Recensione Monster Energy Supercross 2
Fango e motori tutti italiani
L’anno scorso Milestone, una delle softwarehouses più attive nel campo dei racing, ha compiuto una mossa che apparentemente sarebbe potuta sembrare una semplice estensione del campo di azione di uno degli esponenti delle sue serie: pochi mesi dopo la pubblicazione di MXGP 3, infatti, gli scaffali dei videogiochi si sono popolati di Monster Energy Supercross: The Videogame, che sembrava essere una semplice trasposizione delle moto da cross dai circuiti fangosi del vecchio continente a quelli racchiusi nelle arene americane, allietando così i fan del campionato a stelle e strisce, comunque presenti numerosi anche al di qua dell’Atlantico..
Solo un giocatore attento che ha provato entrambi i titoli può aver apprezzato il differente approccio al gameplay, che nella versione europea prediligeva il “manico” da sfoggiare sui lunghi rettilinei e le staccatone ai vari tornanti, mentre nella controparte indoor il gioco diventa molto più tecnico introducendo l’utente al concetto di “flow”: per primeggiare, infatti, occorre fare propria quella chiave di volta che trasforma una gara passata a lottare tra i salti e le whoops in una cavalcata trionfale verso la vittoria grazie a un efficiente equilibrio tra acceleratore e freno. Il giocatore occasionale, infatti, si accorgerà ben presto che più si tenta di spalancare la valvola a farfalla e stressare i freni, più si viene inghiottiti dal gruppo portando a un risultato mediocre e deludente.
Ad un anno di distanza siamo qua ad accogliere il sequel di tale titolo, che in questo caso risponde al nome di Monster Energy Supercross 2, il quale riprende e affina quanto di buono proposto dal prequel apportando alcune novità di rilievo.
Editabile
Non appena avviato il gioco non sarete stupiti dal menu: le modalità disponibili includono le solite gare veloci, campionato, la carriera, il free ride e l’online. Nulla di sbalorditivo, se non l’apprezzabile colonna sonora, maggiormente centrata su brani punk di band più o meno famose, soprattutto oltreoceano.
È la carriera la scelta che nasconde la maggior parte delle novità: si comincia con un editor dedicato al vostro avatar che vi chiederà di scegliere lineamenti di viso (tra un numero comunque limitato di volti preconfezionati), barba, baffi, occhi, tatuaggi e quanto altro possa venirvi in mente per plasmare l’aspetto di quell’ammasso di poligoni a vostro piacimento, o quasi.
Potrete anche scegliere tra tutta una serie di componenti di vestiario come caschi, guanti, visiere, tute, stivali, componenti regolarmente esistenti sul mercato e che una volta acquisiti potrete sfoggiare a vostro piacimento in rete. Non tutti gli elementi, tuttavia, saranno disponibili sin da subito, in quanto alcuni dovranno essere sbloccati a suon di progressione nel livello di fama, di cui parleremo dopo.
Una volta definito chi vi rappresenterà sui circuiti virtuali statunitensi potrete iniziare la vostra carriera di motocrossista, a partire da una delle due leghe delle classi minori della 250cc (East e West) che dovrete affrontare e fare vostra prima di poter ambire ad affrontare la classe regina, la 450cc.
Ovviamente il gioco include la licenza ufficiale della American Motorcyclist Associacion, un pacchetto che annovera i 17 circuiti ufficiali facenti parte della stagione appna conclusasi (tra cui i nuovi NRG Stadiumm e Raymond James Stadium), 80 piloti con le loro fedeli destriere meccaniche.
Gestione del tempo
La carriera vi imporrà non solo di destreggiarvi in giri veloci, ma anche di gestire la fama del vostro pilota. Per fare ciò dovrete organizzavi interamente la settimana tra incontri con i fan, eventi con gli sponsor, interviste con i giornalisti, senza dimenticare ovviamente le sessioni di allenamento, le sfide coi rivali e le gare ufficiali. Tutto questo mix di appuntamenti vi permetterà di affinare le statistiche del pilota e incrementare il livello di fama, utile per sbloccare elementi di personalizzazione (ci sono 3000 elementi estetici e 300 parti meccaniche a vostra disposizione, tutte realmente esistenti sul mercato aftermarket) attirando così le attenzioni di sponsor più o meno interessanti e remunerativi.
