Rayman Origins

di Bizio Cirillo
Nell'era dei miliardi di poligoni e del fotorealismo, degli effetti speciali e dei colori ultra vivaci (Telefunken docet), appare quanto meno bizzarro constatare come Rayman Origins abbia rappresentato quella sana boccata di aria fresca di cui molti sentivano il bisogno. Bizzarro non tanto per questioni legate alla qualità in senso assoluto dell'opera, quanto piuttosto perché stiamo parlando di un gioco dallo stile decisamente retrò, essenziale all'eccesso, ma talmente leggero e gratificante da dare nuovo lustro ad un genere molto in voga durante gli anni ottanta/novanta.

Vista l'imminente uscita della Playstation Vita, Ubisoft non poteva ovviamente esimersi dal proporre una versione riveduta e corretta del gioco che così bene ha impressionato nello scorso mese di Novembre, gioco che alla resa dei conti pare calzare alla perfezione alla next-gen console portatile di casa Sony. Ma andiamo con ordine.
Per chi non ha già avuto modo di mettere le mani su Rayman Origins, il gioco consente di vestire nuovamente i panni violacei di Rayman, l'uomo melanzana creato da Michel Ancel sempre pronto a difendere i tenerissimi Electoon e gli altri strampalati abitanti dalle insidie che la Radura dei Sogni riserva di tanto in tanto.



In questo caso, pare proprio che Rayman, Globox e gli altri scaltri Teens abbiano dato il via ad una nuova guerra per una russata di troppo, infastidendo i terrificanti vicini della Terra dei Morti Lividi al punto tale da spingerli ad un'invasione tutt'altro che pacifica che potrebbe causare la distruzione stessa della radura. Si é infatti scoperto che i sogni e l'umore del Sognabolle, creatore della radura, incidono in maniera importante sulla stabilità stessa del mondo da lui creato, mondo questo che potrà essere salvato solo sconfiggendo i perfidi animaletti che popolano gli incubi del Sognabolle e liberando le Ninfe e gli Electoon prima che sia troppo tardi.

Schiva, salta, tira, passa...e schiva
Il flebilissimo background narrativo é solo uno degli aspetti essenziali di Rayman Origins. Attingendo a piene mani dagli stessi stilemi dei platform bidimensionali di una volta, il gioco prevede in sostanza l'esplorazione di sette diversi mondi suddivisi a loro volta in numerose sottosezioni a tema, accessibili previo “il possesso” di un numero predefinito di esserini noti come Electoon, che potranno essere “accumulati” sia liberandoli dalle grinfie degli abitanti della Terra dei Morti Lividi, che raccogliendo le numerosissime lucciole Lum disseminate lungo ciascun livello.

Se si eccettuano le sezioni in puro stile sparatutto a scorrimento orizzontale (rigorosamente 2D) a bordo del zanzarone Moskito e l'accesso alle particolari “Sfide Tesoro” (una sorta di guardia e ladri ad ostacoli contro un forziere in fuga), il gioco di fatto é tutto qui, nel senso che aldilà delle sopraccitate variazioni al tema é “semplicemente” richiesto di attraversare (splendidi) livelli bidimensionali piuttosto variegati saltando di piattaforma in piattaforma ed evitando o eliminando i Darktoon, gli Psicolopi e gli altri nemici a guardia dell'area (ma che nella peggiore delle ipotesi ci costringeranno a ricominciare parte del livello appena affrontato), al solo scopo di scovare e liberare, nel più breve tempo possibile, gli Electoon imprigionati il più delle volte in aree di gioco particolarmente ostiche da raggiungere e sempre ben sorvegliate.





Vista l'impossibilità di “spendere vite” nel corso del gioco (nel peggiore dei casi un colpo di un nemico o un errore di calcolo su un salto comporterà di dover ripercorrere solo parte del livello), ne consegue che per portare a termine l'intera modalità principale (che nel caso di questa versione per PS Vita rappresenta anche la sola modalità di gioco presente) sarà dunque sufficiente disporre di un buon colpo d'occhio (necessario per scovare alcuni dei tesori nascosti presenti in ciascun livello), di una maggiore attenzione nei livelli in cui il numero di ostacoli più o meno naturali e di nemici si farà ben più importante, oltreché di un buona dimestichezza ed un ottimo timing con i tasti di azione. Il tutto, ovviamente, ben sapendo che per completare il gioco al 100% ed accedere all'ultimissimo livello sarà comunque necessario terminare la modalità principale ottenendo tutti “i preziosi” sparsi qua e là all'interno della Radura dei Sogni, fatto questo che vi obbligherà di fatto a rigiocare gran parte dei livelli affrontati ben più di una singola volta.

Se il touch diventa accessorio
Guardando alla versione Playstation Vita del gioco, inutile dire che c'era grande curiosità attorno a quelle che sarebbero potute essere le implicazioni “tattili” di questo Rayman Origins. Sotto questo punto di vista, la scelta di ridurre l'uso del touchscreen alle sole funzioni di in game zoom (in & out utili per focalizzare al meglio l'attenzione su alcuni particolari della locazione di gioco che si sta affrontando), gestione dei menu ed acquisizioni degli oggetti nascosti si é rivelata più che condivisibile, specie considerando il livello di precisione richiesto in gran parte delle azioni effettuabili nel corso del gioco.Per il resto ci troviamo ancora una volta di fronte ad un sistema di controllo ridotto all'osso, decisamente funzionale allo scopo e basato sull'uso dello stick sinistro o del relativo D-pad e di appena tre pulsanti di azione: un tasto per la rincorsa (attivabile indifferentemente con uno dei due grilletti), uno per il salto (triangolo) ed uno per gli attacchi (anche in questo caso sarà possibile usare indifferentemente sia il quadrato che il cerchio). Il resto delle mosse e delle evoluzioni che i personaggi potranno compiere, dal planare, agli attacchi aerei e le picchiate, al nuotare, all'appendersi alle pareti o correre sui soffitti, saranno pertanto eseguite mediante questi semplici comandi, una scelta questa dettata più che altro non tanto dal numero esiguo di azioni che il protagonista potrà compiere, quanto piuttosto dalla necessità di rendere il gioco quanto più accessibile ed intuitivo possibile.

Una gioia per gli occhi
Tecnicamente parlando, la versione Playstation Vita di Rayman Origins non fa altro che confermare le ottime impressioni del suo fratello maggiore, con scelte cromatiche vivacissime ed animazioni a dir poco curate anche in uno schermo ridotto come quello della piccola console portatile di casa Sony. Ottime ancora una volta la selezione di brani musicali (decisamente scanzonati come il resto dell'opera) a tema e delle musichette di contorno che accompagnano alcune particolari fasi di gioco, così come la scelta di utilizzare ancora una volta strumenti musicali (clarinetti, violini, grancasse) decisamente evocativi oltreché azzeccatissimi per un titolo che fa proprio della vivacità il proprio punto di forza. Volendo cercare il classico pelo nell'uovo, sotto il profilo generale stupisce la rinuncia ad una modalità interessante come la co-op fino a quattro giocatori (presente nella versione più tradizionale), sostituita ad ogni buon conto da una modalità Ghost che attraverso l'opzione Near della console consentirà di affrontare alcuni livelli di gioco sfruttando come riferimento le performance degli altri utenti online.