Realm of Ink: Recensione dell'inchiostro che fa il verso ad Hades
La recensione di Realm of Ink, un gioco Roguelite d’azione in stile inchiostro, dove la protagonista Red scopre di essere un personaggio di finzione e sfida il proprio destino.
Recensione Realm of Ink: una macchia di inchiostro
Realm of Ink è un gioco che si svolge in un mondo virtuale chiamato - attenzione non ci crederete mai - “Ink Realm”, dove gli abitanti esistono inconsapevolmente come semplici creazioni all’interno di un mondo di finzione. Controllati dal misterioso Spirito del Libro, seguono destini predeterminati, ignari delle loro vite cicliche.
Il mondo di gioco è profondamente radicato nella cultura e nel folklore orientale, in particolare quello cinese. Il gioco fonde l’essenza di titoli come Hades con l’estetica orientale del Sumi-e, una tecnica tradizionale giapponese di pittura ad inchiostro, cosa che riesce anche particolarmente bene. Questo stile artistico aggiunge un tocco distintivo alle visive del gioco, creando un mondo che si sente antico e coinvolgente.
La storia segue la spadaccina Red, che insegue il Demone Volpe e scopre inaspettatamente che la sua vita è dettata dal ‘destino’ all’interno del mondo del libro. Solo liberandosi può svelare la verità della sua esistenza e sfidare i vincoli del fato. Nel corso della sua avventura, Red affronta un pericoloso viaggio attraverso quattro reami, corrispondenti ad altrettanti romanzi, insieme ad altri due eroi per caso, il cacciatore paranormale Wang Ding e il “giudice volpe” Ning Ye.
Utilizzando i poteri di nove armi ancestrali e delle mistiche Gemme d’inchiostro, elemento centrale sia della lore che del sistema di gioco, i personaggi affrontano sfide e ostacoli, ridefinendo il loro ‘destino’ attraverso il costante ciclo di rinascita. La storia si dipana attraverso questi temi di scoperta, lotta e liberazione, invitando i giocatori a esplorare un mondo ricco di mitologia e mistero.
Un po' di Hades qui...
Nel cuore pulsante di Realm of Ink, il gameplay si snoda attraverso un’avventura ricca di azione dove i combattimenti sono fluidi e strategici. I giocatori incarnano Red, la spadaccina, che si muove agilmente attraverso i livelli, affrontando nemici con una varietà di attacchi e abilità speciali. Man mano che si procede, si sbloccano nuove armi e gemme d’inchiostro, che offrono potenziamenti e permettono di personalizzare ulteriormente il proprio stile di combattimento. Ogni incontro è un balletto mortale, dove la precisione e la scelta rapida delle mosse sono fondamentali per prevalere.
Confrontando con Hades, troviamo similitudini nel ritmo frenetico dei combattimenti e nella progressione roguelite, dove ogni tentativo di fuga dall’oltretomba, o in questo caso, dal ciclo del destino, è unico e costruito sulle esperienze precedenti. Tuttavia, Realm of Ink si distingue per il suo approccio più tattico e riflessivo, dove la gestione delle risorse e la scelta delle abilità hanno un impatto maggiore sulle battaglie. In Hades, il protagonista Zagreus utilizza un arsenale di armi mitologiche e il supporto degli dei dell’Olimpo per forgiare il suo cammino, mentre in Realm of Ink, l’accento è posto sull’uso strategico delle gemme d’inchiostro e delle armi ancestrali per definire il proprio destino. In entrambi i giochi infatti dovremo guadagnare esperienza e risorse per migliorare l'area "post mortem" che a sua volta permette di rilasciare nuove armi e potenziamenti, così da tornare in battaglia sempre meglio equipaggiati ed aggressivi.
Confesso che le tantissime similitudini con Hades, con il quale è realmente (un po' troppo) gemellato e il periodo sfortunato in cui esce il gioco, dato che Hades 2 è uscito quasi a sopresa, probabilmente minerà gran parte degli introiti dei potenziali giocatori, che quasi sicuramente si fionderanno sul gioco a cui si ispira Realm of Ink e oltretutto la differenza di investimento-budget tra i due brand è piuttosto palese. Avrebbe potuto osare un po' di più, essere meno derivativo e coinvolgente, pur essendo comunque un piacevole gioco che ha dalla sua immediatezza e profondità, ma di cui purtroppo ci dimenticheremo tutti molto presto.