Recensione Ace Combat 7: Skies Unknown

"Ci sono piloti come te in ogni generazione e io li ho abbattuti tutti"

Recensione Ace Combat 7 Skies Unknown
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Ciò che un tempo era considerato un vero e proprio punto di riferimento oggi rappresenta poco più che un genere di nicchia. Stiamo parlando dei simulatori di volo (arcade o meno, poco importa), categoria molto in voga oltre venti anni fa (per non dire trenta) e di cui si sono perse praticamente le tracce. Non a caso come nel più classico dei "ne resterà soltanto uno", dei vari Combat Flight Simulators, IL-2  Sturmovik e il più moderno H.A.W.X, solo uno è riuscito a non risentire -troppo- dei segni del tempo, tanto da sbarcare anche su questa generazione di console.


Stiamo parlando di Ace Combat, saga nata nel lontano 1995 sulla prima Playstation (con lo pseudonimo Air Combat), finalmente disponibile anche su PC, PS4 e Xbox One dopo un'estenuante attesa durata più di quattro anni.

Un po' di Storia

Come ogni buon Ace Combat che si rispetti, anche Ace Combat 7: Skies Unknown fonda le proprie radici su una campagna single player fortemente caratterizzata dagli eventi che, in questo caso, fanno di nuovo da sfondo al mondo alternativo creato da Sunao Katabuchi, Strangereal. Sono passati circa 9 anni dai fatti descritti in Ace Combat 5 e la pace fra il regno indipendente di Erusea e quello di Osea sembrerebbe procedere senza particolari intoppi.

La crescente intraprendenza di Osea in ambito tecnologico militare e la continua invadenza sulle questioni di Erusea culminato con l'installazione di un ascensore spaziale sul loro territorio, segnerà tuttavia l'inizio di una nuova crisi, che avrà il proprio culmine nell'attacco a sorpresa "dei ribelli" e la conseguente conquista sia dell'ascensore spaziale che di diverse strutture belliche del nemico. Nel frattempo anche il modo di combattere le guerre è cambiato, visto che in questo caso ad affiancare se non a sostituire la "solita carne da macello" ci sarà anche una nuova categoria di droni (UAV) sviluppati su un IA basata sulle routine di volo di un vecchio asso dell'aviazione.


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In mezzo all'imminente conflitto che stravolgerà l'assetto geopolitico di Strangereal si intrecciano anche le storie dei nostri protagonisti: un giovane meccanico (donna) tanto dotato quanto indisciplinato, un vecchio eroe di guerra ancora capace di dire la propria e voi, Trigger, un giovane asso dell'aviazione che scoprirà a proprie spese che in guerra non esiste mai una vera linea di demarcazione fra ciò che è giusto e ciò che non lo è.

Parola d'ordine, varietà

L'uso di evocativi (ed a tratti commoventi) intermezzi in cinematica altro non è che il metodo scelto dal team di sviluppo per dare un senso logico alla successione di missioni (venti in totale) che compongono la modalità storia e che, ad ogni buon conto, potranno essere affrontate anche singolarmente e senza un ordine predefinito (opzione missioni), a patto di averle completate almeno una volta nella campagna principale.


Si tratta per lo più di missioni piuttosto eterogenee e che, al contrario di quanto si possa pensare, non prevedono solo il classico dogfight sui cieli di Strangereal. Ovviamente, la caccia per la supremazia dei cieli è e resta l'elemento preponderante del gioco, sebbene inserito all'interno di uno schema "più grande" che prevede anche incursioni, ricognizioni, missioni d'appoggio, eliminazione di obbiettivi sensibili ed, ovviamente, boss fight contro velivoli e mezzi di dimensioni piuttosto generose o comunque dotati di caratteristiche del tutto distintive.  

La selezione del velivolo e del relativo armamento assume pertanto i connotati di una scelta non più limitata al solo colpo d'occhio e giustifica anche la reintroduzione del cosiddetto "Albero degli aerei" già visto in Ace Combat Infinity. Si tratta di un sistema di acquisto "stratificato" basato sui crediti ottenuti grazie ai risultati conseguiti sia in singolo che in multiplayer, attraverso il quale sarà possibile accedere sia a nuovi aerei, che a nuovi armamenti e nuove parti integrabili in tutti i mezzi presenti all'interno del proprio hangar.

In volo c'è di più del solito Ace Combat

Superata la consueta (e dettagliata) fase di briefing e selezionato il velivolo più consono agli obbiettivi richiesti dalla missione, ci troviamo di fronte al "solito" Ace Combat. Anche l'ultimo capitolo di casa Bandai Namco si affida, infatti, ad un sistema di gioco tanto noto quanto efficace e che, ancora volta, assicura alla saga il titolo di miglior "simcade di volo" disponibile sul mercato.


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Pur non disdegnano di rispondere alle medesime leggi della fisica che "governano" i simulatori di volo più classici, Ace Combat 7 garantisce, infatti, un'immediata presa di contatto con i rudimenti del gioco, evitando inutili fronzoli in favore di un impianto decisamente bilanciato, divertente e permissivo. In Ace Combat 7 pilotare un aereo significa, in sostanza, dar libero sfogo al proprio istinto di aspirante pilota, ben sapendo che il sistema concepito chiuderà un occhio anche sugli eventuali attacchi dei nemici (saranno necessari almeno tre colpi ben assestati per abbattere il vostro aereo) e su determinate manovre al limite del possibile.

