Quantum Conundrum
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Mentre milioni di italiani sono al mare a mostrar le chiappe chiare, e molti altri si apprestano a farlo, Airtight Games pensa altruisticamente anche a tutti coloro che sono mestamente bloccati in città, “regalando” (a 1200 Microsoft Points) un prodotto che manterrà arzille le vostre capacità cognitive. Sì, nonostante i 40 all'ombra! Quantum Conundrum é infatti un puzzle game in prima persona nato dalla fervida mente di Kim Swift, co-creatrice del mai troppo glorificato Portal. Sarà riuscita a bissarne il successo?
Il ragazzo del Portal accanto
Vestiremo i panni di un ragazzino di dodici anni che durante la consueta visita mensile all'adorato zietto si trova costretto a gestire una situazione molto delicata. Lo zio, il professor Fitz Quadwrangle, é infatti rimasto intrappolato in una dimensione parallela, e il nostro compito sarà quindi quello di riportarlo, nel minor tempo possibile, nell' aldiquà. Per farlo, potremo usufruire della voce fuori campo del professore, che oltre a consigli utili a sbrogliare alcune situazioni particolarmente intricate, si lascerà andare a battute e freddure più o meno ficcanti. Un dialogo, in particolare, ci ha particolarmente colpito: al termine di un salto nel vuoto, il baffuto zio ci consiglia di riprendere a respirare...effettivamente stavamo trattenendo il fiato!!!
Alla base dell'esperienza vi é l'Interfaccia Dimensionale Simultanea, per gli amici IDS. Si tratta di un guanto capace di piegare le leggi della fisica in quattro maniere diverse: inizialmente disporremo esclusivamente della possibilità di rendere leggerissimi, e quindi trasportabili, tutti gli oggetti, ma col progredire dell'avventura otterremo la dimensione “pesante”, in cui anche gli oggetti più piccoli assumono il peso necessario per attivare le piattaforme sensibili alla pressione, quella “temporale”, che rallenterà notevolmente il movimento dei macchinari e degli attrezzi, e infine quella della gravità invertita, che farà sì che gli oggetti “cadano” al contrario. Sarà possibile attivarne una alla volta, ma molti degli enigmi necessitano della giusta combinazione per essere risolti.
Uno dei punti di forza del titolo é sicuramente la curva di apprendimento: a fronte dei primi livelli in cui si familiarizza con il concept del gioco, progredendo nell'avventura i rompicapi si fanno via via sempre più vari ed interessanti, inorgogliendo il giocatore una volta risolto l'arcano. Gli enigmi proposti non sono eccessivamente cervellotici, ma soltanto una mente elastica e vigile é in grado di portare a termine il titolo con una certa nonchalance. Ma se pensate che sia sufficiente una buona dose di materia grigia vi sbagliate di grosso: Quantum Conundrum presenta anche una spiccata componente platform, che obbliga a una notevole dimestichezza manuale; questo, purtroppo, anche per via di una fisica buona ma non sempre impeccabile, e a una gestione dei salti non proprio ottimale. Di sicuro, la visuale in prima persona non aiuta nella perfetta calibrazione, anche se il problema é facilmente ovviato dall'ingente numero di checkpoint, che relega il fattore frustrazione ai minimi termini.
In generale, i rompicapo proposti (una cinquantina) si sono rivelati tutti piuttosto stimolanti, con tanto di più soluzioni possibili, e un'argutezza di base che esalterà i giocatori più fantasiosi. A facilitare il compito ci pensa una palette di colore cangiante, che permetterà di individuare istantaneamente in quale dimensione ci si trova. Tale scelta si rivela molto utile soprattutto per gli enigmi dell'ultima parte del gioco, in cui é richiesto un repentino e chirurgico cambio di dimensione.
La longevità, già di per sé buona (abbiamo portato a termine il gioco in 346 minuti), é supportata da un fattore rigiocabilità piuttosto allettante. Per ottenere tutti i 400 gamerpoints é infatti necessario completare ogni livello nel minor tempo possibile, e usufruendo dei soli cambi dimensionali utili alla risoluzione del rompicapo. Obiettivi, quindi, impossibili da ottenere durante la prima sessione di gioco, e che si riveleranno una buona sfida soprattutto in virtù del fatto che difficilmente ricorderete a menadito tutti i livelli.
Dove l'ingegno può fare ben poco, in assenza di un budget ragguardevole, é nell'aspetto tecnico. Effettivamente, tale comparto é il più debole dell'intera produzione, sia per una grafica a dir poco minimalista, con tanto di arredamento della magione ripetuto all'infinito corridoio per corridoio, e sia, soprattutto, per alcuni fastidiosi bug in cui siamo incappati. Due, in particolare, ci hanno impedito di avanzare nel gioco: nel primo caso, si é trattata di una compenetrazioni di poligoni che ha visto il nostro alter ego incastrarsi, senza possibilità di divincolarsi, in una porta; nel secondo, invece, dopo un respawn conseguente a una “tragica” morte mancava la poltrona indispensabile per risolvere l'enigma. Come detto in precedenza, comunque, la presenza di un gran numero di checkpoint ha impedito che la frustrazione prendesse il sopravvento.
