Rainbow Six: Rogue Spear

di Redazione Gamesurf

Un lavoro decisamente più consono alle potenzialità dell'ormai vetusta PSX (basta guardare "Metal Gear" per capire) è stato invece compiuto nella realizzazione delle locazioni e degli sfondi, in cui le texture risultano al contrario abbastanza fluide ed uniformi.
Per ciò che concerne invece la giocabilità, il motore del gioco svolge bene il suo compito rendendo tutto assai credibile: la reazione dei nemici o degli ostaggi alle situazioni impreviste, così come la facoltà di adeguarsi rapidamente a condizioni diverse da quelle preventivate, dimostrano che i programmatori hanno voluto in particolare concentrarsi (riuscendoci) sulla veridicità complessiva del gioco. In merito al sistema di controllo, inoltre, va detto che il tipo di impostazione rende facilmente accessibili tutti i comandi.
Il sonoro fa da cornice a tutto il contesto, svolgendo il suo compito senza note particolari. Tutti gli effetti sono infatti riprodotti in modo credibile, mentre le musiche si rifanno a quelle dei classici film del genere.
Volendo dare un giudizio complessivo al gioco in esame, se proviamo a paragonare la versione di "Rogue Spear" per PSX con quelle disponibili per le altre piattaforme, a mio avviso essa non si dimostra particolarmente esaltante. Infatti se l'impostazione realistica propria dei giochi strategici non ha subìto particolari variazioni (e il merito di ciò va senz'altro a chi si è occupato di questo porting, considerando le capacità tutt'altro che illimitate della PSX), la stessa considerazione purtroppo non si può fare per ciò che concerne l'aspetto prettamente grafico, che risulta essere spoglio e non esente da evidenti difetti. Per chi ama i giochi di questo tipo, dunque, probabilmente sarebbe poco gratificante acquistare "Rogue Spear" dopo "Rainbow Six"; al contrario un titolo come questo potrebbe essere consigliabile per chi si vuole avvicinare al genere dei giochi di strategia, anche se va detto che in tal senso il capolavoro "Metal Gear Solid" di Hideo Kojima continua ad essere a tutt'oggi l'unico vero 'must'.


Fabrizio C.