Rayman Origins

di Tommaso Alisonno
Cosa c'é di meglio per Rayman, Globox, il vecchio saggio e gli amici Teens che non starsene in panciolle tra i rami dell'Albero Sbadigliante, intenti a russare e a mangiare fragole? Peccato però che il loro russare cavernoso irriti i Morti Lividi che abitano le profondità della terra, col risultato che questi invadono il mondo e catturano le cinque Ninfe che proteggono le altrettante regioni circostanti. Indovinate un po' a chi toccherà rimettere le cose a posto? Esatto: ancora una volta il destino della terra é nelle mani disarticolare di una melanzana animata...
Rayman Origins é l'ennesima dimostrazione di come il genere dei platform 2-D sia tutt'altro che morto e sepolto, e più precisamente del fatto che l'uomo-melanzana made-in-Ubisoft sia in grado, dopo 15 anni, di divertire ancora con il suo gameplay concettualmente semplice ma terribilmente punitivo. Ma andiamo con ordine: i giocatori, fino a quattro in contemporanea, interpreteranno Rayman e soci, scegliendo il personaggio tra quelli disponibili nelle sale sicure dell'Albero Sbadigliante. Al di là dell'aspetto esteriore, e dunque delle animazioni, tutti i personaggi avranno comunque caratteristiche identiche a prescindere che si tratti di Rayman, Globox, il re Teen o qualsiasi altro.



Il gioco prevede un gran numero di livelli, suddivisi nei mondi di appartenenza: originariamente la successione dei livelli sarà lineare, nel senso che l'accesso ad un livello sarà garantito dal superamento del precedente, ma arrivati a metà circa dell'esperienza si sbloccheranno contemporaneamente ben altri quattro mondi - le versioni “avanzate” di quelli già visitati. Ad ogni modo, sarà sempre possibile ri-visitare un mondo già superati, ed anzi sarà praticamente indispensabile quando, più avanti nel gioco, comincerete ad aver bisogno di Electoon.
Sono questi dei folletti tondi e rosa che Rayman & C. devono liberare nel corso della loro avventura e sono indispensabili per sbloccare i livelli più avanzati, ottenere nuovi personaggi all'Albero Sbadigliante, fino ad ottenere l'accesso alla “cacce agli scrigni”. Otterrete un Electoon alla fine di ogni livello, più fino ad altri due a seconda della quantità di lucciole “Lum” che raccoglierete lungo strada; sarà, inoltre possibile raccogliere altri Electoon accedendo alle numerose zone segrete, oltre che ri-giocando (appunto) il livello in una corsa contro il tempo.
Il sistema di controllo é essenziale al massimo, dato che avrete a disposizione un tasto per il salto e uno per lo scatto, oltre ovviamente al direzionale (croce o analogico, a scelta) per il movimento. Quasi subito - a metà del primo livello - sbloccherete il potere di attaccare, attivando così l'ultimo tasto del controller. Tutte le mosse e le evoluzioni che i personaggi potranno compiere, dal planare, agli attacchi aerei e le picchiate, al nuotare, all'appendersi alle pareti o correre sui soffitti, saranno eseguite mediante questi semplici comandi - sebbene naturalmente molte andranno sbloccate man mano che si prosegue nell'avventura, più precisamente alla liberazione di ogni Ninfa.
Non mancheranno le sessioni “alternative”, le più frequenti delle quali saranno a bordo del zanzarone Moskito: in queste fasi il gioco assumerà in tutto e per tutto le tinte di uno shooter a scorrimento in cui potrete sparare pungiglioni contro in nemici che cercheranno di intercettarvi, oppure occasionalmente “aspirarli” per poi rispedirli al mittente. Menzione particolare anche per le succitate “cacce agli scrigni”: si tratta di 10 livelli extra in cui cercherete di raggiungere uno sfuggevole scrigno contenente uno dei “denti” da consegnare al guardiano dell'ultimissimo mondo “extra” per ottenerne l'accesso.


