Rayman 2: The Great Escape
di
Redazione Gamesurf
Due mani, due piedi, una buffa barbabietola. E un nome: Rayman. Troppo poco per una zuppa di ortaggi, quanto basta per salvare il mondo. Il suo mondo, naturalmente. Quel mondo che i nostri occhi di videogiocatore ebbero quattro anni or sono (ottobre 1995), per la prima volta, il piacere di osservare. Quello stesso mondo che, partorito, come del resto il suo personaggio di maggior spicco, appunto Rayman, dalla brillante mente del francese Micheal Ancel, é ora nuovamente minacciato dalle bieche brame dei cattivoni di turno; cattivoni che, questa volta, rispondono al nome di pirati. Giunti nel fantastico universo dell'ortaggio menomato, tali loschi individui hanno ben pensato di rapire il nostro eroe e i suoi amici. Inoltre, non sufficientemente contenti del loro gesto di malvagità suprema, i pirati sono riusciti (non sappiamo come, ma ci sono riusciti) a separare l'energia costitutiva del mondo di Rayman in mille, minuscoli atomi luccicanti, meglio conosciuti come Lum
L'arduo compito di sconfiggere questi criminali é, al solito, affidato al baldo Uomo (uomo?) Raggio che, non prima di essere scappato, in modo peraltro piuttosto agevole, dai suoi carcerieri, verrà catapultato direttamente nel cuore dell'avventura. Ma c'é un altro problema. Il bizzarro ortaggio di casa Ubisoft, infatti, ha, in seguito alla prima citata disgregazione dell'energia, purtroppo perso parte dei suoi poteri. Durante l'avventura che Rayman vivrà, egli (esso é più adatto) dovrà altresì ritornarne in possesso, giacché solo in tal modo le speranze di eliminare i pirati e di salvare i suoi amici potranno concretizzarsi
Il tempo di un filmato ed eccoci di nuovo pronti a salvare il mondo... Armati unicamente dello stravagante potere delle sfere magiche, che purtroppo ha sostituito il mitico pugno, della vostra abilità di saltatore e dei vostri capelli rotanti, che userete a mò di elicottero, approderete nel primo livello, una sorta di training world. Il luogo, dunque, ideale per prendere confidenza con il geniale personaggio che, vostro malgrado, sarete costretti ad impersonare nel corso del gioco. E' qui che apprenderete i movimenti di base, ovvero il salto prolungato dai peli che ricoprono il capo di Rayman, l'ascensione di impervie pareti degne del più ardito dei Free Climbers, la tecnica di appiglio a speroni e rocce troppo alte per essere superate de un solo balzo, l'immersione nelle limpide acque del mondo che vi state apprestando a salvare e, infine, lo sparo, eseguibile tramite la pressione di un solo tasto e calibrabile, per quanto concerne la mira, tramite un altro bottone. Una volta usciti da questa pacifica e rilassante sezione del titolo Ubisoft , l'avventura avrà inizio. E balza subito all'occhio come l'impostazione prettamente bidimensionale che caratterizzò il primo, grandissimo Rayman sia andata completamente perduta per lasciar spazio ad un più attuale 3D. Un evoluzione, non necessariamente un miglioramento. Inconfondibile peculiarità del precursore del titolo che stiamo esaminando era il livello di difficoltà, che definire elevato sarebbe utilizzare un eufemismo. Quanti abbiano provato anche un solo livello del buon vecchio Rayman, senza dubbio alcuno, ne avranno osservato la tendenza a concedere poco o nulla ai giocatori meno smaliziati e pazienti. Non é, infatti, un caso se i luoghi dove avvenivano (e in realtà avvengono tuttora se pensate a casa mia) le sedute di gioco si trasformavano, assai sovente, in Zecche per il conio di neologisimi turpiloquiali. Ed ora la terza dimensione, introdotta nel genere dei platform dallo splendido Mario 64 e innalzata ai massimi livelli da Banjo-Kazooie. Una terza dimensione che, insieme ad una maggiore varietà e ad un superiore impatto visivo, ha portato un'abbondante dose di semplicità. Rayman 2, comunque, non é un titolo eccessivamente semplice, anzi, ma comparandolo con il suo predecessore il suo livello di difficoltà risulta quasi ridicolo. Difetto o pregio? Nulla di più soggettivo, anche se, a parer mio, il titolo di casa Ubisoft perde in questo modo uno degli aspetti che avevano reso unico ed originale il primo titolo dell'Uomo Raggio
