Ratchet & Clank: Size Matters
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Tutte le apparizioni della serie Ratchet & Clank hanno sempre rappresentato per la PS2 un evento, soprattutto grazie alla bontà realizzativa e al mix esplosivo elementi di platform, sparatutto, azione, rebus, minigiochi ed RPG, il tutto condito da uno spiccato umorismo (particolarmente rappresentative sono le espressioni facciali dei protagonisti, che racchiudono gran parte della carica umoristica del titolo).
Poi é stata la volta della PSP: all'inizio del 2007 i due terribili eroi apparirono anche sulla console portatile con Ratchet & Clank: Size Matters, a cui fa seguito questa conversione per la PS2 curata dal team di sviluppo High Impact Games (mentre sino ad oggi erano stati quelli di Insomniac Games a seguire gli episodi dedicati alla PS2), l'ultima sulla console di vecchia generazione.
Va detto tuttavia che questo ennesimo episodio raffigurante le gesta dei due eroi non centra l'obiettivo, piazzandosi un (forse due) gradino sotto lo standard a cui ci avevano abituati gli altri episodi. Ma andiamo con ordine...
Trama inconsistente
É su un'isola tropicale di un pianeta del sistema solare che ritroviamo i nostri due amici, intenti a concedersi un minimo di relax dopo le numerose avventure che li hanno visti protagonisti. Proprio mentre si stavano ambientando e abituando al nuovo ritmo di vita vengono raggiunti da Luna, una loro ammiratrice, che li vorrebbe intervistare e li prega di mostrarle le loro abilità, al fine di condire di realismo il suo articolo. Come al solito, tuttavia, il capitano Qwark non si lascerà sfuggire l'occasione di rompere le uova nel loro paniere, questa volta rapendo la piccola innocente e inducendo così i nostri eroi a interrompere la vacanza per mettersi al suo inseguimento. Evidente sin da subito é la pochezza della trama, che tuttavia può essere giustificata data la natura del gioco, uno spensierato arcade in cui le velleità di coinvolgimento con trame hollywoodiane sono praticamente nulle.
Qui inizia il gioco, che vi vedrà impegnati a saltare da una piattaforma all'altra in perfetto stile platform, malmenare i malcapitati con la vostra fida chiave inglese, risolvere i facili rebus con lo stesso strumento, approfittare della vostra potenza di fuoco (avrete a disposizione bombe acide, colpitore, lacerator, guanto ape e tante altre armi) per abbattere i nemici come nel più classico degli sparatutto, affrontare sottolivelli con il vostro compagno come protagonista, in cui spesso e volentieri dovrà anche impartire comandi ad altri piccoli robot, nonché partecipare a varie tipologie di minigiochi come le corse a bordo degli skyboard (una sorta di skateboard volanti) e lo sblocco delle serrature, in cui dovrete grindare su ringhiere evitando ostacoli e azionando dei meccanismi.
A tutto ciò si aggiunge la componente RPG, che si nota nell'evoluzione delle vostre armi e dell'armatura: mentre le prime diventeranno via via più potenti ed efficaci man mano che le utilizzerete, la seconda la potrete assemblare e completare man mano che ne raccoglierete i pezzi lungo il vostro tracciato.
I bolts, moneta locale
Lungo il vostro percorso troverete anche vari punti vendita, in cui potrete fare il pieno di munizioni (mai troppo abbondanti, a dire il vero), comprare nuovi gingilli e potenziare quelli già posseduti, il tutto a patto di avere a sufficienza bolts (la moneta locale) che potrete “guadagnare” abbattendo i nemici oppure devastando i pochi elementi facenti parte delle ambientazioni con cui avrete la possibilità di interagire.
Per quanto ciò che é stato esposto sembri essere piuttosto divertente, va detto che in effetti così non é, a causa di tutta una serie di (più o meno) piccoli difetti, capaci di minare alla base il gameplay che saprebbe offrire il gioco. La più grave pecca é senza dubbio la gestione delle telecamere, davvero troppo reattiva alla pressione della levetta destra e quanto meno ingestibile negli spazi stretti, tale da indurvi un senso di disorientamento assoluto.
A tale difetto va aggiunta la mancanza di incisività dei minigiochi, davvero insipidi e poco divertenti, tali da non far apprezzare la varietà che potrebbero offrire al gameplay.
Anche la longevità del titolo offre uno spunto per una critica: il lasso di tempo che vi separa dai titoli di coda (5-6 ore appena) si colloca ai minimi storici per un titolo dedicato alla PS2, e il fatto che il gioco derivi dalla versione PSP non giustifica minimamente tale mancanza. Tale carenza non é nemmeno mitigata dall'esperienza multiplayer, insipida e presente solo in split-screen.
Tecnicamente insufficiente
Se dal punto di vista del sonoro non si può certo recriminare più di tanto, in quanto il lavoro fatto nel doppiaggio delle voci é sufficiente, le musiche di sottofondo (curate da David Bergeaud) sono piuttosto piacevoli e nella norma si collocano gli effetti sonori, lo stesso non si può certo dire per la grafica, davvero deludente. Basta guardare il numero di poligoni che compongono gli elementi principali per rendersi conto dell'involuzione fatta dall'ultima apparizione della saga su PS2, senza contare le textures quanto meno brutte, lo scarso numero di elementi animati che popolano le ambientazioni (affronterete non più di 4-5 nemici per volta), le evidentissime compenetrazioni, le ambientazioni spoglie e gli effetti luminosi e particellari davvero da dimenticare. In parole povere, sembra di essere ritornati all'epoca della PsOne, quindi siamo ben lontani dallo standard qualitativo a cui eravamo abituati.
