Rainbow Six 3
di
Giuseppe 'Sovrano' Schirru
Un mesetto fa vi avevamo lasciato con le prime considerazioni circa il passaggio di Rainbow Six 3 al monolite nero di casa Sony. Considerazioni che, dopo la nostra attenta valutazione, ci hanno portato a constatare la bontà della conversione dal punto di vista teorico, ma non da quello pratico, vista l'esile muscolatura della PS2. Un ostacolo che nemmeno i talentuosi programmatori della Ubi Soft hanno potuto superare. Stavolta vi parliamo di missioni aggiuntive, di livelli ridisegnati e tagliati per far girare il tutto al meglio, ma anche di un reparto grafico decisamente sottotono rispetto alla versione X-Box e, purtroppo, un IA dei nemici deficitaria nonché dei caricamenti lunghi ed estenuanti. Da una parte la buona volontà di Ubi Soft, dall'altra i limiti hardware della PS2.
Lo sfondo della vicenda è la lotta al terrorismo, con la quale rispondere senza mezze misure: fine. La storia ci vede indossare i panni di Domingo "Ding" Chavez al comando della squadra Rainbow, composta da altri tre membri che ci accompagneranno passo passo durante le missioni, previa loro sopravvivenza. Dopo aver scelto l'armamentario più consono al lavoro da svolgere, e aver vagliato le innumerevoli armi a disposizione (si arriva al considerevole numero di 30 gingilli), potremo finalmente entrare in azione. Le missioni, a parte qualche divagazione circa gli scenari, non differiscono da quanto visto su X-Box, con gli stessi obiettivi che spaziano dal recupero di ostaggi fino al disinnesco di bombe, passando per l'uccisione obbligatoria di terroristi. La nostra squadra, composta sempre da quattro unità di partenza, potrà subire perdite a patto che il protagonista - noi (Domingo Chavez) - non venga ucciso.
L'alto grado di realismo raggiunto grazie al copione di Tom Clancy, pervade anche il gameplay, che rientra nel campo di definizione "possibile". Siamo davanti a un tactical shooter, per intenderci un fps che richiede due componenti primarie durante l'azione: strategia e tattica. Le azioni solitarie sono sconsigliate come il buttarsi col coltello tra i denti nelle fauci del nemico: detto in soldoni, una strategia oculata paga molto più di un'azione avventata, e mandare in avanscoperta i compagni per saggiare il fuoco nemico è spesso cosa buona e giusta. L'impossibilità poi di ricaricare le energie dei componenti della squadra (nonché quelle del protagonista), avvalora la nostra tesi e ci da il colore della situazione, nella quale ogni errore può essere fatale in missioni che richiedono un alto grado di concentrazione. Non siamo pivellini mandati allo sbaraglio, siamo una squadra speciale.
Fin qua nulla di diverso, il discorso è analogo a quello fatto qualche mese or sono per la versione X-Box, che nelle nostre pagine si è meritata un otto pieno. Tuttavia, nel passaggio di piattaforma le peculiarità del titolo sono state leggermente snaturate, sia dal punto di vista grafico, sia da quello strutturale. Due cambiamenti che hanno una radice comune, ovvero la minore potenza hardware del monolite nero. Questo ha portato a un restyling di alcuni livelli, con opere di taglio e cucito (a volte con l'accetta) e l'inserimento di caricamenti in-game che nella versione X-Box sono completamente assenti. Nonostante il fascino del titolo sia rimasto immutato, è spiacevole constatare come alcuni passaggi di gioco siano stati tralasciati e alcune strutture architettoniche eliminate, per quanto in fin dei conti quella adoprata dai programmatori sia stata la scelta più onesta, specie se si tiene conto delle aggiunte inserite.
Rainbow Six 3
7
Voto
Redazione
Rainbow Six 3
Il team arcobaleno nel passaggio di piattaforma perde qualche colore, in quella che si potrebbe definire una versione "light" del tactical shooter apprezzato su Xbox. Difficile anche per i talentuosi programmatori della Ubi Soft condurre il gioco con mano sicura, laddove la magrolina PS2 non può gestire quello che l'X-Box riesce a far girare in perfetto surplace. Il risultato finale è pur sempre una conversione dignitosa, che ripaga con numerose e gradite aggiunte le carenze a livello tecnico.