Rainbow Six Vegas

di Marco Modugno
Las Vegas. Se chiudiamo gli occhi e pensiamo alla mitica città, nata meno di un secolo fa nel mezzo del deserto del Nevada per diventare, nel giro di pochi decenni, la mecca universale del gioco d'azzardo di massa, del vizio e dell'intrattenimento, ci sembrerà di sentire tintinnio di gettoni nei cassetti delle slots, tonfo sommesso di fiches sui tavoli verdi da gioco, cori di clacson sullo Strip che si contendono una prostituta d'alto bordo, grida di giubilo dei vincitori e di sconforto dei perdenti, destinati a tornare a casa con i sogni di gloria infranti e le tasche vuote.
Stavolta, però, è il caso di dirlo, la colonna sonora di Las Vegas sarà sostituita dall'abbaiare di pistole e fucili di precisione, dai micidiali rosari di morte sgranati dalle armi automatiche, intervallati dall'esplosione delle granate e dalle grida dei combattenti.


Vegas, infatti, la chiamano così in confidenza i suoi abitanti, sarà teatro di scontri senza quartiere tra i componenti del superefficiente Team Rainbow, vecchia conoscenza degli appassionati dei romanzi di Tom Clancy e dei videogiochi ispirati dalla fantasia del celebre autore di techno-thriller, e un commando di terroristi provenienti anch'essi da reparti d'elite di varie forze armate, disposti a scatenare il caos pur di conseguire i loro nefandi scopi.
La trama del nuovo eccellente shooter Ubisoft non brilla certo di particolare originalità. Nei panni di Logan Keller, comandante del team dopo l'uscita di scena di Ding Chavez, ci ritroveremo al comando di un piccolo quanto agguerrito manipolo di teste di cuoio super addestrate ed equipaggiate, intenti a fronteggiare, all'indomani di una missione in Messico finita male (ogni riferimento al "cugino" GRAW sembra essere puramente casuale, ma tant'è...), l'emergenza improvvisa di un attacco terroristico contro Las Vegas. Il movente dei pericolosi criminali non sarà chiaro del tutto finché non vi sarete spinti attraverso la trama della campagna, assistendo alla consueta, e in qualche modo prevedibile, sequenza di colpi di scena.

Il tutto, in ogni caso, è costruito in modo godibile e credibile, aggiungendo al gameplay già di per sé molto immersivo un giusto livello di immedesimazione nei personaggi. Peccato che il tutto, specie se giocato al livello di difficoltà normale, vi sembrerà finire troppo presto. E' una tendenza consolidata di parecchi FPS dell'ultima generazione, d'altronde, incluso il superbo Gears of War per Xbox 360, di regalare all'utenza una campagna single player tutto sommato non lunghissima, riservando poi il meglio per il comparto multiplayer. In ogni caso, l'impostazione tattica libera di R6V, che prevede sempre più di una direzione d'approccio ad un determinato problema, oltre alla presenza di un secondo e ben più sfidante livello di difficoltà, consentono, anche a chi di gioco in rete non ne vuole proprio sapere, di dare un perché alla somma spesa per l'acquisto del gioco.
La grafica, in compenso, è allo stato dell'arte, in grado di dare agli occhi lo stesso piacere di chi si sta godendo la versione per la superconsole di Microsoft della quale costituisce, a differenza di quanto accaduto per GRAW, un porting quasi perfetto e virtualmente identico.

Certo manca la possibilità di utilizzare una webcam per campionare ed importare il proprio viso, incollandolo sulla sagoma del protagonista, come possono fare i proprietari della Live Vision, la telecamera da collegare alla 360. Però il comparto tecnico di questa versione PC è decisamente next-gen, senza risultare peraltro particolarmente esoso in termini di hardware (gli sviluppatori della EA hanno molto da imparare dai ragazzi di Ubisoft...). Intendiamoci. R6V non girerà al massimo dello smalto sulle macchine meno performanti. Se però il vostro PC possiede requisiti decenti e una scheda video senza ragnatele, dovreste essere in grado di apprezzare in maniera sufficientemente dignitosa il gioco, senza rischi di piantate estemporanee o schermi blu vari.


