Recensione MotoGP 19
Intelligenza artificiale su due ruote
Da tempo immemorabile, anno dopo anno, il campionato di prototipi a due ruote più veloci del mondo si rinnova, mettendo in palio ogni anno i tre ambitissimi titoli, quelli della MotoGP, Moto 2 e Moto 3.
Contestualmente la serie di videogiochi MotoGP, sviluppata dalla milanese Milestone a partire dal lontano 2013, evolve per adeguarsi agli aggiornamenti del roster dei piloti e ai cambiamenti dei regolamenti, aggiornando le livree di moto e piloti, migliorando costantemente i modelli tridimensionali e apportando ogni anno quella particolare aggiunta che volta viene introdotta per rendere sempre più appetibile il gioco.
Giusto per fare un paio di esempi, la versione di due anni fa si fa ricordare soprattutto per l’introduzione di una modalità manageriale, quella dell’anno scorso ha visto l’esordio dell’Unreal Engine 4 sui circuiti percorsi dal nostro Valentino e dai suoi compagni di avventura, e la convinzione è quella che MotoGP 19 verrà ricordato dai posteri come una pietra miliare che ha segnato un primo passo in una direzione fino ad oggi inesplorata, quella dell’evoluzione della intelligenza artificiale.
A.N.N.A., piacere di conoscerti
Un denominatore comune delle recenti produzioni Milestone è stata la costante critica rivolta all’intelligenza artificiale, incapace di evolvere allo stesso ritmo con cui il resto della produzione progredisce, incapace di svincolarsi dai classici trenini a dimostrazione di come i piloti governati dalla CPU fossero schiavi dagli script e dalle traiettorie ideali.
Per risolvere questo difetto è stato messo insieme un nuovo algoritmo che merita di essere chiamato per nome, A.N.N.A., acronimo che sta a significare Artificial Neutral Network Agent. Si tratta del risultato di un paio di anni di ricerca e sviluppo portato avanti in collaborazione con la Orobix, una società di ingegneria specializzata nello sviluppo di soluzioni di Intelligenza Artificiale. A.N.N.A. altro non è che l’applicazione delle reti neurali all’AI, per la prima volta, di un racing. La differenza sostanziale tra un algoritmo convenzionale e una rete neurale, banalizzando il concetto all’estremo, sta nel lasciare libertà totale alla creatura informatica invece di tentare di prevedere ogni tipo di situazione con una lunghissima serie di script. Nel caso delle reti neurali l’AI compirà azioni che vengono giudicate positivamente o negativamente, in funzione di alcuni obiettivi come il tempo sul giro e il rispetto del regolamento. Ciò che farà la differenza sarà anche l’esperienza accumulata, che attribuirà alla situazione in corso una similitudine a situazioni già “vissute” nella sua esperienza, e quindi reagirà nel modo che massimizza il risultato.
Come educare un’AI
Si trovano facilmente in rete dei filmati che mostrano il comportamento dell’AI quando era ai primi passi, e sembra davvero di trovarsi di fronte a un bimbo che si ritrova per la prima volta tra le mani un joypad, in quanto esplorava le azioni possibili, andando contro i muretti, fermandosi, procedendo lentamente e per tentativi… in poche parole, era palesemente disorientato.
L’AI quindi potrà girovagare potenzialmente sulla sabbia, ma la fisica del gioco rallenterà l’andatura della moto, causando quindi un giudizio negativo sul tempo sul giro. Si tratta di una sorta di addestramento con cui gli sviluppatori hanno di fatto educato la loro creatura nell’essere corretta e veloce in pista, un addestramento che si è protratto mediante migliaia di tornate nei vari circuiti, acquisendo l’esperienza necessaria a discriminare la traiettoria migliore in funzione di quanto è popolata la pista e i comportamenti più adatti ad ogni situazione, compresa la presenza di altri piloti nel gruppo.
E dopo cotanto addestramento l’AI è ora pronta ad affrontare il pubblico e, a dirla tutta, il risultato è davvero un feeling molto differente rispetto a quanto visto l’anno scorso: spariti di trenini, i vari piloti si esibiscono in gare davvero imprevedibili con azioni d’attacco e difesa che si notano essere diverse di volta in volta, e suggerisce di come non ritratti dell’esecuzione di uno script.