Indubbiamente l'assenza di "fattori" che considerino per esempio la posizione dell'impatto dei colpi ricevuti o la possibile imbardata derivante del passaggio nelle scie di altri velivoli potrebbero far storcere il naso ai giocatori più esperti, fermo restando la possibilità di elevare il livello di sfida proposto, intervenendo sia sull'IA dei nemici controllati dalla CPU (reattivi già al livello di difficoltà standard) che sopratutto sul sistema di controllo.

In tal senso il team di sviluppo ha ben veduto di integrare ancora una volta un ventaglio di opzioni all'altezza della situazione e che consentiranno non solo di di invertire l'asse dei comandi ma anche di liberare la CPU da determinate incombenze, lasciando al giocatore l'onere di gestire l'angolo di virata attraverso l'uso combinato di beccheggio e rollio.


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Gli amanti del realismo sfrenato gradiranno, inoltre, la presenza del sistema di meteo dinamico TrueSky visto all'opera in DriveClub e che in Ace Combat 7 assume un ruolo decisamente preponderante.

In questo caso il sistema non si limita, infatti, ad includere dettagli di contorno come la formazione di gocce sul tettuccio dell'aereo in conseguenza dei passaggi all'interno di banchi nuvolosi, ma introduce anche una serie di varianti atmosferiche di cui bisognerà tenere necessariamente conto durante ogni singola missione.

Non ci riferiamo soltanto alla riduzione della visibilità condita dalla possibile formazione di ghiaccio durante i continui passaggi all'interno dei banchi nuvolosi, ma soprattutto alla possibilità di imbattersi in correnti ascensionali (pericolosissime nelle missioni ambientate in prossimità di anguste formazioni rocciose) ed altri fenomeni naturali in grado di modificare sensibilmente sia l'assetto di volo che la risposta di armi (sia nostre che dei nemici) e strumentazione di bordo.  

A prescindere dalle impostazioni selezionate dovrete, dunque, abituarvi all'idea di dover gestire imprevisti determinati dall'arrivo di una tempesta di sabbia o di una pioggia di fulmini in grado di inibire temporaneamente la strumentazione di bordo e modificare sensibilmente la manovrabilità del velivolo, ben sapendo che gli stessi handicap che potrebbero far fallire la vostra missione potranno essere sfruttati anche per evitare attacchi nemici o approntare strategie di attacco decisamente alternative.

Una rosa con le spine

Tecnicamente Ace Combat 7: Skies Unknown si attesta su livelli più che discreti, confermando ancora una volta le capacità del team Project Aces nel confezionare prodotti decisamente di impatto. In tal senso la mossa di affidarsi all'Unreal Engine 4 si dimostra assolutamente vincente e garantisce un'ottima stabilità generale pur senza rinunciare ad un impianto di visivo di impatto in cui si sprecano  effetti di luce, fenomeni particellari ed effetti avanzati determinati sia dagli scontri in aria e al suolo che dalle mutevoli condizioni del meteo.


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Ottima la riproduzione e la differenziazione meccanica di tutti i velivoli inseriti nel gioco, meno buona invece la qualità delle texture sia delle strutture presenti al suolo che del terreno in senso più generale, troppo scarno e blocchettoso per un titolo che tecnicamente appare ampiamente sopra la media.

Permangono, invece, i soliti difetti "alla Ace Combat" legati alla mancanza di proporzione fra gli aerei ed alcune strutture che compongono il panorama terrestre, così come i pregi legati sia al sistema di controllo (sempre preciso e reattivo) che sopratutto all'IA dei nemici controllati dalla CPU, sempre pronti a spingere i propri mezzi al limite nel tentativo di organizzare manovre di difesa o di attacco degne del miglior Top Gun.

E in Multiplayer?

Con Ace Combat 7: Skies Unknown, Project Aces porta ufficialmente la saga all'interno dell'immenso carrozzone del Battle Royale, senza però disdegnare il più classico Team Deathmatch e il Free for All.


Nel primo caso ci troviamo di fronte al classico quattro contro quattro mentre nel secondo avremo a che fare con il classico tutti contro tutti ad otto giocatori. In entrambi i casi è bene precisare che i velivoli, le armi ed i perk utilizzabili saranno gli stessi sbloccati attraverso l'albero degli aerei, fermo restando che in questo caso la quantità di colpi che potranno essere assorbiti sarà notevolmente innalzata per aumentare il livello di sfida con gli altri novelli Maverick. 

Peccato che al momento non possiamo dirvi molto di più, visto che i server di gioco saranno aperti solo in concomitanza con il lancio del gioco nei negozi.

 

Recensione Ace Combat 7: Skies Unknown

Versione Testata: Xbox One

8

Voto

Redazione

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Recensione Ace Combat 7: Skies Unknown

[b]Ace Combat 7: Skies Unknown [/b]vale senza mezzi termini il prezzo d'acquisto. In un panorama sempre più avaro di questo genere di giochi, il titolo firmato Bandai Namco rappresenta forse l'unica ed ultima possibilità di portare a casa, in questa generazione di console, un gioco coinvolgente, adrenalinico e capace di assicurare ore ed ore di sicuro divertimento. Come detto non stiamo parlando di un gioco perfetto, ma di un titolo quanto meno completo negli aspetti che contano davvero.

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