Anche questi ultimi sono stati rivisti nelle meccaniche di elargizione dei compensi: se alcuni vi chiederanno di ottenere risultati brillanti, altri vi imporranno di gareggiare con continuità, piuttosto che imporvi di arrivare a certi livelli di fama.
Compiendo il primo assaggio di sterrato nell’area di freeroaming (qui denominato Compound) vi permetterà di apprezzare un’area rurale ricca e varia, composta sia da tratti fangosi sia sabbiosi, con anche innumerevoli rampe, un torrente da guadare, stradine sterrate e campi di grano con una vegetazione maggiormente tridimensionale rispetto al passato, il tutto condito da un ciclo giorno/notte e da un meteo dinamico che contribuiscono ad arricchire l’esperienza di gioco.
Proprio nell’area Compound avrete la possibilità di destreggiarvi in acrobazie, praticare un po’ di sano free roaming piuttosto che fare un po’ di pratica sui circuiti disponibili per incrementare le vostre skills.
Nella mischia
Tuttavia è affrontando le gare che comincerete ad assaporare quanto di buono questo Monster Energy Supercross 2 propone: tra le novità l’Advanced Inertial Responce e il Real Terrain Collision, due algoritmi ideati per rendere l’esperienza di gioco ancora più verosimile. Il primo altro non è che un più raffinato modello di gestione delle masse e dell’effetto dell’inerzia di veicolo e pilota, ora maggiormente profondo. Il secondo, invece, riscrive le modalità di deformazione del manto stradale a seconda della sua composizione (sabbiosa piuttosto che fangosa) e anche al suo stato di idratazione. Peccato che la deformazione del fondo sia il classico effetto più bello che utile, in quanto il gameplay non ne risulta minimamente intaccato.
Tra le novità figura anche il Dynamic Flow Aid, un aiuto aggiuntivo specifico di questo Monster Energy Supercross 2, una sorta di linea immaginaria che fa da metronomo nello scandire il ritmo da dare ai vostri cavalli meccanici al fine di affrontare salti e curve danzando anziché litigando continuamente con acceleratore e freno.
Anche il meccanismo degli scrub, infine, è stato rivisto. Premettiamo, per chi non lo sapesse, che gli scrub sono una acrobazia particolarmente utile, che consiste nel mettere di traverso la moto durante un salto lungo. Così facendo rallenterete, atterrando più rapidamente e dandovi quindi la possibilità di accelerare prima degli altri. Gli scrub erano già presenti nel prequel, in questo caso è stato resa più complesso la chiusura dell’acrobazia, in quanto non basterà mollare gli stick nella posizione di riposo per riallineare la moto alla traiettoria, bensì dovrete mimare la mossa inversa a testimonianza di quanto complesso e faticoso è questo gesto.
Scalabile
Come da tradizione Milestone, il gioco è perfettamente scalabile, tale da adattarsi perfettamente a tutti, dal neofita al professionista, grazie agli aiuti alla guida che trasformano un vero e proprio simulatore di motocross in una sorta di arcade.
Anche l’editor dei tracciati è stato affinato con migliorie apprezzabili, consentendovi quindi di poter creare il vostro tracciato e anche di condividerlo online.
Visivamente il gioco ha fatto notevoli passi avanti, con un netto miglioramento delle animazioni dei piloti, un miglior popolamento degli stadi arricchiti di dettagli ed elementi di contorni statici e dinamici (come maxischermi), textures più definite e soprattutto un netto passo avanti nella gestione dei contatti e delle compenetrazioni, che ora causano molte meno cadute immotivate rispetto al prequel, ma va comunque detto che siamo ancora di fronte a una situazione con ampi margini di miglioramento.
Anche il multiplayer lascia l’amaro in bocca, in quanto si nota come si tratti di una modalità fine a se stessa, con sole gare da affrontare con gli amici nella lobby, senza un filo conduttore come potrebbe essere un campionato.
Versione Testata: Xbox One
Voto
Redazione