RAGE
di
Avete presente quello spot pubblicitario dove il marchio XY si vanta di non seguire le mode, ma di farle? Ecco, fino a qualche tempo fa Id software era quel tipo di sviluppatore capace di fare le mode, di orientare le masse e le altre software house verso la "visione" di gente come Johm Carmack & Co. Vuoi per effettiva capacità tecniche e concettuali, vuoi anche solo per essere stati capaci di calamitare l'attenzione del pubblico e dei media fin dai loro primi anni di vita, iD Software é sempre stato un vero e proprio punto di riferimento per giocatori e addetti ai lavori. Wolfenstein, Doom, Quake sono vere e proprie pietre miliari che non solo hanno dato vita e forma al genere degli shooter in prima persona ma sono stati anche capaci di dare forma al multiplayer online e a sdoganare il fenomeno del "modding". E c'é ancora chi dice che gli FPS sono solo giochi con "manina e pistolina". Quanta ignoranza.
Una premessa forse scontata che però prepara il terreno per comprendere un pò lo sconcerto di ritrovarsi per le mani un prodotto come Rage che, al netto della qualità di cui parleremo dopo, é un gioco che insegue le mode, senza comandarle e che ha troppi punti di contatto con un gioco come Borderlands. Per carità, lungi da noi pensare ad una copia spudorata dal gioco Gearbox, ma non pensiamo di sbagliare nel dire che se Borderlands non esistesse, iD si ritroverebbe tra le mani uno dei giochi più belli e interessanti di tutta la stagione. E non solo.
Sarebbe però ingeneroso tacciare Rage di essere un mero clone di Borderlands, però dando per scontata la buona fede di Carmack & co, rimane comunque la sensazione di un titolo che per quanto buono, non porti niente di veramente nuovo, accomodandosi su un ricco tavolo, quello del free roaming, imbandito per lui da altri. Il gameplay é quello, a cui é stata appiccicata la trama (quelle che Carmack definisce inutili, ricordiamoci), che vede il nostro pianeta devastato dall'impatto di una cometa e che vede i pochi superstiti ripartire praticamente da zero, arrangiandosi con le poche cose salvate dal disastro e assemblandole alla bell'e meglio con tanto nastro adesivo e buona volontà. Uno scenario post apocalittico a metà tra Mad Max e appunto Borderlands, con tanto di musiche di sottofondo che profondano nel rock/blues di Mark Lanegan (che ha composto uno dei brani principali della colonna sonora: Jacob's Ladder) ed estratti di quella tecnologia "polverosa" fatta di lamiere contorte, edifici fatiscenti e luridi.
Un mondo desertificato, popolato di piccole città e immensi spazi desertici divenuti terreno di caccia di bande di predoni e mutanti che si spartiscono le poche risorse rimaste in una infinita guerra tra poveri. Questo lo scenario riprodotto in Rage e in cui si muoverà il nostro protagonista in un continuo andirivieni di missioni principali, incarichi secondari e un pò di sana esplorazioni alla ricerca degli innumerevoli "memorabilie" disseminate da Id Software. Un ping-pong continuo tra il centro città, dove saranno assegnate la maggior parte degli incarichi, il luogo di destinazione, dove porteremo a termine la missione e il rientro in città dove riporteremo l'oggetto recuperato o faremo un semplice rapporto a colui che ci ha dato l'incarico e dove ovviamente riscuoteremo il nostro compenso.
In mezzo a tutto questo ci sono sterminati spazi da percorrere a bordo di Buggy opportunamente armate e modificate per sfuggire alle attenzioni dei predoni e bande rivali da fronteggiare in battaglia, armati di tutto punto. C'é da dire che contrariamente alle abitudini di Id Software la progressione delle armi in nostro possesso percorrerà una curva piuttosto "morbida" e non ci vedrà interpretare il ruolo di sterminatore delle masse fin dal primo minuto, dal momento che per tutta la durata del gioco ci sarà impedito rubare le armi lasciate sul terreno di gioco dai nemici abbattuti mentre, al contrario, potremo depredare i cadaveri dei pochi averi posseduti ma che saranno utili, assieme all'accattonaggio di tutti gli oggetti utili sparsi per la mappa, per acquistare armi, munizioni e upgrade, dai vari vendor sparsi nel centro città. Alla presenza di alcune armi storiche del repertorio della software house californiana come l'amato shotgun e il lanciamissili trovano posto anche alcune armi studiate ad hoc per la situazione, come la balestra a cui potranno essere associati dardi di varia natura, da quelli elettrici a quelli che consentiranno di prendere il controllo della mente nostro avversario per fargli compiere azioni contro i suoi stessi compagni di team.
