Rainbow Six Vegas 2
di
Luca Gambino
Se esistesse una speciale classifica volta a premiare i migliori livelli della serie Rainbow Six, il penultimo livello di Vegas 2 potrebbe essere uno dei candidati alla vittoria finale. Da soli, senza i nostri fidi compagni d'avventura e privati di molti dei gadget tecnologici utilizzati per buon parte del gioco, saremo chiamati a tenere testa al folto gruppo di terroristi messi in campo dall'ennesimo fac simile di Bin Laden e soci (con accento sudamericano, sia intesi). Nessuno da mandare a fare il lavoro sporco, ad esporsi al fuoco nemico ma solo noi e loro.
Una partita a scacchi con la tensione alle stelle e la consapevolezza che l'intero succo di Vegas 2 sta proprio lì. Messi da parte gli ammennicoli che semplificano fin troppo la vita e senza nessuno a coprirci le spalle, sembrerà quasi di tornare ai primi Rainbow quando prudenza e tattica erano praticamente il pane quotidiano.
Cambiando la linea di comando il risultato non cambia. Da Keller a Bishop le cose son sempre le stesse. Sembra essere questo il principio da cui parte questo secondo episodio della versione next-gen di Rainbow Six. Non tradisca quel “Vegas” posto subito dopo il titolo, perché Ubisoft ha avuto quantomeno gusto e rispetto per il folto pubblico che segue le vicende del gruppo Rainbow, evitando di produrre un gioco-fotocopia di quello uscito sul finire del 2006. Quello che ci troviamo di fronte é un titolo che sicuramente ricalca in gran parte quanto di buono già visto, introducendo nuovi elementi di gameplay che sebbene non ne stravolgano il concetto di base, riescono a dare quel pizzico di novità che contribuiscono al successo del tactical shooter Ubisoft.
L'asse temporale di questo nuovo episodio parte da 5 anni prima dei fatti narrati in Vegas (dove assisteremo allo storico incontro tra Bishop e Keller), per finire nello stesso periodo temporale in cui abbiamo trovato Bishop impegnato in Messico a combattere, guardacaso, lo stesso responsabile degli eventi che ci vedranno coinvolti. Accantonato il pericolo nucleare, questa volta dovremo far fronte ad un possibile disastro biologico da parte dei soliti terroristi ben equipaggiati e pronti a tutto pur di realizzare i propri piani malavitosi.
Le novità rispetto al primo Vegas sono sostanzialmente legate al rinnovato arsenale destinato al nostro team, alla possibilità di potenziare e differenziare l'abbigliamento della nostra squadra, sacrificando parte della mobilità in virtù di una maggiore protezione ai colpi avversari. Non solo. Adesso il nostro protagonista potrà effettuare brevi scatti in avanti (che gli impediranno però di fare fuoco) ed é stato introdotto un nuovo sistema di votazione che attribuirà in base alle nostre uccisioni e a quel del nostro team un determinato punteggio che andrà poi ad attribuire promozioni, passaggi di livello e quant'altro, sbloccando bonus aggiuntivi, nuove armi etc.
Il nostro operato sarà valutato in base a parametri quali precisione di tiro, combattimento ravvicinato e in base alla nostra abilità a far fronte a particolari situazioni di forza dove sarà richiesta anche la capacità d'attacco a testa bassa. Un'idea tutto sommato discreta ma che va a cozzare con quel clima di realismo che permea da sempre i tactical shooter nati dalla penna di Tom Clancy.
D'accordo, nel corso degli anni Rainbow Six (ma anche Ghost Recon) si é dovuto piegare alle esigenze più “easy” dell'universo console, sacrificando quasi per intero tutta la sezione tattica, ma pensare di dover accedere ad un più vasto arsenale collezionando punti-premio in stile Mediaworld, ci sembra veramente un po' troppo. Soprattutto si corre il rischio di snaturare uno stile di gioco, costringendo quasi il giocatore a forzare la mano su alcuni aspetti del gameplay solo per accedere alla propria arma preferita (non c'é vita senza il P90, intendiamoci) o per sbloccare abiti o corazze di nuova fattura. Una novità che si estende anche al versante multiplayer, dal momento che si potrà aumentare il proprio ranking anche durante le sessioni di gioco online.
