Recensione Halo Infinite: la svolta Open di 343 Industries
Anche il titolo più importante della piattaforma di gioco Microsoft entra nel mondo degli open world, tra importanti aggiunte e momenti di stanca.
Poco più di dodici ore. Ecco quanto ho impiegato a portare Master Chief alla vittoria finale sull’ennesimo avversario di turno. C’è ancora un anello da visitare, liberare e scoprire, ma ne ho davvero voglia? Ecco, la era domanda è questa: dopo 12 ore di combattimenti frenetici, avamposti liberati e compagni riportati nelle condizioni di combattere, può Zeta Halo regalarmi ancora qualche emozione?
Sarò onesto: mi prenderò qualche giorno di pausa prima di rimbracciare il fucile dello Spartan più famoso del mondo, e non perché Halo Infinite non mi sia piaciuto, intendiamoci, ma perché l’esperienza portata da 343 è davvero molto intensa, dinamica e soddisfacente, ma anche ridondante e senza veri e propri cambi di ritmo.
D’altronde, la missione è chiara: dopo essere stato recuperato alla deriva nello spazio, dopo gli eventi di Halo 5, Master Chief è richiamato all’azione per scoprire i misteri che si celano dietro un nuovo anello, Zeta Halo. Non solo, scoprire la verità sulla natura di questo particolare anello potrebbe portare novità importanti anche sulla sorte di Cortana, la controparte digitale del nostro eroe. Non c'è tempo per "giocare di fino", o introdurre qualche nuova variante: bisogna solo imporre la nostra presenza sugli avversari, puntando tutto sulla forza bruta (ma con qualche simpatica aggiunta).
La visita di Chief su Zeta Halo è ovviamente costellata da scontri praticamente continui che ci impegneranno fino all'endgame di Infinite, e anche oltre. La struttura che 343 ha regalato al suo ultimo titolo espande quasi a dismisura l’esperienza di gioco, attraverso il classico modus operandi degli open world. Zeta Halo è un anello in mano agli Esiliati, e toccherà a noi liberarlo dai tantissimi avamposti e postazioni di comando che i nostri avversari hanno installato in una vastissima area di gioco. Non solo: potremo anche raggiungere e aiutare alcune compagnie di soldati umani impegnati in una stoica resistenza e, riuscendo ad aiutarli, o direttamente a liberarli dalle grinfie degli esiliati, potremo averli schierati al nostro fianco. E una mano fa sempre comodo.
Questa prima esperienza di open world su Halo è all’insegna di idee e concetti presi in prestito da altri capisaldi del genere, primo fra tutti Far Cry. L’assalto agli avamposti, la liberazione delle aree, la possibilità di sbloccare nuove armi e abilità per il nostro giocatore, sembrano prendere a piene mani dalla letteratura scritta in materia da Ubisoft, a cui 343 unisce il classico, inarrivabile, gunplay tipico di Halo. Un gunplay sempre molto ricco e soddisfacente, fatto da decine di armi (tra quelle umane e quelle aliene si perde letteralmente il conto), che si padroneggiano nel giro di qualche secondo e che riescono a regalare un’esperienza appagante e divertente, consentendo alcuni “colpi da maestro” che non possono fare altro che gratificare l’ego dei guerrieri da divano.
Come detto, ristabilire il predominio umano su Zeta Halo consentirà al giocatore di poter disporre di tutta una serie di rinnovate abilità che, se ben sfruttate, regaleranno al giocatore un approccio sempre nuovo e variegato. Avrete, per esempio, la possibilità di usare uno schermo portatile per avere sempre un riparo dai colpi avversari, o un particolare radar che indicherà la presenza dei nemici nelle circostanze, o il classico “boost”, utile non solo per sottrarvi ai colpi degli Esiliati, ma anche da usare in modo offensivo quando la situazione lo richiede. E poi c’è il vero tocco di genio: il rampino, forse l’unico che ho utilizzato per tutta la durata del gioco.
