Rainbow Six Lockdown

di Luca Gambino
Appassionati di Tactical Shooter? Il 2005 non è stato il vostro anno, vero? E se poi siete amanti di questo genere su Pc, allora preparatevi all'ennesima mazzata. Brava gente, questi appassionati di sparatutto tattici, soprattutto gente con una pazienza a dir poco certosina. Soprattutto se si considera che loro gli sparatutto tattici li hanno visti nascere, ne hanno udito i primi vagiti, sopportato le prime bizze adolescenziali, li hanno via via visti trasformarsi in un qualcosa che di tattico ha veramente poco, prima che questi gli voltassero le spalle per migrare in massa verso le console per meri scopi commerciali. Sparite tutte le sezioni di pianificazione della missione, eliminate le squadre multiple, eliminato del tutto il gioco di squadra. Un uomo solo al comando e 3-4 pecorelle a seguirlo. Ecco a cosa si sono ridotti i tactical shooter. Ghost Recon 2 su PC? Non se ne parla nemmeno. Rainbow Six Lockdown? Si, ma con 6 mesi di ritardo rispetto alle versioni console. Bella gratitudine, penserà qualcuno.


Soprattutto se si considera il fatto che il qui presente Lockdown si porta dietro un fardello di problemi mica da poco. Intelligenza artificiale inadatta, scarso appeal, meccaniche di gioco snaturate dalla loro originale veste tattica e poco invitanti. Certo, si potrebbe pensare che le ridotte risorse di Xbox e Ps2 abbiano costretto i produttori ad effettuare scelte sofferte e impopolari, che però sarebbero state poi appianate dalla versione "maggiore". E invece no, perché Lockdown sembra essere fatto della stessa pasta, con gli stessi problemi di fondo e un fascino per gli utenti PC che a questo punto punta dritto ai minimi storici, soprattutto per una serie che aveva abituato forse fin troppo bene gli aficionados del lavoro di Tom Clancy e soci. Ma andiamo con ordine. Rainbow Six Lockdown vi metterà al comando del solito manipolo di esperti agenti anti terrorismo, chiamati ancora una volta a ristabilire pace ed equilibrio nelle zone più "calde" del globo terracqueo. Ancora una volta sarà Domingo Chavez a guidare la squadra sul campo, con la diretta supervisione di John Clark (altro personaggio storico creato dal genio di Tom Clancy, qui alla sua ultima apparizione) dal Quartier Generale.

Poco o niente è cambiato rispetto a quanto visto su console. Con pochi click di mouse si passa direttamente dalla sessione di briefing al campo, saltando a piè pari tutta la pianificazione della missione che rimane, purtroppo un lontano ricordo legato alle prime apparizioni della serie Redstorm. Non che questo sia il problema principale di Lockdown, per intenderci, o almeno non lo è quanto il mancato ricalibramento dell'ìntelligenza artificiale avversaria. Per assurdo, il netto miglioramento nel sistema di controllo (per quanto buono il controllo con il pad, il sistema mouse e tastiera è insostituibile) incide negativamente sull'economia globale del gioco, rendendo fin troppo semplice l'eliminazione sistematica di avversari che si parano davanti alla canna del nostro fucile con un piglio poco superiore a quello della vittima sacrificale di turno. Un gioco, quindi, che di tattico si riduce ad avere veramente ben poco e se le scelte operate da Ubisoft possono funzionare su console, si dimostrano quantomeno inadatte una volta portate su personal computer. Le pessime notizie riguardanti l'intelligenza artificiali si estendono comunque ai nostri compagni di squadra, che spesso evidenziano tendenza suicide andando ad impallare la nostra linea di tiro e beccandosi qualche proiettile di passaggio.


Anche la struttura delle missioni proposte non cambia, sebbene non trovino posto le sessioni di cecchinaggio viste nelle versione Xbox e PS2, intermezzi che comunque non avevano suscitato particolare clamore nemmeno nell'utenza console. Una conversione, quindi, che trova un netto miglioramento solo nell'aspetto visuale che dona a Lockdown una cosmesi più realistica e armonica, anche se molte strutture sembrano ancora modellate a sonori colpi d'accetta e risultano molto più "piatte" rispetto a quanto visto nei massimi esponenti dei motori grafici 3D. Non aspettatevi quindi la complessità poligonale di Doom 3 o gli ottimi effetti delle texture di Half Life 2 sebbene effetti come l'HDR (High Dynamic Range) contribuiscono a rendere gli ambienti di gioco particolarmente realistici e riusciti, dando a Lockdown un aspetto nel complesso più che convincente. Ancora una volta quindi l'aspetto più riuscito del nuovo capitolo di Rainbow Six ha nel multiplayer il suo aspetto più riuscito, presentando scenari di gioco che riportano la memoria dei più esperti a situazioni gi gioco vissuti nei momenti più significativi della serie (una su tutte: l'assalto all'aereo dirottato).

La delusione della versione vista qualche mese fa su xbox e ps2 è confermata, e in un certo rimarcata da questa versione pc, che ha il solo merito di presentare un comparto grafico distante anni luce da quello console (non è una cosa così scontata) e un multiplayer sicuramente più completo e giocabile. A farne le spese, però è proprio il gameplay che a fronte di un miglioramento nel sistema di controllo, presenta un'intelligenza artificiale del tutto inadatta, che tende a facilitare fin troppo il compito nel portare a termine le missioni proposte. Per arginare parzialmente la situazione, Ubisoft ha innalzato inasprito, e non poco, l'esito degli scontri a fuoco, rendendoli molto più serrati e "cattivi". Un solo colpo ben assestato potrebbe mettere fine alla vostra missione (ricordate, voi non sarete l'elemento sacrificabile del gruppo), ma basterà solo un po' di attenzione e una buona mira per superare tutte le resistenze dei vostri (stupidi) avversari.

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