Uno dei punti di forza di Vegas 2 consiste nella rinnovata intelligenza artificiale riservata ai nostri avversari. Sia intesi, il sistema di gioco “try & error” é sempre quello e da questo punto di vista Ubisoft dimostra di non voler nemmeno accennare a fare qualcosa di diverso dal solito. Fa piacere però constatare che quelli che ci troviamo di fronte sono terroristi particolarmente ostici, equipaggiati di tutto punto e dotati in alcuni casi di una mira fuori dall'ordinario. Non saranno rare infatti le occasioni in cui saremo tenuti sotto scacco da pochi, ma inesorabili, cecchini che piazzati in punti strategici degli scenari, impediranno al nostro team di procedere verso il checkpoint successivo (che funzionerà nella maggior parte dei casi anche in punto di salvataggio).
Ed é proprio grazie a questo rinnovato ispessimento delle capacità avversarie che saremo costretti ad agire coinvolgendo nel miglior modo possibile le capacità dei nostri sottoposti. La corretta gestione del team, e non delle nostre capacità individuali, sarà la chiave di volta per il successo della missione. Particolarmente azzeccata é anche la possibilità di ordinare ai nostri uomini (tramite la pressione di appositi tasti sul D-pad) di lanciare granate fumogene o a frammentazione per creare cortine di fumo dietro cui nascondersi o andare direttamente a sfoltire le fila nemiche con un unico colpo. Se quello della cooperazione é un marchio di fabbrica della serie, in Vegas 2 questa é maggiormente esaltata proprio dal maggiore livello di difficoltà generale, unito alla ormai usuale semplicità con cui potremo coordinare i movimenti e le azioni dei membri del team.
Le novità introdotte si estendono anche alla possibilità di poter giocare la missione in singolo cooperando con un altro giocatore umano, anche su Xbox Live, allineando il prodotto Ubisoft ad altri giochi come Gears of War o il recente Army of Two, che basano molte delle loro fortune proprio sulla capacità cooperativa di un titolo che fa del coinvolgimento emotivo il vero punto forte dell'intera esperienza di gioco. Ovviamente anche il multiplayer di Vegas 2 é stato radicalmente rinnovato, prima di tutto sul livello estetico. Se nel primo episodio in tanti (e noi per primi) si erano lamentati del downgrade grafico del versante multiplayer del gioco, questa volta Ubisoft ha fatto le cose in grande, riservando lo stesso trattamento estetico del gioco in singolo.
Tecnicamente infatti Vegas 2 ricalca in gran parte la stessa strada battuta dal primo episodio. Ottimo l'utilizzo dell'Unreal Engine 3 che ha permesso a Ubisoft di modellare alla perfezione i personaggi sullo schermo (civili a parte, piuttosto poveri in termini di poligoni e texture) e di creare ambienti di gioco che si differenziano completamente da quanto visto nel primo episodio. Abbandonati gli ambienti chiusi dei Casinò, Bishop guiderà la propria squadra in scenari aperti, dotati di una palette cromatica più ricca e con maggiori elementi dello scenario con cui interagire. A questo proposito é da sottolineare che, così come visto in COD 4, il nostro Bishop potrà eliminare quei nemici che avranno la malaugurata idea di ripararsi dietro ripari dal basso coefficiente di protezione. I nostri colpi perforeranno infatti esili lastre di legno o affini, non intaccando però (come riesce a fare COD 4), le protezioni più spesse e impegnative.
Sotto tono il sonoro che così come nel primo Vegas non pecca certo di qualità nelle voci dei protagonisti, quanto piuttosto nelle espressioni dei terroristi, spesso e volentieri involontariamente comici. Un esempio? Dopo aver steso l'ennesimo nemico non sarà raro sentire i compagni piangerlo in questo modo: “Dannazione, mi doveva dei soldi!!!”. Si poteva fare di più, di sicuro.