Una premessa forse scontata che però prepara il terreno per comprendere un pò lo sconcerto di ritrovarsi per le mani un prodotto come Rage che, al netto della qualità di cui parleremo dopo, é un gioco che insegue le mode, senza comandarle e che ha troppi punti di contatto con un gioco come Borderlands. Per carità, lungi da noi pensare ad una copia spudorata dal gioco Gearbox, ma non pensiamo di sbagliare nel dire che se Borderlands non esistesse, iD si ritroverebbe tra le mani uno dei giochi più belli e interessanti di tutta la stagione. E non solo.
Sarebbe però ingeneroso tacciare Rage di essere un mero clone di Borderlands, però dando per scontata la buona fede di Carmack & co, rimane comunque la sensazione di un titolo che per quanto buono, non porti niente di veramente nuovo, accomodandosi su un ricco tavolo, quello del free roaming, imbandito per lui da altri. Il gameplay é quello, a cui é stata appiccicata la trama (quelle che Carmack definisce inutili, ricordiamoci), che vede il nostro pianeta devastato dall'impatto di una cometa e che vede i pochi superstiti ripartire praticamente da zero, arrangiandosi con le poche cose salvate dal disastro e assemblandole alla bell'e meglio con tanto nastro adesivo e buona volontà. Uno scenario post apocalittico a metà tra Mad Max e appunto Borderlands, con tanto di musiche di sottofondo che profondano nel rock/blues di Mark Lanegan (che ha composto uno dei brani principali della colonna sonora: Jacob's Ladder) ed estratti di quella tecnologia "polverosa" fatta di lamiere contorte, edifici fatiscenti e luridi.
Un mondo desertificato, popolato di piccole città e immensi spazi desertici divenuti terreno di caccia di bande di predoni e mutanti che si spartiscono le poche risorse rimaste in una infinita guerra tra poveri. Questo lo scenario riprodotto in Rage e in cui si muoverà il nostro protagonista in un continuo andirivieni di missioni principali, incarichi secondari e un pò di sana esplorazioni alla ricerca degli innumerevoli "memorabilie" disseminate da Id Software. Un ping-pong continuo tra il centro città, dove saranno assegnate la maggior parte degli incarichi, il luogo di destinazione, dove porteremo a termine la missione e il rientro in città dove riporteremo l'oggetto recuperato o faremo un semplice rapporto a colui che ci ha dato l'incarico e dove ovviamente riscuoteremo il nostro compenso.
In mezzo a tutto questo ci sono sterminati spazi da percorrere a bordo di Buggy opportunamente armate e modificate per sfuggire alle attenzioni dei predoni e bande rivali da fronteggiare in battaglia, armati di tutto punto. C'é da dire che contrariamente alle abitudini di Id Software la progressione delle armi in nostro possesso percorrerà una curva piuttosto "morbida" e non ci vedrà interpretare il ruolo di sterminatore delle masse fin dal primo minuto, dal momento che per tutta la durata del gioco ci sarà impedito rubare le armi lasciate sul terreno di gioco dai nemici abbattuti mentre, al contrario, potremo depredare i cadaveri dei pochi averi posseduti ma che saranno utili, assieme all'accattonaggio di tutti gli oggetti utili sparsi per la mappa, per acquistare armi, munizioni e upgrade, dai vari vendor sparsi nel centro città. Alla presenza di alcune armi storiche del repertorio della software house californiana come l'amato shotgun e il lanciamissili trovano posto anche alcune armi studiate ad hoc per la situazione, come la balestra a cui potranno essere associati dardi di varia natura, da quelli elettrici a quelli che consentiranno di prendere il controllo della mente nostro avversario per fargli compiere azioni contro i suoi stessi compagni di team.