Recensione Assassin's Creed III Remastered
Il ritorno dell'Assassino nativo americano, su console e pc
All’apice del suo programma di supporto ad AC Odyssey, Ubisoft rilascia Assassin’s Creed III Remastered, edizione restaurata per PC e console di ultima generazione del capitolo distribuito originariamente nel 2012. Gratis per tutti i possessori del Season Pass di Odyssey, questa remastered vanta un’ottimo rapporto qualità-prezzo includendo nel bundle lo spin-off AC Liberation e i DLC dell’ucronica avventura “La Tirannia di Re Washington”.
Appunti di Storia... del brand
Assassin’s Creed III è unanimemente considerato un punto di rottura all’interno della decennale saga, vantando una serie di primati. È il primo capitolo a introdurre il concetto di genealogia espansa, espediente narrativo attraverso il quale Ubisoft si divincolerà dal racconto legato al binomio Altair-Ezio, permettendo alla software house francese di introdurre da quel momento nuovi protagonisti per nuove avventure allontanandosi definitivamente dall’orbita del nucleo centrale del concept sviluppato da Désilets cinque anni prima. È il primo capitolo a introdurre un nuovo motore grafico, l’Anvil Next, implementazione che permetterà di rielaborare ogni aspetto degli elementi portanti del titolo, dalle animazioni al parkour, dal combat system al numero di elementi in movimento a schermo.
Il motore verrà usato al massimo delle sue potenzialità con il successivo Black Flag, titolo cross-gen che ha rappresentato l’esordio della saga su PS4 e Xbox One. ACIII è anche il titolo più venduto di tutta la saga: la campagna marketing che supportò il rilascio di questo capitolo non conosce precedenti e successori, Ubisoft, consapevole del fatto che l’addio definitivo al carismatico Ezio Auditore avrebbe rappresentato la fine di un’era, investì tutto sulla promozione di questo capitolo e l’operazione sembra aver dato i suoi frutti data l’esorbitante cifra di 12 milioni di copie vendute in tutto il mondo.
Bundle ricco mi ci ficco
Assassin’s Creed III racconta la storia di Connor Kenway, Assassino pellerossa che nel bel mezzo dei moti che poi culmineranno nella grande Rivoluzione Americana lotterà per fermare il diffondersi dell’organizzazione Templare tra le Colonie del Nuovo Mondo. Parallelamente nel mondo moderno Desmond Miles corre contro il tempo per fermare le terribili conseguenze dell’imminente tempesta solare, che minaccia di spazzare via la vita sulla Terra nella profetica data del 21 12 2012.
Se da una parte il titolo ha offerto una dei racconti più maturi per un Assassino, con Connor a rappresentare l’incarnazione dell’ideale logorato ma persistente, dall’altra il titolo congeda in modo infelice il predestinato signor Miles nel modo più felice possibile. Questa disparità di trattamento si percepirà per tutta l’avventura, con i fasti del turismo storico celebrato con tutti gli onori che si contrappone a un’avventura nel moderno a fare da legante con il minimo indispensabile. L’essenziale e pretestuoso espediente narrativo di dover ritrovare una chiave è sufficiente per Ubisoft per aprire la strada verso un salto nel passato maestoso.
La saga non conosceva un titolo che permettesse un’esplorazione ad ampio respiro dai tempi di ACII (2009), così dopo le ristrettezze di una Roma rinascimentale e del crocevia del mondo bizantino della Costantinopoli di AC Revelations il giocatore è finalmente catapultato in un mondo enorme, la bucolica Frontiera che si divide tra la nascente New York e il fermento di Boston. Con ACIII Ubisoft investì maggiore attenzione sull’accuratezza storica e consacrò definitivamente il suo motto “La Storia è il nostro parco giochi”. Durante la nostra caccia ai Templari incontreremo numerose figure di spicco di quel periodo, da George Washington, futuro primo presidente degli Stati Uniti d’America e Benjamin Franklin poliedrico scienziato, politico e inventore.
Complementari alle vicende del capitolo di punta, AC Liberation racconta invece le avventure di Aveline de Granprè, primo personaggio femminile del franchise e Assassina che lotta più a sud nelle terre schiaviste della Lousiana del diciottesimo secolo. Basato sulle nuove architetture create per il capitolo principale, il titolo vanta logiche stealth mai più ricomparse: Aveline è infatti in grado cambiare il suo outfit, passando da Assassina, a dama di corte a schiava, ognuno dei quali concede specifici benefici, come la possibilità di entrare in aree sorvegliate senza dare nell’occhio o di avere vantaggi in particolari azioni come scassinare serrature. Il titolo inizialmente concepito per PS Vita ha già beneficiato di un restauro per console casalinghe e quello che arriva in questo bundle è lo stesso prodotto.
Dulcis in fundo i DLC de La Tirannia di Re Washington, contenuti che rispondono al più classico dei “what if” nei quali il nostro Connor/Ratonhnhaké:ton si contrapporrà a un tirannico George Washington che, invece di fondare gli Stati Uniti d’America, instaura una monarchia divenendo imperatore del Nuovo Mondo. In questi DLC Ubisoft sperimenta nuove soluzioni creative e di gameplay un po’ più sopra le righe rispetto ai canoni della saga, regalando all’utenza una manciata di ore tra azione e magie tribali.
Occhio dell’Aquila e Occhio clinico
Arriviamo quindi al punto cruciale. Questa remastered è all’altezza dell’offerta? Se osserviamo le migliorie al gameplay il parere è positivo. Sono stati introdotte nuove features stealth come la possibilità di uccidere in basso profilo due nemici contemporaneamente. L’assassinio silenzioso alle spalle utilizzerà sempre la lama celata per poter continuare a operare con discrezione in contesti di allerta. È stata aggiunta inoltre una meccanica di crafting delle armi: dopo aver recuperato la ricetta, solitamente in aree ad accesso limitato, potremo rivolgerci agli artigiani che, con gli ingredienti da noi forniti forgeranno nuovi strumenti di morte.
Ulteriori migliorie anche nell’interfaccia giocatore, ad esempio ora i segnalini dei nemici sulla mappa mostrano l’orientamento del loro cono visivo permettendo azioni stealth più attente e durante le fasi di conflitto la mini-mappa mostrerà le vie di fuga più vicine. Dal punto di vista tecnico invece, emergono le stesse criticità riscontrate con la Ezio Collection. L’upscaling in 4K e HDR perde ogni valore dal momento che quello che viene mostrato su schermo non è assolutamente all’altezza delle opzioni. Visivamente i titoli perdono di smalto, la povertà di texture e i volumi poligonali appiattiti da un contrasto praticamente assente, unitamente al nuovo sistema di luci (Physical Base Rendering) trasforma tutti i volti in inespressivi ritratti, privando le cinematiche di vitali sfumature.
Nel caso di ACIII questa mancanza di spessore è ulteriormente amplficata nelle sezioni interamente dedicate a Desmond dove i contenuti non bastano a distogliere l’attenzione da questa involuzione estetica. Non conosciamo le dinamiche di controllo in fase di sviluppo ma è evidente che Ubisoft adotti un sistema di valutazioni che necessita di essere rivisto. Visti i prodigi raggiunti dal medium, da un punto di vista squisitamente grafico il restauro eseguito in questa remastered non può e non deve essere ritenuto soddisfacente, specialmente nel rispetto dei fan dell’ultima ora che vorrebbero approfittare di queste opportunità per recuperare tasselli fondamentali di una delle saghe più longeve degli ultimi tempi.
Versione Testata: PS4
Voto
Redazione