Una partita a scacchi con la tensione alle stelle e la consapevolezza che l'intero succo di Vegas 2 sta proprio lì. Messi da parte gli ammennicoli che semplificano fin troppo la vita e senza nessuno a coprirci le spalle, sembrerà quasi di tornare ai primi Rainbow quando prudenza e tattica erano praticamente il pane quotidiano.
Cambiando la linea di comando il risultato non cambia. Da Keller a Bishop le cose son sempre le stesse. Sembra essere questo il principio da cui parte questo secondo episodio della versione next-gen di Rainbow Six. Non tradisca quel “Vegas” posto subito dopo il titolo, perché Ubisoft ha avuto quantomeno gusto e rispetto per il folto pubblico che segue le vicende del gruppo Rainbow, evitando di produrre un gioco-fotocopia di quello uscito sul finire del 2006. Quello che ci troviamo di fronte é un titolo che sicuramente ricalca in gran parte quanto di buono già visto, introducendo nuovi elementi di gameplay che sebbene non ne stravolgano il concetto di base, riescono a dare quel pizzico di novità che contribuiscono al successo del tactical shooter Ubisoft.
L'asse temporale di questo nuovo episodio parte da 5 anni prima dei fatti narrati in Vegas (dove assisteremo allo storico incontro tra Bishop e Keller), per finire nello stesso periodo temporale in cui abbiamo trovato Bishop impegnato in Messico a combattere, guardacaso, lo stesso responsabile degli eventi che ci vedranno coinvolti. Accantonato il pericolo nucleare, questa volta dovremo far fronte ad un possibile disastro biologico da parte dei soliti terroristi ben equipaggiati e pronti a tutto pur di realizzare i propri piani malavitosi.
Le novità rispetto al primo Vegas sono sostanzialmente legate al rinnovato arsenale destinato al nostro team, alla possibilità di potenziare e differenziare l'abbigliamento della nostra squadra, sacrificando parte della mobilità in virtù di una maggiore protezione ai colpi avversari. Non solo. Adesso il nostro protagonista potrà effettuare brevi scatti in avanti (che gli impediranno però di fare fuoco) ed é stato introdotto un nuovo sistema di votazione che attribuirà in base alle nostre uccisioni e a quel del nostro team un determinato punteggio che andrà poi ad attribuire promozioni, passaggi di livello e quant'altro, sbloccando bonus aggiuntivi, nuove armi etc.
Il nostro operato sarà valutato in base a parametri quali precisione di tiro, combattimento ravvicinato e in base alla nostra abilità a far fronte a particolari situazioni di forza dove sarà richiesta anche la capacità d'attacco a testa bassa. Un'idea tutto sommato discreta ma che va a cozzare con quel clima di realismo che permea da sempre i tactical shooter nati dalla penna di Tom Clancy.
D'accordo, nel corso degli anni Rainbow Six (ma anche Ghost Recon) si é dovuto piegare alle esigenze più “easy” dell'universo console, sacrificando quasi per intero tutta la sezione tattica, ma pensare di dover accedere ad un più vasto arsenale collezionando punti-premio in stile Mediaworld, ci sembra veramente un po' troppo. Soprattutto si corre il rischio di snaturare uno stile di gioco, costringendo quasi il giocatore a forzare la mano su alcuni aspetti del gameplay solo per accedere alla propria arma preferita (non c'é vita senza il P90, intendiamoci) o per sbloccare abiti o corazze di nuova fattura. Una novità che si estende anche al versante multiplayer, dal momento che si potrà aumentare il proprio ranking anche durante le sessioni di gioco online.
Uno dei punti di forza di Vegas 2 consiste nella rinnovata intelligenza artificiale riservata ai nostri avversari. Sia intesi, il sistema di gioco “try & error” é sempre quello e da questo punto di vista Ubisoft dimostra di non voler nemmeno accennare a fare qualcosa di diverso dal solito. Fa piacere però constatare che quelli che ci troviamo di fronte sono terroristi particolarmente ostici, equipaggiati di tutto punto e dotati in alcuni casi di una mira fuori dall'ordinario. Non saranno rare infatti le occasioni in cui saremo tenuti sotto scacco da pochi, ma inesorabili, cecchini che piazzati in punti strategici degli scenari, impediranno al nostro team di procedere verso il checkpoint successivo (che funzionerà nella maggior parte dei casi anche in punto di salvataggio).