Il ragazzo del Portal accanto
Vestiremo i panni di un ragazzino di dodici anni che durante la consueta visita mensile all'adorato zietto si trova costretto a gestire una situazione molto delicata. Lo zio, il professor Fitz Quadwrangle, é infatti rimasto intrappolato in una dimensione parallela, e il nostro compito sarà quindi quello di riportarlo, nel minor tempo possibile, nell' aldiquà. Per farlo, potremo usufruire della voce fuori campo del professore, che oltre a consigli utili a sbrogliare alcune situazioni particolarmente intricate, si lascerà andare a battute e freddure più o meno ficcanti. Un dialogo, in particolare, ci ha particolarmente colpito: al termine di un salto nel vuoto, il baffuto zio ci consiglia di riprendere a respirare...effettivamente stavamo trattenendo il fiato!!!
Alla base dell'esperienza vi é l'Interfaccia Dimensionale Simultanea, per gli amici IDS. Si tratta di un guanto capace di piegare le leggi della fisica in quattro maniere diverse: inizialmente disporremo esclusivamente della possibilità di rendere leggerissimi, e quindi trasportabili, tutti gli oggetti, ma col progredire dell'avventura otterremo la dimensione “pesante”, in cui anche gli oggetti più piccoli assumono il peso necessario per attivare le piattaforme sensibili alla pressione, quella “temporale”, che rallenterà notevolmente il movimento dei macchinari e degli attrezzi, e infine quella della gravità invertita, che farà sì che gli oggetti “cadano” al contrario. Sarà possibile attivarne una alla volta, ma molti degli enigmi necessitano della giusta combinazione per essere risolti.
Uno dei punti di forza del titolo é sicuramente la curva di apprendimento: a fronte dei primi livelli in cui si familiarizza con il concept del gioco, progredendo nell'avventura i rompicapi si fanno via via sempre più vari ed interessanti, inorgogliendo il giocatore una volta risolto l'arcano. Gli enigmi proposti non sono eccessivamente cervellotici, ma soltanto una mente elastica e vigile é in grado di portare a termine il titolo con una certa nonchalance. Ma se pensate che sia sufficiente una buona dose di materia grigia vi sbagliate di grosso: Quantum Conundrum presenta anche una spiccata componente platform, che obbliga a una notevole dimestichezza manuale; questo, purtroppo, anche per via di una fisica buona ma non sempre impeccabile, e a una gestione dei salti non proprio ottimale. Di sicuro, la visuale in prima persona non aiuta nella perfetta calibrazione, anche se il problema é facilmente ovviato dall'ingente numero di checkpoint, che relega il fattore frustrazione ai minimi termini.
In generale, i rompicapo proposti (una cinquantina) si sono rivelati tutti piuttosto stimolanti, con tanto di più soluzioni possibili, e un'argutezza di base che esalterà i giocatori più fantasiosi. A facilitare il compito ci pensa una palette di colore cangiante, che permetterà di individuare istantaneamente in quale dimensione ci si trova. Tale scelta si rivela molto utile soprattutto per gli enigmi dell'ultima parte del gioco, in cui é richiesto un repentino e chirurgico cambio di dimensione.
La longevità, già di per sé buona (abbiamo portato a termine il gioco in 346 minuti), é supportata da un fattore rigiocabilità piuttosto allettante. Per ottenere tutti i 400 gamerpoints é infatti necessario completare ogni livello nel minor tempo possibile, e usufruendo dei soli cambi dimensionali utili alla risoluzione del rompicapo. Obiettivi, quindi, impossibili da ottenere durante la prima sessione di gioco, e che si riveleranno una buona sfida soprattutto in virtù del fatto che difficilmente ricorderete a menadito tutti i livelli.
Dove l'ingegno può fare ben poco, in assenza di un budget ragguardevole, é nell'aspetto tecnico. Effettivamente, tale comparto é il più debole dell'intera produzione, sia per una grafica a dir poco minimalista, con tanto di arredamento della magione ripetuto all'infinito corridoio per corridoio, e sia, soprattutto, per alcuni fastidiosi bug in cui siamo incappati. Due, in particolare, ci hanno impedito di avanzare nel gioco: nel primo caso, si é trattata di una compenetrazioni di poligoni che ha visto il nostro alter ego incastrarsi, senza possibilità di divincolarsi, in una porta; nel secondo, invece, dopo un respawn conseguente a una “tragica” morte mancava la poltrona indispensabile per risolvere l'enigma. Come detto in precedenza, comunque, la presenza di un gran numero di checkpoint ha impedito che la frustrazione prendesse il sopravvento.