Rallisport Challenge 2

di Giuseppe 'Sovrano' Schirru

La modalità carriera ripropone il freddo schematismo dell'accumulo dei punti per sbloccare nuovi tracciati e mezzi, esplicitato con un reticolo grafico che ricorda da vicino (visivamente parlando) il mai dimenticato Out Run. Le modalità non mancano, con la new entry dell'opzione Live per sfide da 4 fino a 16 player, lo split screen fino a 4 giocatori e il System Link per un massimo di 16. D'altra parte il gameplay è stato rinvigorito dalla maggiore lunghezza dei tracciati, e dovendoli bere tutti d'un fiato è ovviamente ben accetto un aumento della loro capacità. Senza addentrarci in discorsi puramente tecnici, le piste risultano bellissime ma soprattutto funzionali. E' grazie alla loro conformazione, al susseguirsi di strettoie o corse a 200 km\h in mezzo a due muri di alberi che si tocca l'apice massimo del divertimento, che solo in parte va a cozzare contro un'esagerazione degli elementi di fondale, vicini al bordo pista per far risultare il tutto visivamente più squisito, "troppo" vicini al bordo pista per rovinare spesso e volentieri una gara condotta fino al momento in maniera impeccabile. Ma non può essere considerato un difetto, un fattore che aggiunge un pizzico di pepe in più alla sfida.


Il motore grafico ha il fisique du role di chi può gestire senza tentennamenti piste dall'estensione elevata e far girare il tutto a 60 fps costanti, anche con quattro macchine su pista. Nulla di sensazionale, sempre che su schermo non ci siano macchine egregiamente ricreate, fondali completamente in 3D e texture dettagliatissime. Roba da infarto, soprattutto se gustato su una tv dotata di progressive scanning. Il reparto grafico è quello delle grandi occasioni, ed ogni piccolo dettaglio è curato fin nei minimi particolari, dal manto stradale fino ai tifosi ai lati della pista, rigorosamente in tre dimensioni. Tra l'altro, per rendersi conto dei miglioramenti grafici rispetto al precedente capitolo, basta notare il sistema di danni e il morphing delle vetture, ora molto più accentuato e capace di tener conto di un numero di fattori maggiore. Forse esagerato, ma visivamente d'impatto, nonostante le prestazioni non subiscano un drastico calo.

Tralasciato quest'edonismo tecnico, che identifica la maestosità grafica con le virtù del gameplay, si passa a un comparto sonoro discreto che purtroppo non recita la propria parte con la stessa fierezza del reparto grafico, risultando meno brillante. Al copilota è demandato il compito di segnalare le curve al giocatore, ma nel tripudio di velocità appare troppo lento e impreciso, con un campionario di frasi esile e poco articolato, un pelino migliorabile se settato col parametro professionale. Peccato, perché il resto è davvero di alta classe, con un'implementazione pressoché perfetta del Dolby Digital e un campionario di effetti sonori quali sgommate, rombo dei motori e cambio di marce sensazionale. Da quanto enunciato finora, la conclusione del nostro articolo non poteva essere che questa: assolutamente da avere.