In conclusione, é un vero peccato congedare la presenza di Ratchet & Clank sulla PS2 con un titolo che non possiamo che definire il peggiore della serie, guastato da tutta una serie di difetti che lo rendono non consigliabile nemmeno agli estremi appassionati della serie, i quali farebbero bene a rivolgersi altrove.
Poi é stata la volta della PSP: all'inizio del 2007 i due terribili eroi apparirono anche sulla console portatile con Ratchet & Clank: Size Matters, a cui fa seguito questa conversione per la PS2 curata dal team di sviluppo High Impact Games (mentre sino ad oggi erano stati quelli di Insomniac Games a seguire gli episodi dedicati alla PS2), l'ultima sulla console di vecchia generazione.
Va detto tuttavia che questo ennesimo episodio raffigurante le gesta dei due eroi non centra l'obiettivo, piazzandosi un (forse due) gradino sotto lo standard a cui ci avevano abituati gli altri episodi. Ma andiamo con ordine...
Trama inconsistente
É su un'isola tropicale di un pianeta del sistema solare che ritroviamo i nostri due amici, intenti a concedersi un minimo di relax dopo le numerose avventure che li hanno visti protagonisti. Proprio mentre si stavano ambientando e abituando al nuovo ritmo di vita vengono raggiunti da Luna, una loro ammiratrice, che li vorrebbe intervistare e li prega di mostrarle le loro abilità, al fine di condire di realismo il suo articolo. Come al solito, tuttavia, il capitano Qwark non si lascerà sfuggire l'occasione di rompere le uova nel loro paniere, questa volta rapendo la piccola innocente e inducendo così i nostri eroi a interrompere la vacanza per mettersi al suo inseguimento. Evidente sin da subito é la pochezza della trama, che tuttavia può essere giustificata data la natura del gioco, uno spensierato arcade in cui le velleità di coinvolgimento con trame hollywoodiane sono praticamente nulle.
Qui inizia il gioco, che vi vedrà impegnati a saltare da una piattaforma all'altra in perfetto stile platform, malmenare i malcapitati con la vostra fida chiave inglese, risolvere i facili rebus con lo stesso strumento, approfittare della vostra potenza di fuoco (avrete a disposizione bombe acide, colpitore, lacerator, guanto ape e tante altre armi) per abbattere i nemici come nel più classico degli sparatutto, affrontare sottolivelli con il vostro compagno come protagonista, in cui spesso e volentieri dovrà anche impartire comandi ad altri piccoli robot, nonché partecipare a varie tipologie di minigiochi come le corse a bordo degli skyboard (una sorta di skateboard volanti) e lo sblocco delle serrature, in cui dovrete grindare su ringhiere evitando ostacoli e azionando dei meccanismi.
A tutto ciò si aggiunge la componente RPG, che si nota nell'evoluzione delle vostre armi e dell'armatura: mentre le prime diventeranno via via più potenti ed efficaci man mano che le utilizzerete, la seconda la potrete assemblare e completare man mano che ne raccoglierete i pezzi lungo il vostro tracciato.
I bolts, moneta locale
Lungo il vostro percorso troverete anche vari punti vendita, in cui potrete fare il pieno di munizioni (mai troppo abbondanti, a dire il vero), comprare nuovi gingilli e potenziare quelli già posseduti, il tutto a patto di avere a sufficienza bolts (la moneta locale) che potrete “guadagnare” abbattendo i nemici oppure devastando i pochi elementi facenti parte delle ambientazioni con cui avrete la possibilità di interagire.
Per quanto ciò che é stato esposto sembri essere piuttosto divertente, va detto che in effetti così non é, a causa di tutta una serie di (più o meno) piccoli difetti, capaci di minare alla base il gameplay che saprebbe offrire il gioco. La più grave pecca é senza dubbio la gestione delle telecamere, davvero troppo reattiva alla pressione della levetta destra e quanto meno ingestibile negli spazi stretti, tale da indurvi un senso di disorientamento assoluto.
A tale difetto va aggiunta la mancanza di incisività dei minigiochi, davvero insipidi e poco divertenti, tali da non far apprezzare la varietà che potrebbero offrire al gameplay.
Anche la longevità del titolo offre uno spunto per una critica: il lasso di tempo che vi separa dai titoli di coda (5-6 ore appena) si colloca ai minimi storici per un titolo dedicato alla PS2, e il fatto che il gioco derivi dalla versione PSP non giustifica minimamente tale mancanza. Tale carenza non é nemmeno mitigata dall'esperienza multiplayer, insipida e presente solo in split-screen.
Tecnicamente insufficiente
Se dal punto di vista del sonoro non si può certo recriminare più di tanto, in quanto il lavoro fatto nel doppiaggio delle voci é sufficiente, le musiche di sottofondo (curate da David Bergeaud) sono piuttosto piacevoli e nella norma si collocano gli effetti sonori, lo stesso non si può certo dire per la grafica, davvero deludente. Basta guardare il numero di poligoni che compongono gli elementi principali per rendersi conto dell'involuzione fatta dall'ultima apparizione della saga su PS2, senza contare le textures quanto meno brutte, lo scarso numero di elementi animati che popolano le ambientazioni (affronterete non più di 4-5 nemici per volta), le evidentissime compenetrazioni, le ambientazioni spoglie e gli effetti luminosi e particellari davvero da dimenticare. In parole povere, sembra di essere ritornati all'epoca della PsOne, quindi siamo ben lontani dallo standard qualitativo a cui eravamo abituati.
In conclusione, é un vero peccato congedare la presenza di Ratchet & Clank sulla PS2 con un titolo che non possiamo che definire il peggiore della serie, guastato da tutta una serie di difetti che lo rendono non consigliabile nemmeno agli estremi appassionati della serie, i quali farebbero bene a rivolgersi altrove.