Recensione Metro Exodus
Artyom è tornato per vivere insieme a noi una storia travolgente tutta da scoprire
Ebbene sì, ci siamo. Tra i titoli più importanti di questo 2019 spicca il terzo capitolo della serie Metro, Exodus, all'interno del mondo partorito dalla penna di Dmitry Glukhovsky e trasposto in chiave videoludica dai ragazzi 4A Games. Dopo aver messo mano alla build di presentazione a Londra, ora è il momento di giocare per intero il capitolo più ambizioso della serie, ancora una volta nei panni di Artyom. Benvenuti nella Russia postatomica del 2036.
IL CONTESTO
Temporalmente Exodus riprende il racconto, due anni dopo i fatti di Last Light. I 50.000 abitanti della Metro di Mosca trascorrono la loro vita nelle comunità piagate dalle brutture e dalla corruzione, ignari di quanto potrebbe esserci al di fuori del reticolato di gallerie nel sottosuolo. Artyom, nelle sue frequenti escursioni in superficie, riesce a captare un segnale radio che sembra provenire al di fuori da Mosca: ma com'è possibile, se era sempre stato chiaro a tutti che la guerra atomica avesse disintegrato qualunque cosa e reso per sempre inabitabile la superficie? A quel punto l'intento di Artyom si palesa: bisogna armarsi e partire alla ricerca di un posto adatto a una vita degna, piuttosto che accontentarsi di sopravvivere tra mille problemi e pericoli nella Metro. Insieme a sua moglie Anna e un manipolo di uomini esperti, sotto il comando di Miller, salgono a bordo della locomotiva Aurora in direzione est, per scoprire cosa si cela oltre la cortina di distruzione che è ormai Mosca, dando vita a un vero e proprio esodo verso la Terra Promessa, intraprendendo un percorso che li vedrà fronteggiare ogni genere di malignità, tra fanatici religiosi, tagliagole, commercianti senza scrupoli, assassini, cannibali e ogni genere di storture. Inoltre, questo viaggio non sarà mai scevro di preoccupazioni o di implicazioni sociali e morali. Molte volte, per esempio, Anna e Artyom si interrogheranno sul loro futuro, per esempio pensando al fatto di avere dei figli, in futuro, nella contingenza di un mondo pericoloso e inospitale, oppure tralasciare il bisogno personale in favore di un bene più grande. Temi non secondari, che influenzeranno la sceneggiatura della storia.
LEVEL DESIGN SOPRAFFINO
Se partiamo dal presupposto che Exodus è il punto più alto della serie Metro, non sfugge all'attenzione la realizzazione tecnica. Il mondo di gioco è realizzato magnificamente, sia che si parli di una distesa di neve e ghiaccio, sia che si tratti di un ambiente arido, sabbioso e polveroso. Il level design è strabiliante, filtra ovunque una cura maniacale per i dettagli. Menzione speciale per gli ambienti al chiuso, come sotterranei o edifici in decadenza: vi troverete immediatamente a vostro disagio, perché la quasi totalità delle volte sarete in brutta compagnia, al buio, con scarse munizioni e col terrore che, proseguendo per il percorso labirintico che sono i livelli al chiuso, dietro ogni angolo possa esserci un'insidia fatale. Come ogni Metro che si rispetti, peraltro.
Ogni capitolo di Metro Exodus si svolge in una macroarea open world sandbox brulicante di nemici di ogni tipo, da mostri mutanti a gruppi armati senza scrupoli, che cercheranno di farvi la pelle a vista. All'interno di questa macroarea ci saranno una o più aree più circoscritte in cui bisogna portare a termine le missioni principali del gioco, per proseguire con la storia e completare il capitolo. A tal proposito il taccuino di Artyom vi aiuterà in modo egregio a orientarvi, mostrandovi la mappa della macroarea con la vostra posizione e gli obiettivi principali della storia, contrassegnate da una X cerchiata. Inoltre troverete segnati sulla mappa numerosi luoghi secondari, indicati da un punto di domanda cerchiato fino a quando non verranno scoperti recandovisi, non necessari alla storia principale ma molto utili per recuperare oggetti rari, come upgrade per le armi e materiali da costruzione, oppure oggetti da donare o da recuperare per qualcuno.