Ed é proprio grazie a questo rinnovato ispessimento delle capacità avversarie che saremo costretti ad agire coinvolgendo nel miglior modo possibile le capacità dei nostri sottoposti. La corretta gestione del team, e non delle nostre capacità individuali, sarà la chiave di volta per il successo della missione. Particolarmente azzeccata é anche la possibilità di ordinare ai nostri uomini (tramite la pressione di appositi tasti sul D-pad) di lanciare granate fumogene o a frammentazione per creare cortine di fumo dietro cui nascondersi o andare direttamente a sfoltire le fila nemiche con un unico colpo. Se quello della cooperazione é un marchio di fabbrica della serie, in Vegas 2 questa é maggiormente esaltata proprio dal maggiore livello di difficoltà generale, unito alla ormai usuale semplicità con cui potremo coordinare i movimenti e le azioni dei membri del team.
Le novità introdotte si estendono anche alla possibilità di poter giocare la missione in singolo cooperando con un altro giocatore umano, anche su Xbox Live, allineando il prodotto Ubisoft ad altri giochi come Gears of War o il recente Army of Two, che basano molte delle loro fortune proprio sulla capacità cooperativa di un titolo che fa del coinvolgimento emotivo il vero punto forte dell'intera esperienza di gioco. Ovviamente anche il multiplayer di Vegas 2 é stato radicalmente rinnovato, prima di tutto sul livello estetico. Se nel primo episodio in tanti (e noi per primi) si erano lamentati del downgrade grafico del versante multiplayer del gioco, questa volta Ubisoft ha fatto le cose in grande, riservando lo stesso trattamento estetico del gioco in singolo.
Tecnicamente infatti Vegas 2 ricalca in gran parte la stessa strada battuta dal primo episodio. Ottimo l'utilizzo dell'Unreal Engine 3 che ha permesso a Ubisoft di modellare alla perfezione i personaggi sullo schermo (civili a parte, piuttosto poveri in termini di poligoni e texture) e di creare ambienti di gioco che si differenziano completamente da quanto visto nel primo episodio. Abbandonati gli ambienti chiusi dei Casinò, Bishop guiderà la propria squadra in scenari aperti, dotati di una palette cromatica più ricca e con maggiori elementi dello scenario con cui interagire. A questo proposito é da sottolineare che, così come visto in COD 4, il nostro Bishop potrà eliminare quei nemici che avranno la malaugurata idea di ripararsi dietro ripari dal basso coefficiente di protezione. I nostri colpi perforeranno infatti esili lastre di legno o affini, non intaccando però (come riesce a fare COD 4), le protezioni più spesse e impegnative.
Sotto tono il sonoro che così come nel primo Vegas non pecca certo di qualità nelle voci dei protagonisti, quanto piuttosto nelle espressioni dei terroristi, spesso e volentieri involontariamente comici. Un esempio? Dopo aver steso l'ennesimo nemico non sarà raro sentire i compagni piangerlo in questo modo: “Dannazione, mi doveva dei soldi!!!”. Si poteva fare di più, di sicuro.
Rainbow Six Vegas 2
8.5
Voto
Redazione
Rainbow Six Vegas 2
Rainbow Six Vegas 2 é tutto sommato un buon prodotto. Riprende quanto di buono già fatto in precedenza e tenta di proporre un nuovo sistema di gioco che vorrebbe trasporre numericamente il nostro operato sul campo. Inutile dire che questa novità, dalle venature arcade, non esalta di certo chi da Rainbow Six e affini vuole respirare un sano realismo senza troppi compromessi. C'é di che divertirsi, però, e gli amanti dei tactical shooter potranno mettersi al comando di un team che sicuramente non mancherà di regalare soddisfazioni, soprattutto nella rinnovata modalità cooperativa e in un multiplayer che vuole cercare di contrastare lo strapotere di Halo 3 e COD 4 nelle classifiche dei titoli più giocati su Xbox Live.