In ogni caso non dovrete preoccuparvi, in quanto un selettore vi consentirà di plasmare il livello di difficoltà sulle vostre esigenze al fine di non rendere troppo facili o troppo frustranti le vostre partite.
Moto-E
Oltre alle novità riguardanti l’AI, anche la fisica del gioco ha visto evoluzioni, partendo dal buon modello fisico che di anno in anno viene migliorato ed è caratterizzato dalla solita scalabilità del modello di guida a mezzo degli aiuti che rendono il gioco adattabile sia allo smaliziato campione degli e-sport, sia al novizio che si avvicina alla serie per la prima volta.
Anche l’usura delle gomme è stata affinata per ricalcare maggiormente quanto accade nella realtà sui circuiti mondiali. Lo stesso rigore è stato rivolto al numero di pneumatici disponibili nell’arco di ciascun weekend di gara, impedendovi di uscire dai box con un treno di gomme nuove tutte le volte che vi passerà per la mente.
Oltre alle solite tre categorie di moto, infine, quest’anno potrete districarvi anche in sella alle moto elettriche della categoria Moto-E, regalandovi una esperienza di guida davvero diversa: la reattività dei motori elettrici, molto differente rispetto ai motori termici delle altre categorie, così come il peso delle batterie vi imporranno di reinventarvi nel ruolo di pilota di bolidi elettrici.
Sfide storiche
La carriera ora è stata snellita rendendola meno noiosa e ripetitiva e vi sarà inoltre possibile scegliere se esordire mediante la solita Red Bull Rookie, piuttosto che scegliere di partire direttamente (a vostro rischio e pericolo) dalla MotoGP.
Tornano anche le sfide storiche, con una cinquantina di piloti (tra cui Gibernau, Capirossi, Stoner, Doohan, Simoncelli…) che cavalcano le loro moto a partire dalle 500cc degli anni ’90 e MotoGP d’epoca, lungo i 19 circuiti facenti parte della stagione odierna più 3 altri circuiti storici. Ogni volta che vi aggiudicherete una sfida avrete modo di esibire il vostro premio sia offline nelle sfide contro il tempo e in campionato, sia online contro la community.
A proposito di community, il multiplayer abbandona il classico peer-to-peer per avvallarsi della collaudata struttura degli Amazon Web Server, servizio che ha consentito di dimenticarsi dei problemi di disconnessione che talvolta attanagliavano le versioni precedenti, fornendo un servizio stabile e all’altezza dei campionati di e-sports.
La nuova architettura online permette una migliore razionalizzazione delle lobby, dando la possibilità ai giocatori di scegliere in quale entrare, crearne di private per affrontare gli amici e così via,
Tecnica & affini
Una menzione a parte se la merita la Director Mode, che vi consentirà di organizzare gare e campionati online, di gestirne le inquadrature, nonché di esercitare il vostro potere “castigando” eventuali comportamenti scorretti dei piloti.
Tecnicamente il gioco continua a migliorarsi, con ulteriori affinamenti evidenti soprattutto negli effetti di luce e nelle textures, senza dimenticare gli splendidi effetti della pioggia, il tutto coronato da un senso di velocità sempre più convincente esaltato soprattutto dalla visuale in prima persona.
Eccellete la cura rivolta a moto e piloti, un po’ piatte invece le ambientazioni e gli spalti, che faticano ad evolversi rispetto alla versione vista l’anno precedente.
In estrema sintesi, il gioco si difende bene per quanto riguardo il comparto tecnico, anche se lo stato dell’arte non è stato avvicinato. Peccato inoltre per il frame rate, sempre fermo sui 30 fps.
Un ultimo plauso, infine, se lo merita l’introduzione dell’editor di livree e di personalizzazione di moto e pilota, ereditato dalla serie Ride, che vi permetterà di plasmare alcuni dettagli della livrea del vostro avatar come meglio preferirete, senza contare le infinite possibilità di interscambio sulla rete.