EXODUS NON È SOLO UN FPS
Dovendo descrivere il gameplay di Metro Exodus, la parola che più salta in mente è: vario. 4A Games riprende il modus operandi classico della serie e lo amplia in modo tale da trasformare un semplice FPS in un gioco dalle meccaniche complesse seppur facili da apprendere. In un gioco solo abbiamo elementi di strategia, di sandbox, di stealth, di survival horror, anche se il gioco si posiziona fondamentalmente come FPS. Uno shooter unico nel suo genere però, dove si avrà la possibilità di scelta tra tutta una serie di armi, comunque trasportabili fino a un massimo di tre per volta, e in cui si potranno fare degli upgrade a ogni singola arma. Si potrà modificare anche l'equipaggiamento, come la maschera antigas, che ha inevitabilmente un ruolo importante nel gioco, o i gadget indossabili. Tutto questo grazie a dei tavoli di lavoro, presenti in casette o aree sicure sparse all'interno della mappa di gioco. Quindi per pianificare l'assalto a un edificio pieno di nemici serve strategia, una buona dose di capacità stealth e magari il fegato necessario per sopravvivere indenni a un dungeon pieno zeppo di mostri che vogliono farvi a pezzetti a morsi e unghiate.
FAI DA TE RUSSIAN EDITION
Dicevamo, i tavoli da lavoro sparsi per tutta l'area di gioco permettono di adoperare modifiche sostanziali alle armi, come sostituire canne dei fucili, montare caricatori più capienti, sostituire mirini, fabbricare munizioni ed esplosivi in modo artigianale, sistemare la maschera antigas nel caso in cui si rompesse, e soprattutto compiere un'azione molto importante ai fini del gioco: ripulire un'arma. Infatti, ogni volta che Artyom utilizza un'arma, oppure cade in un acquitrino o ancora sguazza nel fango, l'arma in uso si sporcherà, diventando molto meno efficace o prona a inceppamenti, cosa decisamente sconsigliabile in caso di scontro a fuoco. Quindi bisognerà usare regolarmente i tavoli da lavoro per tenere le armi il più pulite possibile, utilizzando le sostanze chimiche trovate in giro per la mappa.
Per poter sfruttare al meglio il tavolo da lavoro bisognerà setacciare l'area di gioco, in cerca di armadietti, scatole e cadaveri da depredare per recuperare materiali da costruzione e sostanze chimiche. Nel caso avessimo a disposizione l'arma di un nemico appena ucciso o trovassimo un'arma incustodita in giro, questa si può scambiare con quella attualmente in nostro possesso, oppure smontare per recuperare pezzi di ricambio e proiettili. I pezzi di armi che ancora non possediamo nell'inventario vengono indicati in arancione nel disegno che raffigura l'arma che stiamo per depredare.
E se siamo in giro per la mappa? Niente paura, Tokarev, l'armaiolo del gruppo, ci fornirà fin da subito uno zaino militare che potremo utilizzare per creare al volo medikit, filtri per la maschera antigas oppure montare o smontare pezzi sulle tre armi che abbiamo addosso. Insomma, una versione in miniatura del tavolo di lavoro, anche se con ben poche funzioni rispetto a quest'ultimo, naturalmente.
TANTI NEMICI, TANTO ORRORE
Sì, ma che genere di nemici incontreremo sulla nostra strada? Diciamo che si dividono in due categorie, umani e mostri mutanti. Gli umani possono essere dei banditi, cannibali, semplici sbandati o tagliagole, oppure milizie addestrate, molto difficili da abbattere. Sono spesso concentrati a difesa di un edificio o di una struttura, generalmente obiettivo di una missione che dobbiamo portare a termine. Essi attaccheranno a vista, senza esclusione di colpi.
Per fortuna l'elaborato sistema di stealth del gioco ci darà una grossa mano per completare una missione rimanendo nell'ombra, sfruttando il level design che crea numerosi punti bui dove infilarsi e percorsi alternativi per non farsi beccare dalla guardia di ronda. Inoltre, sfruttando i letti nelle casette con i tavoli di lavoro, si può dormire fino alla notte, momento in cui le guardie sono meno numerose e le ombre ci aiutano a rimanere nell'anonimato. Durante l'azione stealth, si può camminare di soppiatto fino ad arrivare alle spalle del malcapitato, e scegliere cosa fare, se stordirlo o ucciderlo. Nel caso in cui un numero sufficiente di guardie armate sia stato reso inoffensivo, quelle rimaste ancora operative si arrenderanno mettendosi in ginocchio e pregando di non essere uccise. Sta a voi decidere cosa farne.
C'è un ma. Nel caso disgraziato in cui una guardia vi scoprisse, darà immediatamente l'allarme e tutte le guardie presenti nel circondario vi raggiungeranno. Comincia così un altro gioco, in cui è impossibile tornare a nascondersi e ricominciare con lo stealth, ma tutte le guardie sapranno sempre dove vi trovate e verranno a darvi la caccia sempre e comunque. A quel punto l'unica strada è il massacro con il piombo.
