Race Driver GRID

di Francesco Romagnoli
Aspetti quali il punto di corda, la traiettoria ideale, vengono totalmente appiattiti dall'esaltazione della strategia offensiva nei confronti degli avversari (leggasi farli da parte a sportellate) o dal classico effetto “elastico”, ovvero la capacità di far sembrare emozionante una gara mediante prestazioni degli avversari ingiustificate od ingiustificabili: in pratica partire ultimi e recuperare sino ai primi posti é un'esperienza quasi elementare, salvo poi far diventare dei piloti impeccabili i conducenti che occupano le prime posizioni o quelli che stanno cercando di recuperare.
Così l'errore casuale dei piloti dell'IA passa presto dalla felice constatazione in stile “nessuno é perfetto” delle prime gare al triste affermarsi dell'ordinarietà di questi eventi al posto della loro casualità.

Anche gli incidenti, che rendono certamente spettacolare ogni gara, ad una analisi approfondita si rivelano non esenti da difetti. Prima di tutto apportano danni alla vettura in modo non coerente: si può rimbalzare da una barriera all'altra e non subire alcuna segnalazione di danneggiamento, ma si può anche essere costretti al ritiro se viene assestato un colpo deciso (magari frontale) ad un guardrail. Inoltre il modo in cui si rimbalza in seguito a queste collisioni, se da un lato é appariscente, anche per via delle varie parti dell'auto che si sparpagliano per il tracciato, rimane ancora una volta poco coerente rispetto alle reazioni che un occhio allenato alle circostanze reali si aspetta.

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Anche la varietà offerta dal buon numero di categorie presenti viene in parte vanificata dall'appiattimento comportamentale delle vetture, fatta eccezione per le esagerate reazioni delle auto preparate per le gare di derapata, disciplina che si differenzia in modo particolare rispetto alle altre.
A conferma che non si tratta di un gioco incentrato sulle emozioni pure della guida vi é la mancanza di una modalità “prova a tempo”. Non si può scegliere una pista ed una vettura e scendere da soli sul tracciato, ma solo accompagnati dagli avversari dell'IA.

Insomma questo gioco sta certamente agli antipodi del racing rappresentato da Gran Turismo, ed é per questo che saprà certamente soddisfare maggiormente chi ha trovato il gioco Polyphony troppo piatto dal lato della competizione sportello contro sportello.
E se l'effetto elastico dell'IA finisce con lo stancare dopo un certo numero di gare, ci si può certamente rinfrancare con la parte on-line. L'effetto elastico, almeno contro gli avversari umani, scompare e le “spintarelle” in circuito divertono senz'altro di più.

In questo caso quindi le parti si invertono: in pista ci si diverte, specie nelle gare “destruction derby”, dove lo scontro fisico é più che legittimato, mentre a non soddisfare del tutto é la configurazione delle stanze. Non sono personalizzabili come su altri giochi simili, e nonostante l'impostazione arcade del gioco, in certi casi questa possibilità non avrebbe guastato.
A questo si aggiunga la limitazione di poter gareggiare su certi circuiti solamente con determinate auto, fattore che nel lungo periodo aumenta la sensazione di ripetitività.

Un videogame “con l'itterizia”.
Passando all'esame del comparto tecnico l'occhio può dirsi sazio ed appagato, anche se non si raggiungono anche in questo caso vette di eccellenza come su Gran Turismo, specialmente in quanto a riproduzione delle autovetture. Va però rimarcato il fatto che qui su Grid si smembrano e ritorcono le carrozzerie, mentre su Gran Turismo 5 Prologue non c'é nemmeno l'ombra di un graffio. La fluidità é buona anche con l'intera dozzina di auto in pista: si gira a 30 fps (e non a 60) ma non si notano quasi mai accenni di rallentamento. Gli effetti del fumo prodotte dalla gomma consumata su asfalto sono tra i migliori mai visti in un videogame e anche quelli di luce sono ben implementati, nonostante alla lunga il perdurante velo giallognolo stanchi, così come l'eccesso di blur.

Nel complesso però il risultato é senz'altro soddisfacente, mentre dal punto di vista audio la situazione é solo discreta. Lo sono i rumori prodotti dalle auto, mai profondi ed in grado di esaltare, lo sono le musiche dei menù (ripetitive, nulla di speciale). Certo, il fatto di poter scegliere il proprio nome da far pronunciare allo speaker fa piacere e, anzi, fa esclamare “era ora!”, ma di fatto viene utilizzato solo in poche occasioni mentre navighiamo nei menù, dove la speaker sembra prelevata da un call center erotico piuttosto che da un'officina. Questa viene poi sostituita da una rozza voce maschile che commenta i nostri progressi in pista dal muretto.

Nel complesso quindi non ci si può lamentare del comparto tecnico: l'impatto audio é discreto, quello grafico buono, sia per le auto che per le piste, sia quelle cittadine sia i circuiti.
Spendiamo due parole in più su di questi per segnalare alcune presenze celebri quali Le Mans e Spa.
La loro presenza sicuramente alza il prestigio del gioco, ma d'altro canto sale il rammarico di vedere licenze simili (compresa la 24 ore di le Mans) quasi “sprecate” per un prodotto arcade, laddove gli appassionati di racing-game reclamano a gran voce questi tracciati sui giochi di ben altro spessore simulativo. Incuriosisce invece la mancanza del Nordschleife, il tracciato di 20 km del Nurburgring, presente ormai in tutti i giochi di auto, rappresentato qui solamente dalla pista GP.

Tirando le somme su questo GRID, non possiamo che constatare una cosa: cercare di soddisfare le due facce opposte di una medaglia non sempre porta alla soluzione ottimale. In questo caso però, almeno una delle due facce viene sicuramente soddisfatta più dell'altra ed é ovviamente quella Arcade. Chi é alla ricerca di un racing-game basato sul contatto fisico, sulla varietà situazionale, sulla parte spettacolare delle corse, rimarrà piacevolmente compiaciuto, mentre non si potrà dire altrettanto di chi é solito ricercare i piaceri della guida e della sensazione di realismo nel comportamento delle vetture in un videogame. Così le personalizzazioni e l'impegno al volante dei vecchi TOCA, la serie da cui questo GRID deriva, vengono abbandonate per fare spazio ad un gioco che esalta il lato cinematografico degli sport motoristici.