Recensione Call Of Duty: Modern Warfare
Il ritorno, alla grande, del filone più riuscito della saga di COD
Nella sua quasi ventennale carriera (il primo episodio uscì nel 2002), la saga di Call of Duty ha portato sullo schermo diversi aspetti della guerra. Dai campi di battaglia della Seconda Guerra Mondiale, fino ai futuristi fanta-scontri tra le nazioni, Activision ha cercato ogni volta di esaminare in forma ludica tutte le sfaccettature del dramma insito in ogni conflitto. Quello appena uscito su PC e console è un capitolo che forse segna un punto di svolta nella produzione, che spinge a tavoletta sul fattore della violenza e non si tira indietro nel mostrare l’orrore che il terrorismo internazionale semina nelle più grandi città del mondo, parallemamente al dramma vissuto nei paesi oppressi proprio dalle organizzazioni terroristiche.
E se già eravamo rimasti inorriditi dalla famosa scena “No Russian” di qualche anno fa, ecco che questo Modern Warfare si mette in testa di andare oltre. La scena d’apertura del gioco rappresenta un attacco terroristico nel pieno centro di Londra, con gli ignari passanti falciati dal fuoco nemico, mentre il nostro protagonista cerca in tutti i modi di salvare il salvabile. La sequenza è molto dura, graficamente realistica e il team di sviluppo non si tira indietro nel rappresentare il sangue, la disperazione di chi cerca di mettersi in salvo e nell’instillare nel giocatore la voglia di salvare quanti più civili possibili.
Ed è questo il mood di tutto il gioco, perchè superata la scena londinese, ci ritroveremo nel pieno delle operazioni nella fittizia regione dell’Urzikstan, dove cercheremo di stanare la mente criminale dietro l’attacco e, soprattutto, il furto di una partita di gas con cui confezionare altri assalti terroristici. E qui troveremo una regione allo sbando, dove le uccisioni pubbliche sono all’ordine del giorno e dove donne e bambini spariscono senza lasciare traccia, lasciando gli uomini a lavorare per gli oppressori. O a ribellarsi.I riferimenti agli attuali scenari geo-politici sono più che riconoscibili, anche perchè non può mancare il terzo incomodo, rappresentato dalla Russia.
E se la scena dell’attentato londinese è un diretto destro allo stomaco, la scena che veramente vi metterà al tappeto è quando vi ritroverete a vivere il flaskback della protagonista femminile del gioco, che parte direttamente sotto le macerie di un caseggiato, affianco al cadavere della madre. Le squadre di soccorso riescono a tirare fuori la piccola, che viene riconsegnata al padre, disperato per la perdita della moglie. E’ solo la questione di un attimo, perchè il nemico avanza, e dopo essere ritornata alla casa natia per recuperare il fratello della piccola Farah, ecco che un soldato russo irrompe all’improvviso, uccidendo il padre e costringendo la piccola protagonista a sottrarsi al soldato alla ricerca della libertà e della salvezza.
E’ una scena agghiacciante, vissuta in prima persona e con un’angoscia “vera” che vi assale ogni qualvolta il gigante sovietico vi si avvicina, ma è anche una scena centrale e “necessaria” per la narrazione, perchè descrive e racconta come meglio non si potrebbe le motivazioni di una donna cresciuta in mezzo all’odio e all’oppressione e che ha passato votato la sua intera vita alla vendetta e alla ribellione. Sicuramente Modern Warfare solleverà le polemiche di chi ancora vede i videogiochi come un fenomeno circoscritto al pubblico più giovane e che forse non sa’, o fa finta di non saperlo, che i contenuti di giochi come questo sono pensati e realizzati per un pubblico adulto (non a caso Modern Warfare è classificato PEGI 18+).
E, soprattutto, se confrontato con film come Hotel Mumbai, che racconta del vero attacco terroristico al Taj Mahal Palace, tutto il finto orrore di Call of Duty scompare e assume quello che è il ruolo di rappresentare in modo realistico, ma ben distante dalla realtà, situazioni e scenari che ci si augura di non poter vedere mai.
Modern Warfare vive molto di questa sua continua spinta su un’avventura che corre velocissima, senza attimi di pausa. Non ci sono novità strabilianti nel gameplay, se si eccettua la possibilità di potersi sporgere dai muri per cercare riparo dai nemici e sparare da zone relativamente sicure e una difficoltà generale leggermente più elevata rispetto al passato. Quello che è sicuro è che i 144 giga (scaldate la fibra, ragazzi), di Modern Warfare sono davvero più che giustificati, grazie ad un aspetto tecnico di rilievo, con i migliori video mai prodotti in tutta la saga e il solito, solido frame rate anche in presenza di scena decisamente complesse. Davvero ottimo anche il doppiaggio italiano, che aggiunge un’interpretazione davvero drammatica e struggente nei momenti più adatti.
Va da se’ che il multiplayer rappresenti il solito piatto forte del gioco, aggiungendo ore di longevità alle solite 6/7 ore dell’avventura principale. Il ritmo del comparto multigiocatore si è leggermente velocizzato rispetto alle beta a cui abbiamo preso parte qualche settimana fa ed è sinceramente più godibile e pronto per essere calcato da milioni di soldati virtuali in tutto il mondo.
Versione Testata: Xbox One
Voto
Redazione