Per quanto riguarda invece i mostri mutanti, il mondo di gioco ne offre di tutti i tipi, sia per terra, per aria e per acqua. Si va da lupoidi giganti a una specie di aragosta mostruosa, da umanoidi forzuti, sia lenti che agili, a una specie di arpia molto pericolosa, senza contare i mostri speciali come enormi pesce gatto o gigantesche e terribili simil-balene. Per non menzionare ragni giganti molto molto aggressivi. Come se non bastasse, sono presenti anche dei globi elettrici fluttuanti, creatisi grazie alle forti radiazioni, che vagano per la mappa e che inceneriscono con dei fulmini tutto quello che incontrano, animali, mostri o umani che siano. Insomma, se pensate che in Australia qualsiasi cosa in natura vi voglia morto, in Metro Exodus è lo stesso ma con le radiazioni made in Russia in aggiunta. Siate molto guardinghi, non andate all'avventura se non siete più che armati e corazzati e non state negli spazi aperti, dove potreste essere una preda facilmente individuabile.
SPARA RESPONSABILMENTE
Nel mondo disgraziatamente desolato di Metro Exodus, ogni singolo proiettile è una risorsa inestimabile, anche a livello di difficoltà Normale. La strategia migliore è quella di evitare di sprecare colpi per qualcosa che si può eludere via stealth oppure scappando a gambe levate. Soprattutto quando siete all'aperto, quando basta un solo colpo sparato per richiamare orde di mostri presso di voi come lupi affamati con la preda.
A quel punto siete sostanzialmente fregati, perché ne avrete addosso una quantità che con i pochi colpi su cui potremo fare affidamento non potremo superare facilmente. Quando saremo soverchiati di nemici, può capitare che uno di questi ci afferri, e bisognerà liberarsene premendo ripetutamente un tasto, ricevendo in ogni caso un danno in termini di attrezzatura – come la maschera antigas, se la stiamo indossando – e di salute. Quindi, se proprio dovete sparare, attrezzatevi di silenziatore e nascondetevi il più possibile. Ma fate attenzione, se il colpo dovesse andare sfortunatamente a vuoto, sarete individuati lo stesso se non siete ben riparati dalla vista. Il mantra è “Pianifica bene, ma adattati sempre alle variazioni di situazione che ti troverai davanti e ne uscirai tutto intero”.
IL BUONO, IL BRUTTO E IL CATTIVO
Non è però tutto oro quel che luccica. Se il buono di Exodus è che è un titolo molto divertente, molto coinvolgente e da cui è difficile staccarsi, il brutto è che nelle parti più concitate è facile andare nel panico e schiacciare tasti a caso o eseguire male una combinazione di tasti, che risulta poi nella morte e nel dover riprendere dall'ultimo check point. Immaginate di essere in un sotterraneo buio e affollato di mostri.
Si scarica la torcia (che va ricaricata manualmente ogni tot tempo di utilizzo), dovete ricaricare il fucile e dovete iniettarvi un medikit perché state male, però vi atterra uno dei tanti mostri mentre stavate riparando con del nastro isolante la maschera a gas. Indovinate come finisce. La voglia zelante degli sviluppatori di rappresentare la realtà, se da una parte mette in mostra i pregi in fatto di cura del prodotto, in queste situazioni va a discapito della giocabilità e dell'immediatezza dell'azione. Il cattivo, invece, sta nel fatto di non aver dato neanche questa volta una voce ad Artyom, tranne che nei caricamenti. In ogni discorso che gli altri personaggi fanno con lui – e sono tanti – si avverte che manca la risposta, come se stessero parlando a un muto e lo sapessero, tanto che molte volte a domanda diretta risponde qualcuno per Artyom, scelta che lascia un po' perplessi.
4A ENGINE IN GRANDE SPOLVERO
Abbiamo recensito Metro Exodus su PC e la resa grafica è stata eccellente, sia per quanto riguarda l'ambiente sia per quanto riguarda gli effetti particolari. L'illuminazione è il punto di forza del 4A Engine e si vede chiaramente, per esempio negli ambienti esterni del Volga pieni di riverbero dovuto alla neve o l'atmosfera quasi marziana del deserto del Caspio. Il ciclo giorno/notte è stato gestito egregiamente, e guardando lo stesso paesaggio sia durante il giorno che durante la notte è lampante quanto diverso possa apparire agli occhi del giocatore. I modelli dei personaggi principali sono molto convincenti e ben realizzati, leggermente meno gli NPC, ma ci si può tranquillamente passare sopra. l'IA degli NPC ci è sembrata ancora una volta all'altezza nelle varie fasi di gioco, dopo la prova di un mese fa a Londra, sia per gli alleati sia per quanto riguarda i nemici, che saranno abili a scovarvi in caso di un passo falso.
A differenza dei capitoli passati, con Exodus il comparto sonoro è veramente ottimo, con una perfetta commistione di voci, musica di sottofondo ed effetti che non si pestano i piedi e intelligentemente miscelati. Il framerate, seppure a impostazioni Ultra, non ha risentito di problemi, segno di una buona ottimizzazione raggiunta dai ragazzi di 4A Games.