Recensione Monster Energy Supercross - The Official Videogame 3

di Andrea Casetti

Il 4 febbraio 2020 uscirà sugli scaffali Monster Energy Suprercross – The Official Videogame 3 (da qui in poi MES3), a un mese esatto dall’inizio della stagione AMA Supercross 2020, ma purtroppo a un anno e un mese di distanza dagli eventi raccontati nel gioco, in quanto il roster di piloti presenti nel gioco (un centinaio, tra classe regina 450sx e le classi minori 250sx west ed east), moto, team e i 15 circuiti ufficiali sono tutti relativi alla stagione passata.

MES3 ribadisce quanto proposto da MXGP 2019 circa sei mesi fa, ma lo fa in chiave più tecnica e spettacolare come da tradizione MES: se la controparte europea predilige il “manico” da esibire lungo i rettilinei dei circuiti sparsi in lungo e in largo per il vecchio continente, MES3 trapianta le stesse moto in circuiti indoor, spesso e volentieri all’interno di stadi claustrofobici, dove sprigionare tutti i cavalli dei monocilindrici da competizione significa spesso e volentieri finire nelle vie di fuga, se non addirittura con le gambe all’aria. Nel Supercross vince chi azzecca il ritmo giusto parzializzando gas facendo un sapiente uso dei freni.

Modalità variegate

Il gioco propone le classiche modalità in single player, senza dimenticare le modalità multiplayer che vi porteranno a sfidarvi con i vostri amici sparsi per il mondo a mezzo, per la prima volta per la serie MES, di server dedicati con lobby personalizzate.

Selezionando la modalità Carriera vi imbatterete immediatamente con la prima novità di questo MES3, ovvero la possibilità di selezionare un avatar di sesso femminile, peraltro caratterizzate da animazioni dedicate.

Per il resto viene confermato sostanzialmente quanto visto l’anno scorso, con la possibilità di selezionare uno sponsor che vi porrà i canonici obiettivi, senza dimenticare gli immancabili crediti da accumulare e da spendere personalizzando moto e pilota, mediante la pressoché infinita serie di accessori esistenti sul mercato aftermarket, oppure scegliendo i vari caschi, tute e qualsiasi capo di vestiario del vostro personaggio, senza dimenticare i tatuaggi per ricoprire la pelle del vostro pilota.

Altre modalità

Per chi invece volesse cimentarsi in pista senza distrazioni alcune vengono in aiuto le modalità classiche Time Attack, Eventi e Campionati singoli, Compound e Sfide, le quali vi proietteranno immediatamente in pista con l’obiettivo di segnare il miglior tempo, vincere gare e campionati, girovagare in perfetto stile freeroaming (quest’anno nell’area localizzata in California), piuttosto che portare a termine le sfide più disparate.

Non possiamo infine non menzionare la modalità Direttore di Gara che  permette di gestire il regolamento delle gare online introducendo penalità e dettagli dei regolamenti, funzionalità introdotta su altri episodi delle serie targate Milestone e importata trasversalmente anche in questo MES3.

Di carne al fuoco ce n’è molta, senza contare l’ottimo editor di tracciati che vi consentirà di mettere insieme il percorso dei vostri sogni e di condividerlo in rete. Lo strumento è già stato un discreto successo nella versione precedente, in quanto ha spinto la community alla creazione di migliaia di circuiti, e quest’anno è stato aggiornato e arricchito ulteriormente.

In pista

Ma vediamo come si comporta l’ultima fatica targata Milestone una volta scesi in pista. Innanzi tutto va menzionato lo sforzo di incrementare il coinvolgimento del giocatore, a partire dalla ricreazione di una atmosfera il più possibile veritiera, senza contare l’effetto di annebbiamento della visuale giusto un attimo prima dell’abbassamento dei cancelli al via, capace davvero di ricreare una sensazione di tensione non banale.

Per il resto si tratta del solito titolo simcade, buon compromesso tra simulazione e arcade che sarebbe capaci di adattarsi sia all’appassionato sfegatato, sia al novizio che si affaccia per la prima volta al genere, il tutto a mezzo di una completa serie di aiuti che automatizzano la gestione dei freni, il cambio, la gestione del peso del pilota e così via.

Di particolare aiuto il flow aid, un suggerimento volto ad aiutarvi a trovare il miglior ritmo per affrontare whoops e salti vari e assortiti. Se proprio non ce la farete, c’è sempre la possibilità di far intervenire il Rewind per ripercorrere gli ultimi secondi al fine di evitare quella catastrofica caduta.

Colpo d’occhio

Rispetto all’anno scorso si nota un passo in avanti nella gestione delle fasi aeree, dove la rinnovata gestione del peso introduce un maggiore realismo nella risposta del vostro centauro. Peccato però che una volta rimesse le ruote a terra si abbia sempre la sensazione di leggerezza del mezzo, il quale lascia un solco sul terreno che si rivela il classico dettaglio più bello che utile, in quanto non influisce minimamente sul gameplay.

Nemmeno l’AI riesce a convincere pienamente, in quanto apparentemente incapace di accorgersi della vostra presenza, il che porta spesso e volentieri ad urti che per fortuna sono meno punitivi rispetto al prequel. Più severi invece i contatti con le protezioni a bordo pista, ma in questo caso apprezzerete un respawn più rapido capace di minimizzare la perdita di tempo.

Visivamente il gioco si fa apprezzare grazie a un impatto visivo riuscito e migliorato, con un ulteriore passo in avanti fatto soprattutto sugli effetti particellari e i fuochi d’artificio, senza contare la fanghiglia sollevata dalla ruota posteriore, il tutto coadiuvato da un frame rate stabile garantito dalle prestazioni di un Unreal Engine 4 maneggiato sempre meglio dal team di programmatori meneghino. Peccato solo per il livello di dettaglio delle ambientazioni, che spesso e volentieri non regge il confronto rispetto all’attenzione rivolta alle moto.