Ratchet & Clank Trilogy
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Era il 2002 quando il duo Ratchet & Clank si trovò per la prima volta a calcare le scene di PS2: da allora, il team Insomniac é riuscito a trasformare un talentuoso meccanico spaziale armato di Girabulloni ed un robot-zanietto in una delle coppie più combattive e dinamiche della storia degli action-adventure. In occasione del decennale del primo episodio ecco pertanto arrivare su PS3 la collection contenente i tre episodi PS2, ovviamente rimasterizzati in HD. Stiamo probabilmente parlando di tre pietre miliari nella storia del genere - insieme a titoli del calibro di Jak & Daxter o prima ancora Crash Bandicoot nella generazione precedente - qualcosa che ha stabilito i canoni di un genere che poi però ha faticato a rinnovarsi.
Nonostante ciò sarebbe certamente disonesto definire i primi tre R&C “uguali tra loro”, come si evince particolarmente proprio da questa collection in cui, una volta appianate le differenze tecniche dal buon lavoro di restyle, é possibile fare dei rapidi raffronti tra le scelte, le introduzioni e le rimozioni in termini di gameplay. Prendendo in mano il pad nel capostipite della serie abbiamo a che fare con due personaggi nuovi di pacca, inesperti di loro stessi e dell'universo e che ancora non sanno di essere destinati a grandi imprese: l'arma principale a cui Ratchet si affiderà é decisamente il Girabulloni, il ché porta a numerosi scontri in corpo a corpo contro nemici che solo nelle fasi più avanzate diverranno veramente pericolosi.
Le cose sembrano iniziare nel secondo capitolo laddove erano state abbandonate alla fine del primo, presentando una commistione più profonda tra il Girabulloni e le armi da fuoco: grazie al sistema dell'esperienza, l'energia massima di Ratchet aumenta col prosieguo dell'avventura, e questo permette di introdurre nemici via via più perniciosi e soprattutto dotati di armi a distanza. Nel terzo episodio, il Girabulloni diventa un complemento d'emergenza per allontanare i nemici troppo perniciosi o tutt'al più per abbattere quelli meno robusti, mentre gli scontri veri e propri sono ormai migrati nell'ambiente del quasi-TPS, tanto da introdurre una visuale fissa in prima persona che cerca di trasmettere (senza eccessivo successo) una sensazione da vero FPS; i nemici sparano da tutte le parti e ogni singolo colpo riesce a ridurre l'energia di Ratchet anche di quantità consistenti.
Nonostante queste differenze in termini di concept, i tre titoli condividono il medesimo sistema di controllo, che prevede un tasto per il salto singolo e doppio (nonché la planata una volta attivata), uno per l'attacco in corpo a corpo, uno per quello a distanza e uno per l'accesso al menù rapido di selezione delle armi. I tasti laterali servono invece per l'inquadratura temporanea in prima persona, per eseguire i salti speciali o per bloccare la direzione della telecamera, permettendo di effettuare spostamenti laterali tenendo d'occhio il nemico.
Ciascuno dei tre episodi avrà i suoi specifici enigmi ricorrenti da risolvere volta per volta con appositi marchingegni. Vi potreste trovare a “scassinare” delle serrature ruotando dei cilindri luminosi, o ad agire col giusto tempismo per permettere a delle scintille di attivare degli interruttori, o addirittura a dover deviare tramite uno scudo deflettore dei raggi laser per farli così convergere in appositi ricettori. Svariati gadget rinvenuti nei primi capitoli saranno automaticamente disponibili nei seguenti (su tutti, gli upgrade di Clank), così come sarà spesso possibile acquistare alcune armi “del passato”, godendo addirittura di sconti se si sono ottenuti determinati obiettivi tra un gioco e l'altro.
Parimenti al sistema di controllo, anche l'organizzazione dei livelli seguirà concettualmente il medesimo schema: una volta superati i primi mondi introduttivi, avrete la possibilità di selezionare la destinazione della vostra astronave tra quelle disponibili, eventualmente ri-visitando le locazioni già superate alla ricerca di segreti precedentemente irraggiungibili o anche semplicemente per accumulare un po' di denaro ed esperienza. Ciascuno dei tre episodi avrà poi i suoi mini-giochi o competizioni particolari a cui cimentarvi per ottenere risultati extra, siano esse le gare di Overboard, le corse sulle moto a reazione, le arene di sopravvivenza o la serie di video-fumetti del Capitano Qwark.
Come accennato nel secondo paragrafo, la collection appiana parecchie delle differenze tecniche tra i tre episodi, comunque già esigue anche all'epoca: il lavoro di restyle é stato fatto alla base della grafica ed il risultato che, costume a parte, il modello dei protagonisti é il medesimo in tutti e tre i titoli. Anche nella realizzazione delle texture e delle strutture si nota un certo livellamento - verso l'alto, per carità! - tale da rendere assolutamente fluido il passaggio da un capitolo all'altro, sebbene gli effetti speciali siano decisamente più “carichi” nel terzo che non nel secondo e men che mai nel primo.