Una patch di prossimo rilascio dovrebbe risolvere, invece, un problema riscontrato al browser multiplayer, troppo propenso a farsi saltare la mosca al naso se non si restringono preventivamente i canoni di ricerca dei server di gioco, rispetto a quelli standard.
Meno eccellente il comparto sonoro, corredato sì di musiche a tema, anche se tutto sommato dimenticabili, e di effetti speciali realistici, ma anche di un doppiaggio e di una randomizzazione delle frasi pronunciate dall'IA di amici e nemici che talvolta sfocia nel grottesco. Rimane poi un mistero il perché dei terroristi ex-Special Forces dovrebbero essere così gonzi da avvisarci a gran voce quando stanno cambiando un caricatore o si apprestano a spostarsi...

Nel complesso, tuttavia, alleati e avversari fanno la loro egregiamente. Poche le volte in cui ci è toccato tornare in dietro a riprendere uno dei nostri due gregari. Troppe, invece, quelle in cui (ed è un bene per il realismo del gioco) ci è toccato ricaricare per aver tentato di superare una sezione con un approccio troppo "rambistico", sparando come matti, fucile al fianco.
La tattica, pur mantenendo il gioco una tipica connotazione arcade, rinforzata dall'assenza dell'odiata barra d'energia (quando si viene colpiti bisogna mettersi al riparo: in pochi secondi si tornerà come nuovi e pronti all'impegno), rimane la spina dorsale della serie R6.
Facilitati nella gestione del team dall'intuitività dei controlli con cui impartire loro i comandi di missione, che consentono variabili interessanti nell'affrontare ogni singola situazione, potremo sbizzarrirci nel ricercare, tentativo dopo tentativo, il modo migliore per superare i passaggi più ostici. Per fortuna il sistema di checkpoint e autosalvataggi è piuttosto capillare e quasi sempre ne viene collocato uno prima di ogni scontro maggiore.
I personaggi sono personalizzabili, poi, nell'aspetto e nell'armamento, aspetto quest'ultimo fondamentale per il successo della tattica, vista la differenza nell'affrontare uno scontro ravvicinato con un fucile da tiratore scelto, oppure con una compatta pistola mitragliatrice con puntatore laser.
Addirittura, nel multiplayer, il vostro alter ego potrà beneficiare di un vero e proprio sviluppo del personaggio di stampo giocoruolistico, con progressivi sblocchi di nuove armi, protezioni individuali e altri gadgets tecnonologici.

E' proprio nel comparto multigiocatore, in effetti, che il titolo Ubisoft affonda la sua stoccata migliore. A parte la possibilità, godibilissima, di giocare la campagna principale in cooperativo con altri tre amici, è presente un ricco bundle di opzioni tradizionali di gioco in rete, dal classico "rubabandiera" a modalità senza respawn, improntate al massimo livello di realismo.
Abbastanza, insomma, per radicarsi in pianta stabile sui vostri sempre più intasati hard disk, soppiantando senza nostalgia gli altri capitoli della serie e perfino GRAW, riuscito ma certamente meno intuitivo e accessibile per i non specialisti del genere.
Proprio l'immediatezza, invece, assieme alla suggestiva ambientazione, che prevede anche molti livelli in esterni, e all'aspetto grafico sbalorditivo sono i punti di forza principali dell'ultimo capitolo della serie targata R6. Chi pensava che per il Team Rainbow fosse ormai arrivata l'ora di appendere i fucili d'assalto al chiodo, soppiantati dai "fantasmi" di Ghost Recon o dall'individualista quanto irresistibile Sam Fisher di Splinter Cell, si sbagliava.
Che siate o meno degli appassionati di lunga data di giochi tactical shooter, non pensate nemmeno di lasciarvelo scappare!