Rayman Origins é realizzato in grafica bidimensionale, ma naturalmente non parliamo del livello tecnico/qualitativo originario quanto piuttosto di un'elaborata versione moderna. Cominciamo col dire che il tutto é perennemente a 1080p, con sprite ed animazioni curatissime che si mantengono nitide sia quando lo zoom é lontano sia quando é molto ravvicinato. A questo si aggiunge una realizzazione dei livelli varia e colorata che passa da colline selvagge, a deserti “musicali” con tamburi e clarinetti, a villaggi pirateschi e profondità marine, a lande ghiacciate o cucine di draghi, e così via. Ogni nuovo elemento che si scopre man mano che si prosegue nell'avventura é sempre ben fatto, simpatico e divertente.
Simpaticissimo anche il sonoro, che propone una copiosa serie di brani assolutamente in linea con l'ambientazione e il concept “scanzonato” dell'opera. Ecco pertanto che quando vi tufferete in mare sentirete come accompagnamento un tema da “bellezze al bagno” , gorgheggiato però da vocine di folletti Lum con una eco di gorgoglio, come appunto se stessero cantando sott'acqua. E che dire delle musiche “ronzate” dei livelli di Moskito? L'apoteosi sono le due musichette che si attivano quando raccogliete il Re dei Lum e per circa 10 secondi il vostro punteggio viene raddoppiato. I doppiaggi sono pressoché assenti, limitati a alcuni borbottii ed esclamazioni in lingua originale, ma tutti i dialoghi sono tradotti in Italiano.
Non é però il caso di lasciarsi trarre in inganno: come i fan della saga probabilmente sapranno, Rayman cela dietro la facciata di un gioco carino e coccoloso un platform hardcore severo e punitivo. Tanto per cominciare, scordatevi di una qualsiasi sorta di barra dell'energia: se il personaggio tocca un pericolo, si “imbolla” e deve ripartire dal checkpoint. L'unica difesa che potrete avere in questo senso sarà un “cuore” portatile che scoppi al posto vostro, ma anche questo vi sarà di poco o nessun aiuto quando un rimbalzo incontrollato vi manderà a precipitare nel vuoto, o semplicemente quando finirete schiacciati tra due superfici.
Rayman Origins é la fiera del trial & error: sebbene nei primi livelli e in alcune sporadiche fasi avanzate sia ancora possibile affidarsi alla prontezza di riflessi per evitare o sconfiggere i nemici man mano che si salta da una piattaforma all'altra, dalla metà della vicenda in poi ogni singola sessione sarà superabile solo dopo esserci morti almeno una volta - ed esclamando “come cavolo pensavano che potessi superare questa parte?”. Si grazie alla memoria, requisito che naturalmente si ottiene solo sbagliando ripetutamente - ed anche se i tentativi a disposizione sono illimitati, é comunque a dir poco castrante precipitare ripetutamente nello stesso punto o essere colpiti sempre dallo stesso nemico.



Ma se da un lato il gioco ci frusta e ci tortura (arrivando anche a consigliarci, ogni tot fallimenti, che forse sarebbe il caso di uscire dal livello... ma come si permette?), dall'altro chi é dotato del giusto coraggio, della giusta costanza e del giusto amor proprio (...o semplicemente di cocciutaggine) troverà invece in questo Gameplay uno stimolo per andare avanti. L'importante é entrare nella forma-mentis che superare una difficoltà non implica un discorso del tipo “il peggio é passato”: in Rayman Origins, in qualsiasi punto del gioco, il peggio deve ancora arrivare!
Con la succitata costanza e buona volontà si può arrivare ai titoli di coda in circa 6 ore di gioco, ma scordatevi che a quel punto l'esperienza sia finita. Come detto, il guardiano del teschio attende i suoi denti per lasciarvi accedere al mondo “aggiuntivo”, e ottenerli sarà un non indifferente paio di maniche, che parte dalla necessità di accumulare 200 (su 246) Electoon. Se poi volete ottenere anche tutte le coccarde e tutte le coppe del gioco, preparatevi a una serie interminabile di livelli da rigiocare da capo.
In conclusione, Rayman Origins riesce a soddisfare a tutto tondo, portando nella tecnologia moderna un concept semplice ed entusiasmante che si tramuta in un terribile hardcore man mano che l'esperienza prosegue. Per grandi e per piccini, per neofiti e per esperti, per singoli e per gruppi di amici, in due parole: per tutti!