Nel sonoro invece é stato registrato un errore sistematico nella gestione dei loop. In pratica, quando un brano musicale arriva “alla fine” e deve ricominciare da capo, in molte zone - ed in tutti e tre i capitoli - capita che ci sia circa un secondo di “muto”. Per il resto niente da eccepire: tutti i temi sono allegri e divertenti, ed anche se presi singolarmente possono rischiare di divenire ripetitivi, in ciascuna zona se ne alternano svariati, col risultato di garantire la sufficiente varietà. Buoni i doppiaggi, interamente in lingua Italiana.
Per prendere confidenza col gioco é certamente consigliabile partire dal primo episodio: come abbiamo avuto modo di illustrare, l'esperienza si evolve man mano che si avanza e pertanto nei sequel la curva di apprendimento é decisamente più ripida, nonostante non manchino i tutorial. Come se non bastasse, la concezione dell'epoca era decisamente meno “accomodante” rispetto a quella moderna, il ché implica una discreta distanza tra i checkpoint e situazioni di trial-&-error spesso anche piuttosto marcate: un buon motivo, insomma, per arrivare preparati ai capitoli successivi.
Qualcosa di cui certamente la collection non difetta é la longevità, visto che ciascuno dei tre episodi é concepito per tenere compagnia per un buon numero di ore (orientativamente una dozzina, molte di più se ci si affeziona ai sotto-giochi) che vanno pertanto sommate tra loro. In aggiunta, nel terzo episodio é presente una modalità Multiplayer che permette di giocare sia online sia in locale in split screen (fino in 4 giocatori): stiamo parlando del “minimo sindacale” in termini di Multy a squadre, limitato al canonico “deathmatch”, al “cattura la bandiera” e al “conquista la base”, ma si tratta comunque di un valore aggiunto per i fan della saga.
In conclusione, il primo Ratchet & Clank sembra non soffrire affatto delle dieci candeline che spegne quest'anno, conservando intatta la verve e il divertimento che gli hanno permesso di dare il via a una saga che prosegue ancora oggi, ed a conti fatti anche il secondo e il terzo episodio, grazie alle succitate differenze, riescono ancora a dire la loro dopo tanti anni. Certo, é innegabile che questa Trilogy sia destinata principalmente ai nostalgici o a coloro i quali non hanno avuto la possibilità di giocare ai tre capitoli nella versione originale PS2, mentre chi li ha gustati a loro tempo non troverà granché di nuovo (salvo un Multiplayer online al minimo sindacale). Ad ogni buon conto, tre pietre miliari che hanno un posto di riguardo in qualsiasi ludoteca che si rispetti.
Nonostante ciò sarebbe certamente disonesto definire i primi tre R&C “uguali tra loro”, come si evince particolarmente proprio da questa collection in cui, una volta appianate le differenze tecniche dal buon lavoro di restyle, é possibile fare dei rapidi raffronti tra le scelte, le introduzioni e le rimozioni in termini di gameplay. Prendendo in mano il pad nel capostipite della serie abbiamo a che fare con due personaggi nuovi di pacca, inesperti di loro stessi e dell'universo e che ancora non sanno di essere destinati a grandi imprese: l'arma principale a cui Ratchet si affiderà é decisamente il Girabulloni, il ché porta a numerosi scontri in corpo a corpo contro nemici che solo nelle fasi più avanzate diverranno veramente pericolosi.
Le cose sembrano iniziare nel secondo capitolo laddove erano state abbandonate alla fine del primo, presentando una commistione più profonda tra il Girabulloni e le armi da fuoco: grazie al sistema dell'esperienza, l'energia massima di Ratchet aumenta col prosieguo dell'avventura, e questo permette di introdurre nemici via via più perniciosi e soprattutto dotati di armi a distanza. Nel terzo episodio, il Girabulloni diventa un complemento d'emergenza per allontanare i nemici troppo perniciosi o tutt'al più per abbattere quelli meno robusti, mentre gli scontri veri e propri sono ormai migrati nell'ambiente del quasi-TPS, tanto da introdurre una visuale fissa in prima persona che cerca di trasmettere (senza eccessivo successo) una sensazione da vero FPS; i nemici sparano da tutte le parti e ogni singolo colpo riesce a ridurre l'energia di Ratchet anche di quantità consistenti.
Nonostante queste differenze in termini di concept, i tre titoli condividono il medesimo sistema di controllo, che prevede un tasto per il salto singolo e doppio (nonché la planata una volta attivata), uno per l'attacco in corpo a corpo, uno per quello a distanza e uno per l'accesso al menù rapido di selezione delle armi. I tasti laterali servono invece per l'inquadratura temporanea in prima persona, per eseguire i salti speciali o per bloccare la direzione della telecamera, permettendo di effettuare spostamenti laterali tenendo d'occhio il nemico.