Non solo perché consente di accorciare le distanze e di regalare verticalità agli immensi scenari all’aperto ma anche perché, complice la mia esperienza su Apex Legends, mi ha permesso di portarmi fuori in un attimo da situazioni pericolose, di aggirare gli avversari portandomi immediatamente alle loro spalle e di utilizzare gli elementi della mappa circostante come parti realmente attive. Una variante fondamentale, che ha aggiunto spessore ad una progressione che altrimenti, avrebbe visto il solito susseguirsi di “action bubbles” fatto di scontri a fuoco, spostamenti e così via. Al contrario, questa intelligente introduzione regala al giocatore tante possibilità e variabili da sfruttare in modo creativo e divertente.
Tutto quello che farete di Halo Infinite è tenuto assieme da una solida struttura narrativa solida, drammatica e con un viaggio del nostro Chief, quasi incapace di dire addio alla sua compagna di una vita. A questo si contrappone anche un'approfondimento sugli Esiliati, il nemico di turno di questo episodio di Halo. Attraverso i tanti filmati d'intermezzo capiremo molto di più di questa nuovo gruppo di alieni, formato da diverse razze già viste in Halo, e capeggiato da quell'Atriox visto in Halo 5.
Se da una parte troviamo un mondo esterno rigoglioso, carico di possibilità e pieno di cose da fare, dall’altra troviamo i soliti ambienti interni monotoni a poco invitanti. L’ultima parte di gioco è stato un continuo passaggio tra corridoi, androni, stanze enormi praticamente tutti identici. D’accordo la lore, ma è anche arrivato il momento di inserire qualche elemento di varietà in più, perché ammetto di aver fatto davvero fatica nelle ultime due ore della mia avventura su Infinite.
Intendiamoci, quello fatto da 343 è un lavoro sontuoso anche da un punto di vista prettamente tecnico, e tutta la sezione esterna è davvero un gran ben vedere, con strutture complesse davvero ben realizzate, texture e illuminazione a dare vita ad ambienti realistici e rigogliosi di vegetazione. A questo, come già detto, si contrappone una riproduzione degli ambienti a noi ostili che è forse un po' troppo spartano, tanto da essere ridondante e noioso dopo qualche tempo. Molto buono anche il doppiaggio italiano, con un paio di eccezioni: la voce di Chief probabilmente non è perfettamente in linea con il personaggio, ma tutto sommato ci si passa sopra senza troppi problemi.
Quello che invece smonta un po' la sospensione dell’incredulità sono le continue voci degli avversari, che continuano a ripetere frasi assolutamente senza senso, che alla lunga stancano e non sono per niente divertenti. Perfetta, invece, tutta la traccia sonora, con il main theme a sottolineare i momenti più epici degli scontri e del gran finale, che ovviamente non spoileriamo.
Al di là della main quest, come detto, potete anche decidere di proseguire con la liberazione dell’intero anello, o magari attendere il prossimo update (in arrivo il prossimo anno), quando 343 metterà a disposizione anche la modalità cooperativa, grazie alla quale potrete terminare il lavoro in compagnia dei vostri amici. Nel frattempo il multiplayer, rilasciato in anticipo qualche settimana fa in modo completamente gratuito, è li per mettervi a confronto con tutti gli altri spartan di tutto il mondo, come solo Halo sa fare. Tante modalità di gioco, mappe davvero ispirate e il gunplay di cui sopra, a dettare i tempi di scontri davvero frenetici, divertenti ma a loro modo molto tattici e mai superficiali. Nella speranza, perché no, di poter vedere un giorno un bel battle royale, che in un titolo come Halo potrebbe davvero dire la sua.
Versione Testata: Xbox Series X
Voto
Redazione
Halo Infinite
Halo Infinite non inventa niente di nuovo, ma tutto quello che c’è è fatto davvero bene. Resta un po' l’amaro in bocca per una parte finale del gioco un po' troppo stiracchiata e per alcuni ambienti realizzati al risparmio. Resta invece perfetto un gameplay arricchito da alcune novità in grado di regalare momenti di creatività e divertimento, come solo Halo riesce a fare. A chiusura del tutto, un multiplayer che richiede un po' di tempo per essere padroneggiato, ma che poi non vi molla più per davvero. Promosso.