Rayman M
di
Redazione Gamesurf
Come é facilmente comprensibile tutte le modalità di gioco Battle sono utilizzabili con più giocatori, il che rende questa fase di Rayman M forse quella più spiccatamente dedicata al multigiocatore e quindi il cuore pulsante della produzione Ubi Soft. La strutturazione delle arene é buona, con l'aumentare del livello di difficoltà e quindi con il procedere del gioco, poi, le mappe di gioco si dimostrano più profonde e ancor più adatte a tatticismi di varia natura
Nel Battle Mode l'intelligenza artificiale soffre in minor modo di quella sensazione di "automatismo" tipica del Race Mode, per quanto serva un certo quantitativo di pratica ai primi livelli per poter capire come affrontare l'avversario computerizzati nel Lum Spring e nel Lum Fight. Tutto scompare (e migliora sensibilmente) se si dedice di affrontare il gioco con altri amici/nemici, dando libero sfogo ai propri istinti multiplayer. Dal punto di vista concettuale le tre modalità di gioco sono tutte riuscite, la nostra preferenza va forse al Lum Spring, che più del Lum Fight permette di studiare delle determinate tattiche e affrontare con diverso stile il gioco. Il Lum Fight rimane però la scelta obbligata quando si gioca in tre o quattro
Tecnicamente il Battle Mode si presenta in modo decisamente più convincente rispetto al Race, anche in questo caso l'effetto dell'utilizzo di tecniche quali il multitexture ha portato alla presenza di texture di ottima qualità, stessa sorte per la risoluzione e la pulizia dell'immagine, davvero soddisfacente e migliorata rispetto a Rayman Revolution dello scorso anno. I rallentamenti esistono, ma sono minori e più "scusabili" rispetto al Race, anche per via del numero di effetti visivi e di elementi che entrano contemporaneamente in gioco nel Battle Mode. Confrontato con il Race Mode, il Battle Mode é, come detto, pensato maggiormente per il mutliplayer, offre quindi una longevità minore se si affronta in single-player, con una profondità minore che é però giustificata dal concetto stesso che ne sta alla base. Insomma, in poche parole non si poteva certo sperare nei tanti percorsi disponibili nel Race Mode
Nel Battle Mode l'intelligenza artificiale soffre in minor modo di quella sensazione di "automatismo" tipica del Race Mode, per quanto serva un certo quantitativo di pratica ai primi livelli per poter capire come affrontare l'avversario computerizzati nel Lum Spring e nel Lum Fight. Tutto scompare (e migliora sensibilmente) se si dedice di affrontare il gioco con altri amici/nemici, dando libero sfogo ai propri istinti multiplayer. Dal punto di vista concettuale le tre modalità di gioco sono tutte riuscite, la nostra preferenza va forse al Lum Spring, che più del Lum Fight permette di studiare delle determinate tattiche e affrontare con diverso stile il gioco. Il Lum Fight rimane però la scelta obbligata quando si gioca in tre o quattro
Tecnicamente il Battle Mode si presenta in modo decisamente più convincente rispetto al Race, anche in questo caso l'effetto dell'utilizzo di tecniche quali il multitexture ha portato alla presenza di texture di ottima qualità, stessa sorte per la risoluzione e la pulizia dell'immagine, davvero soddisfacente e migliorata rispetto a Rayman Revolution dello scorso anno. I rallentamenti esistono, ma sono minori e più "scusabili" rispetto al Race, anche per via del numero di effetti visivi e di elementi che entrano contemporaneamente in gioco nel Battle Mode. Confrontato con il Race Mode, il Battle Mode é, come detto, pensato maggiormente per il mutliplayer, offre quindi una longevità minore se si affronta in single-player, con una profondità minore che é però giustificata dal concetto stesso che ne sta alla base. Insomma, in poche parole non si poteva certo sperare nei tanti percorsi disponibili nel Race Mode
Rayman M
6
Voto
Redazione
Rayman M
Nonostante il titolo Ubi Soft possa essere bollato come l'ennesimo "titolo natalizio" dai meno informati, in realtà si dimostra vario, divertente e ben concepito. Le tante modalità di gioco si rivelano infatti egualmente divertenti e curate. Da una parte si trova una serie di prove forse maggiormente pensate per il single player (il Race Mode), dall'altra delle modalità in grado di ricreare quella tipica sana e divertente baruffa per più giocatori che può divertire a lungo. Peccato notare qualche lacuna di troppo nella realizzazione tecnica del Race Mode e in generale l'utilizzo di un motore grafico che ormai avrebbe bisogno di un'aggiustatina, ma il divertimento, statene certi, è assicurato.