L'arduo compito di sconfiggere questi criminali é, al solito, affidato al baldo Uomo (uomo?) Raggio che, non prima di essere scappato, in modo peraltro piuttosto agevole, dai suoi carcerieri, verrà catapultato direttamente nel cuore dell'avventura. Ma c'é un altro problema. Il bizzarro ortaggio di casa Ubisoft, infatti, ha, in seguito alla prima citata disgregazione dell'energia, purtroppo perso parte dei suoi poteri. Durante l'avventura che Rayman vivrà, egli (esso é più adatto) dovrà altresì ritornarne in possesso, giacché solo in tal modo le speranze di eliminare i pirati e di salvare i suoi amici potranno concretizzarsi
Il tempo di un filmato ed eccoci di nuovo pronti a salvare il mondo... Armati unicamente dello stravagante potere delle sfere magiche, che purtroppo ha sostituito il mitico pugno, della vostra abilità di saltatore e dei vostri capelli rotanti, che userete a mò di elicottero, approderete nel primo livello, una sorta di training world. Il luogo, dunque, ideale per prendere confidenza con il geniale personaggio che, vostro malgrado, sarete costretti ad impersonare nel corso del gioco. E' qui che apprenderete i movimenti di base, ovvero il salto prolungato dai peli che ricoprono il capo di Rayman, l'ascensione di impervie pareti degne del più ardito dei Free Climbers, la tecnica di appiglio a speroni e rocce troppo alte per essere superate de un solo balzo, l'immersione nelle limpide acque del mondo che vi state apprestando a salvare e, infine, lo sparo, eseguibile tramite la pressione di un solo tasto e calibrabile, per quanto concerne la mira, tramite un altro bottone. Una volta usciti da questa pacifica e rilassante sezione del titolo Ubisoft , l'avventura avrà inizio. E balza subito all'occhio come l'impostazione prettamente bidimensionale che caratterizzò il primo, grandissimo Rayman sia andata completamente perduta per lasciar spazio ad un più attuale 3D. Un evoluzione, non necessariamente un miglioramento. Inconfondibile peculiarità del precursore del titolo che stiamo esaminando era il livello di difficoltà, che definire elevato sarebbe utilizzare un eufemismo. Quanti abbiano provato anche un solo livello del buon vecchio Rayman, senza dubbio alcuno, ne avranno osservato la tendenza a concedere poco o nulla ai giocatori meno smaliziati e pazienti. Non é, infatti, un caso se i luoghi dove avvenivano (e in realtà avvengono tuttora se pensate a casa mia) le sedute di gioco si trasformavano, assai sovente, in Zecche per il conio di neologisimi turpiloquiali. Ed ora la terza dimensione, introdotta nel genere dei platform dallo splendido Mario 64 e innalzata ai massimi livelli da Banjo-Kazooie. Una terza dimensione che, insieme ad una maggiore varietà e ad un superiore impatto visivo, ha portato un'abbondante dose di semplicità. Rayman 2, comunque, non é un titolo eccessivamente semplice, anzi, ma comparandolo con il suo predecessore il suo livello di difficoltà risulta quasi ridicolo. Difetto o pregio? Nulla di più soggettivo, anche se, a parer mio, il titolo di casa Ubisoft perde in questo modo uno degli aspetti che avevano reso unico ed originale il primo titolo dell'Uomo Raggio
Rayman 2: The Great Escape
Rayman 2: The Great Escape
Bello, bello e ancora bello. Rayman 2 s'inserisce prepotentemente nel panorama videoludico spodestando Croc, fino ad oggi considerato, a proposito, il miglior esponente della categoria dei platform 3D per PC. In realtà l'ultima fatica targata Ubisoft non raggiunge i fasti del primo episodio, che lo supera per una maggior difficoltà e, soprattutto, per una originalità superiore. Ciò non toglie che Rayman 2 sia un grandissimo titolo, consigliato a chi ha apprezzato il primo capitolo della fortunata serie e, più in generale, a chiunque, come il sottoscritto, ami i platform, per 3d o 2d che siano. Le sue esilaranti scenette, le tinte umoristiche e le ambientazioni fantastiche sapranno indubbiamente coinvolgervi con semplicità e spensieratezza. Concludendo, tecnicamente è eccelso, in quanto a giocabilità se la cava egregiamente, ma, come era d'altro canto scontato, non riesce a sfiorare i vari Banjo-Kazooie e Mario 64. Però si avvicina loro, e non poco. Purtroppo tuttavia, la completa libertà decisionale di cui sono intrisi i due titoli di cui sopra non è propria del titolo Ubisoft, titolo in cui, in fondo, l'itinerario è sempre imposto dal computer.