Recensione FIFA 20

Anno di transizione per la serie EA Sports?

di Roberto Vicario

Per qualsiasi gioco, ancora di più per una serie sportiva a cadenza annuale, provare a migliorarsi nell’anno di transizione tra una generazione e l’altra di console, non è mai un compito semplice. 

Nonostante questa grande difficoltà, abbiamo visto titoli come NBA 2K e PES 2020 riuscire a fare quel salto di qualità ulteriore, necessario per offrire qualcosa di fresco e divertente ai fan che ogni anno aspettano di godersi la versione digitale del loro sport preferito. 


STREET FOOTBALL

In questo senso, FIFA 20 offre un po’ meno dei suoi rivali. Un capitolo conservativo sotto qualsiasi aspetto lo si guardi, che punta ad inserire quantità più che qualità. 

A livello di contenuti, la più grande novità è senza ombra di dubbio l’introduzione di Volta, una sorta di omaggio alla serie FIFA Street, che purtroppo da diversi anni ci ha abbandonato. 

All’interno di questa modalità andremo ad assaporare il calcio con cui siamo cresciuti, fatto di asfalto, ginocchia sbucciate, palloni persi e sgridate dei genitori. Il tutto è ovviamente riportato in una forma decisamente più professionistica, con anche svariate stelle dello street football che saranno presenti all’interno del gioco. 

Le modalità di volta spaziano dal 3vs3 (senza portiere), 4vs4 (con e senza portiere), 5v5 nella modalità street o anche Futsal (quello che noi chiamiamo calcetto). Per farci prendere confidenza con tutte queste modalità, gli sviluppatori hanno messo a punto una sorta di storia che ci vede impegnati nel team di Jayzinho (una delle stelle presenti nel gioco). Sebbene l’incipit sia tutto sommato carino, questa componente non ha nulla a che vedere con l’ottima trilogia dedicata ad Alex Hunter. 

Sotto l’aspetto puramente tecnico, la modalità ci è sembrata divertente e “leggera” al punto giusto. Una volta presa confidenza con i comandi, prodigarsi in splendide acrobazie (i giocatori più tecnici alcune le fanno in automatico), sfruttare il bordo campo per splendidi rimpalli e giocare di squadra vi verrà davvero naturale. Peccato per una intelligenza artificiale tutt’altro che scaltra, soprattutto nelle partite in cui si gioca con il portiere di movimento. Buona invece la fisica del pallone, anzi, possiamo tranquillamente affermare che ci ha convinto maggiormente quella del pallone a 5 che di quello a 11. 

Come sempre tutto passerà dalla costruzione di squadra valida e competitiva, e da una sorta di affiatamento che ricorda molto da vicino quello visto nel FUT. Oltre alle regole sopra descritte, potrete cimentarvi  nel tour che vi porterà in giro per i campi di tutto il mondo, oppure nell’online, dove andrete a sfidare street player sconosciuti oppure i vostri amici. 


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TORNIAMO SULL’ERBA

Tornando sui tanto amati campi regolamentari in erba (o sintetico, visti i tempi che corrono), prima di addentrarci nelle modalità che non nascondono troppe novità, soffermiamoci un attimo sul gameplay. 

La novità più interessante che abbiamo notato è sicuramente quella di un ritmo che, come intuito già dalla demo, sembra leggermente più compassato, quasi a favorire la costruzione dell’azione che parte da dietro. Al netto di questo, dopo svariate partite, possiamo confermare che FIFA 20 sotto questo aspetto rimane molto più conservativo di quello che può sembrare al primo impatto, con un gioco ancora una volta votato alla spettacolarità dell’azione e alla rapida fluidità della manovra. 

La fisica del pallone soffre di alti e bassi, dove sicuramente ci sembra migliorata è nei passaggi e in occasione di alcune tipologie di tiri; nel complesso, tuttavia, restiamo convinti che la fisica sia ancora appannaggio della diretta concorrenza. 

Parlando proprio di fisica, grazie ad una serie di nuove animazioni e dei ritocchi sull’inerzia del giocatori, i movimenti della squadra sul campo da gioco ci sono sembrati più fluidi e credibili, nonostante persistano dei cambi di direzione piuttosto forzati e delle rotazioni del corpo piuttosto innaturali. Inoltre, dove dovranno andare lavorare sicuramente i ragazzi di EA Sport nella prossima edizione, è nei micro tocchi che i giocatori fanno per aggiustarsi la palla. 

In generale, possiamo quindi dire che non ci sono netti passi avanti, ma nemmeno clamorosi passi indietro. FIFA 20, lato gameplay, prosegue sulla strada tracciata qualche capitolo fa, e ribadita con forza nella scorsa edizione (e come avrete notato, qui riproposta quasi in toto). 


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AD OGNUNO IL SUO

Prima di addentrarci nei meandri tecnici, parliamo brevemente delle modalità più classiche, sebbene non si trovino grandi novità da raccontare. 

Oltre alla solita pletora di opzioni tra cui tornei, amichevoli, campionati, Pro Club (che non ha subito grosse modifiche) e le classifiche sfide online, i cambiamenti li troviamo nella carriera e nel FUT. 

Nel primo caso, la novità riguarda la presenza di conferenze stampa pre e post partita, oltre alla richiesta da parte dei giocatori di colloqui individuali. Le risposte date andranno ad influenzare l’umore e ovviamente il rendimento della squadra. Una novità che inizialmente (insieme a quella dell’editor dell’allenatore stesso) risulta piacevole, ma che sulla lunga distanza diventa piuttosto ripetitiva. 

Il FUT, invece, continua a mantenere la struttura già rivoluzionata nello scorso capitolo, ma aggiunge tutta una serie di nuovi obiettivi da portare a compimento e inoltre (finalmente!) sono state aggiunte le amichevoli, dove si potranno sfidare in totale leggerezza i propri amici. Al netto di queste micro novità, FUT rimane il fiore all’occhiello di questa serie, capace di offrire tutta una serie di opzioni ludiche davvero appaganti e divertenti. Al netto dei forti squilibri che - ci auguriamo - quest’anno saltino fuori il più tardi possibile, rimane un modello di riferimento. 

Lato tecnico, come dicevamo in apertura di recensione, ci troviamo davanti ad un titolo a cavallo tra la vecchia e la nuova generazione. I limiti di un hardware ormai spremuto sono sotto gli occhi di tutti, e FIFA 20, in questo senso, non riesce a camuffarli. Rimane uno spettacolo piacevole e godibile per gli occhi, ma urge un grande ritocco estetico. 

Meno giustificabile - e qui si torna a combattere con i mulini a vento - la presenza di volti poco riconducibili a quelli delle controparti reali. Sebbene sia accettabile non aspettarsi volti reali per giocatori di campionati poco seguito o di leghe minori, ci sono ancora grandi campioni e ottimi giocatori che non assomigliano minimamente alla loro controparte reale. Un cruccio che FIFA si porta avanti da ormai troppi anni. 

Chiudiamo citando non solo un net code che non ci ha mai dato grandi problemi e una telecronaca (Pardo-Nava) senza infamia e senza lode. 


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