Ciascuno dei tre episodi avrà i suoi specifici enigmi ricorrenti da risolvere volta per volta con appositi marchingegni. Vi potreste trovare a “scassinare” delle serrature ruotando dei cilindri luminosi, o ad agire col giusto tempismo per permettere a delle scintille di attivare degli interruttori, o addirittura a dover deviare tramite uno scudo deflettore dei raggi laser per farli così convergere in appositi ricettori. Svariati gadget rinvenuti nei primi capitoli saranno automaticamente disponibili nei seguenti (su tutti, gli upgrade di Clank), così come sarà spesso possibile acquistare alcune armi “del passato”, godendo addirittura di sconti se si sono ottenuti determinati obiettivi tra un gioco e l'altro.
Parimenti al sistema di controllo, anche l'organizzazione dei livelli seguirà concettualmente il medesimo schema: una volta superati i primi mondi introduttivi, avrete la possibilità di selezionare la destinazione della vostra astronave tra quelle disponibili, eventualmente ri-visitando le locazioni già superate alla ricerca di segreti precedentemente irraggiungibili o anche semplicemente per accumulare un po' di denaro ed esperienza. Ciascuno dei tre episodi avrà poi i suoi mini-giochi o competizioni particolari a cui cimentarvi per ottenere risultati extra, siano esse le gare di Overboard, le corse sulle moto a reazione, le arene di sopravvivenza o la serie di video-fumetti del Capitano Qwark.
Come accennato nel secondo paragrafo, la collection appiana parecchie delle differenze tecniche tra i tre episodi, comunque già esigue anche all'epoca: il lavoro di restyle é stato fatto alla base della grafica ed il risultato che, costume a parte, il modello dei protagonisti é il medesimo in tutti e tre i titoli. Anche nella realizzazione delle texture e delle strutture si nota un certo livellamento - verso l'alto, per carità! - tale da rendere assolutamente fluido il passaggio da un capitolo all'altro, sebbene gli effetti speciali siano decisamente più “carichi” nel terzo che non nel secondo e men che mai nel primo.
Nel sonoro invece é stato registrato un errore sistematico nella gestione dei loop. In pratica, quando un brano musicale arriva “alla fine” e deve ricominciare da capo, in molte zone - ed in tutti e tre i capitoli - capita che ci sia circa un secondo di “muto”. Per il resto niente da eccepire: tutti i temi sono allegri e divertenti, ed anche se presi singolarmente possono rischiare di divenire ripetitivi, in ciascuna zona se ne alternano svariati, col risultato di garantire la sufficiente varietà. Buoni i doppiaggi, interamente in lingua Italiana.
Per prendere confidenza col gioco é certamente consigliabile partire dal primo episodio: come abbiamo avuto modo di illustrare, l'esperienza si evolve man mano che si avanza e pertanto nei sequel la curva di apprendimento é decisamente più ripida, nonostante non manchino i tutorial. Come se non bastasse, la concezione dell'epoca era decisamente meno “accomodante” rispetto a quella moderna, il ché implica una discreta distanza tra i checkpoint e situazioni di trial-&-error spesso anche piuttosto marcate: un buon motivo, insomma, per arrivare preparati ai capitoli successivi.
Qualcosa di cui certamente la collection non difetta é la longevità, visto che ciascuno dei tre episodi é concepito per tenere compagnia per un buon numero di ore (orientativamente una dozzina, molte di più se ci si affeziona ai sotto-giochi) che vanno pertanto sommate tra loro. In aggiunta, nel terzo episodio é presente una modalità Multiplayer che permette di giocare sia online sia in locale in split screen (fino in 4 giocatori): stiamo parlando del “minimo sindacale” in termini di Multy a squadre, limitato al canonico “deathmatch”, al “cattura la bandiera” e al “conquista la base”, ma si tratta comunque di un valore aggiunto per i fan della saga.
In conclusione, il primo Ratchet & Clank sembra non soffrire affatto delle dieci candeline che spegne quest'anno, conservando intatta la verve e il divertimento che gli hanno permesso di dare il via a una saga che prosegue ancora oggi, ed a conti fatti anche il secondo e il terzo episodio, grazie alle succitate differenze, riescono ancora a dire la loro dopo tanti anni. Certo, é innegabile che questa Trilogy sia destinata principalmente ai nostalgici o a coloro i quali non hanno avuto la possibilità di giocare ai tre capitoli nella versione originale PS2, mentre chi li ha gustati a loro tempo non troverà granché di nuovo (salvo un Multiplayer online al minimo sindacale). Ad ogni buon conto, tre pietre miliari che hanno un posto di riguardo in qualsiasi ludoteca che si rispetti.