Rainbow Six Vegas
Anno 2010: un gruppo di terroristi assalta un casinò di Las Vegas. Quasi profeticamente, la pallina della roulette si ferma sul 6 rosso: due membri della squadra Rainbow Six vengono rapiti, cosicché Brian Armstrong e il suo supporto Shawn Rivers devono entrare in azione. La squadra, addestrata a proteggere il prossimo, si trova improvvisamente costretta a proteggere sé stessa...
La serie di Rainbow Six, partorita dalla fertile mente di Tom Clancy, ha bisogno di poche presentazioni, in quanto costituisce uno dei più floridi filoni di FPS (sparatutto in soggettiva) con ambientazione anti-sommossa o anti-terroristica leggermente postmoderna. In questo specifico episodio, il primo su PSP, vi troverete a impersonare alternativamente i due agenti impegnati nella ricerca dei colleghi rapiti e pertanto in caccia contro il gruppo di terroristi che ha ardito tanto: Brian è l'elemento più "dinamico" della squadra, colui che penetra nelle basi nemiche armato di fucile mitragliatore, mentre Shawn ha il ruolo di "copertura", altrimenti detto "cecchino", e pertanto tende ad evitare le zone "calde" o per meglio dire a piazzarsi sopra di esse.
Cominciamo con le note dolenti parlando del sistema di controllo: un FPS prevede la possibilità di muovere il proprio personaggio nelle quattro direzioni e contemporaneamente di poter ruotare liberamente l'inquadratura (o la mira che dir si voglia). Questo in R6Vegas per PSP è possibile, ma mancando una seconda leva analogica una delle due azioni andrà necessariamente associata ai quattro tasti figura: per quanto questa soluzione (stick analogico per muovere e tasti per ruotare o viceversa, lasciando il direzionale ad altre azioni e i tasti laterali per il fuoco e la ricarica) sia in effetti la più intuibile ed immediata, ciò non toglie che il supporto non risponde a perfezione alle sollecitazioni, peccando soprattutto di lentezza. Il risultato è che fintanto che potete contare sul fattore sorpresa, ossia finché non venite individuati, potrete prendervi tutto il tempo che vorrete per mirare alla testa dei nemici ed abbatterli con un singolo colpo, ma nelle situazioni concitate questa lentezza di reazione rende il gioco molto più difficoltoso di quanto in realtà non sia. Inutile dire che le cose precipitano vertiginosamente quando si verificano situazioni in cui la frenesia è inevitabile, quali un certo tot di nemici da abbattere entro un tempo massimo. Nonostante ciò, il titolo fa del suo meglio per mettere il giocatore a suo agio, o perlomeno in grado di affrontare con destrezza la maggior parte delle situazioni: i protagonisti potranno strisciare lungo le pareti e sbirciare oltre gli angoli o sotto le porte con una microcamera digitale, in modo da individuare eventuali bersagli e "marcarli" con un indicatore visibile anche attraverso i muri. Il risultato pratico è che potrete rimanere nascosti fintanto che non considererete la situazione "libera".
Anche dal punto di vista della grafica non possiamo essere completamente soddisfatti: per quanto sia vero che la PSP non ha certo le potenzialità hardware di una qualsiasi piattaforma casalinga, è pur vero che non sembra essere stata posta particolare cura in granché all'infuori dei rimarchevoli modelli dei protagonisti. Gli ambienti appaiono, seppur vari come ambientazione, decisamente piatti e squadrati per quanto concerne le texturizzazioni, così come i modelli dei nemici sono estremamente semplici e ripetitivi; gli elementi di iterazione sono limitati a quelli di storia, mentre tutto il resto è grafica statica immutabile (neppure un vaso da spaccare, per dire). Gli avversari uccisi spariscono quasi immediatamente e non abbandonano neppure armi o munizioni, gli effetti di luce ed ombra sono praticamente assenti. Decisamente positivo invece il giudizio sull'audio: la colonna sonora è ovviamente limitata ai menù, cosa sensata se si vuole ricreare un'azione di guerra verosimile, e propone brani dal taglio hollywoodiano piuttosto gradevoli, mentre gli effetti sonori e i doppiaggi in Italiano, ottimi gli uni quanto gli altri, ci accompagnano nel gioco vero e proprio.
Le missioni proposte sono abbastanza interessanti e intessono una trama alla fin fine gradevole, pertanto una volta che avrete preso confidenza col sistema di controllo (il quale, lo ripetiamo, è il più immediato da concepire) potrete gustarla senza troppi problemi. Il problema, come già accennato, è però quello di venire a patti coi succitati controlli: la mancanza di una seconda leva analogica si fa sentire ferocemente: non è piacevole incassare proiettili mentre si cerca di prendere la mira o, peggio ancora, di voltarsi rapidamente in un'altra direzione. La giocabilità risente di tutto ciò, e se sulle mancanze tecniche possiamo anche chiudere un occhio, su questo elemento fatichiamo a chiudere completamente l'altro. Ipotizzando, però, che siate talmente bravi e costanti da riuscire a padroneggiare pienamente un sistema così ostico, allora il gioco potrà regalarvi parecchie ore di divertimento, complici i tre livelli di difficoltà, le missioni rigiocabili una volta concluse, la modalità "caccia ai terroristi" (una sorta di Bot-Match uno contro tutti) e soprattutto il MultyPlayer, in cui potrete darvi battaglia fino in quattro in Deathmatch classici o a squadre, anche se inesplicabilmente non è stata implementata una modalità Cooperativa, come invece la tipologia di gioco avrebbe lasciato supporre.