviamente il titolo gioca con la pronuncia per indicare “cubo”: questo perché i blocchi con cui avremo a che fare saranno, guarda caso, principalmente cubici. Il gioco é un puzzle-game in prima persona composto da una serie di enigmi successivi: lo scopo di ciascun enigma sarà, evidentemente, quello di costruire un percorso che ci permetta di raggiungere l'uscita della sezione e con essa l'enigma successivo.

Per fare ciò dovremo interagire con i vari elementi attivi, tutti fondamentalmente di forma cubica, o al più formati da cubi sovrapposti o affiancati. Per fare ciò sarà semplicemente necessario puntare l'oggetto desiderato e cliccare uno dei due tasti laterali del controller: alcuni oggetti, come ad esempio i pulsanti, possono essere attivati indifferentemente coi due tasti, altri hanno invece comportamenti differenti a seconda del comando impresso. Le colonne rosse, per esempio, si allungano con un tasto e si accorciano con l'altro, mentre i trampolini azzurri si “caricano” con un tasto e si “scaricano” con l'altro – o al semplice contatto.



La difficoltà, o per meglio dire la complessità, degli enigmi aumenta ovviamente avanzando tra le stanze man mano che il gioco introduce nuovi elementi o combina in maniera più articolata quelli noti. Ai “semplici” blocchi da alzare e spostare per costruire dei passaggi si affiancheranno dunque interruttori da attivare canalizzando un fascio luminoso o sfere da far rotolare lungo un percorso, magari “colpendole” lungo strada per modificarne la traiettoria. Ai livelli più alti ci troveremo anche a gestire l'attivazione separata dei blocchi o addirittura la possibilità di “trasformare” i blocchi in vari tipi di elementi.

La realizzazione tecnica é semplice e sfrutta le potenzialità dell'Unreal Engine soprattutto per quanto riguarda la gestione degli spazi e degli elementi discreti, mentre la texturizzazione rimane volutamente molto elementare: anche nelle fasi più avanzate, dove per motivi di “trama” avremo a che fare con macerie e blocchi rovinati, saremo sempre al cospetto di un dettaglio basilare. pur vero che il gioco nasce su PC nel 2011 e che naturalmente su PS4 é estremamente fluido, però la base, per quanto volutamente minimale, é comunque piuttosto povera.

Il sonoro é altresì minimale: se si fa eccezione per i dialoghi che riceviamo via radio e gli effetti dei vari elementi attivi, la musica rimane estremamente a margine. Il gioco é interamente in Inglese, e i dialoghi non sono neppure sottotitolati: ciò non inficia il GamePlay, ma sicuramente non aiuta la comprensione della trama. Quest'ultima, come dopotutto l'intero gioco, strizza un po' l'occhio a Portal: dopotutto Q.U.B.E. condivide con l'opera Valve la natura di puzzle-game in prima persona fantascientifico con grafica minimale, anche se ovviamente la natura degli enigmi é differente.



Minimale come tutto il resto della realizzazione il sistema di controllo, il quale oltre ai due tasti-interazione già descritti (originariamente, i tasti del mouse) si limita ad un comando per il salto, l'analogico sinistro per il movimento e il destro per rotazione dell'inquadratura. C'é poco altro da dire di Q.U.B.E. se non che, nascoste qua e là, sono anche presenti alcune aree segrete con relativi puzzle opzionali e che la risoluzione di queste frutta qualche trofeo extra.

A parte questa ricerca, il gioco si snoda attraverso 7 settori, più il finale: a seconda della vostra capacità di astrazione e risoluzione dei problemi, può impegnarvi in media 4-5 ore, ma la difficoltà generale non é particolarmente elevata. Dopo questo tempo, a meno di non dover andare a caccia dei succitati segreti, solo la modalità “Against the Qlock” [é scritto proprio così], ovvero il riattraversare i livelli cercando di ottenere i tempi migliori, potrà darvi un brivido in più, ma é roba di poco conto.

Un gioco che in conclusione riesce nel suo intento di offrire qualche interessante puzzle senza necessità di tenere presente una trama che comunque ci tiene compagnia tra un livello e l'altro dando al tutto un po' di mordente in più. Sicuramente consigliato agli amanti del genere, ma non aspettatevi un “nuovo Portal” perché il titolo Toxic Games non ambisce a tanto.