Recensione Sid Meier's Civilization VI

Dite addio alla vostra vita sociale...

di Fabio Fundoni

Ciao Sid, quanto ne abbiamo passate insieme, eh? Si, lo so, non ti ho dato la giusta attenzione agli albori della tua carriera, ma la scintilla tra noi due è scoccata nei primi anni novanta con la nascita di Civilization, il primo capitolo della tua premiatissima saga strategica. Da lì ci fu, per vari motivi, il mio spostamento ludico dai personal computer al mondo console, dove ci ritrovammo sulla prima PlayStation con Civilization II, una conversione gradevole se non fosse stato che con il passare dei turni i caricamenti andavano a coprire il lasso di tempo di una gita fuori porta. Ovviamente questi sono i primissimi passi di una storia d'amore che non è mai sfiorita, tanto che le mie rare incursioni con il gaming su PC sono sempre combaciare con l'uscita dei nuovi capitoli di Civilization. Non stupitevene, ho persino divorato alla nausea Civilization Revolution, il capitolo "lite" della saga comparso anche su mobile. Ecco dunque spiegata la mia gioia e il mio gaudio nell'arrivo di Civilization VI sulle console attuali. Sino ad un certo punto, perché sapete meglio di me quanto sia pericoloso il processo di conversione che porta un titolo nato per mouse e tastiera all'ambiente gamepad. 


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Cosa? Sul serio? Devo davvero spiegare ad alcuni di voi cosa sia Civilization? Ma dove andremo a finire? E va bene, ma che sia l'ultima volta. Immagina di trovarti agli albori del mondo, con la razza umana a emettere i primi aliti di vita. Scegli una civiltà tra quelle più importanti esistenti e inizia un percorso che ti porterà dalla età della pietra alla conquista dello spazio, il tutto passando da una intricata rete di crescita culturale, economica e militare, con l'obiettivo ultimo la supremazia sul resto del mondo. Il tutto da compiere in una squisita salsa strategico-gestionale. Inizia così l'epopea umana, dove tocca a noi prendere il ruolo di leader e farci carico della sicurezza e del benessere dei nostri cittadini. Per l'occasione dell'arrivo del sesto capitolo della serie su console, ci siamo armati di PlayStation 4 e del gioco nella.sua edizione più completa, cioè con le espansioni Rise and Call e Gathering Storm, capaci di dare nuova linfa a un titolo già stracolmo di contenuti. 

Il sistema di gioco non si discosta da quello che abbiamo imparato a conoscere negli anni e i veterani della saga non faranno fatica a entrare nel meccanismo del  gameplay che, come da tradizione, mette il giocatore davanti a una mappa del mondo divisa in sezioni esagonali dove costruire e evolvere la propria idea di governo e civiltà. A partire da un semplice gruppo di coloni si inizia a costruire il primo insediamento, per poi tessere le fila della crescita della propria nazione, adattandosi all'ambiente circostante e alle civilità vicine. La gestione è pressoché capillare e va dai rapporti con le altre potenze mondiali all'attenzione per i bisogni del proprio popolo, costringendo il videogiocatore a tenere sempre sott'occhio ogni singolo elemento, con la complicità di un sistema di menù ben congeniato.

In parole povere, ma siamo certi che per molti di voi non erano nemmeno necessarie, Civilization VI è un raffinato gioco che mette alla prova le nostre capacità di gestione e ci costringe a tenere sotto controllo tantissime informazioni, utilizzando il sistema della "coperta troppo corta". Anche settando il livello di difficoltà al minimo e andando a ritoccare le opzioni per renderci l'esperienza il più rilassante possibile, non saremo mai in grado di gestire al meglio ogni sfaccettatura del mosaico ludico. Come detto poca sopra, la coperta sarà sempre troppo corta. A voi scegliere che cosa privilegiare. Sarete statisti illuminati pronti a battersi in nome della.cultura e della scienza? O forse preferireste utilizzare ogni vostra risorsa nella ricerca militare per schiacciare il resto del mondo col calcio del vostro fucile? Magari ci affascina maggiormente utilizzare le armi della diplomazia o organizzare una potente teocrazia in cui è la religione a dettare i ritmi della vita. Scegliete una strada e portatela avanti, ben consci che mantenere il tutto in equilibrio porterà quasi sicuramente a non avere nessun punto di forza. 


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Ogni scelta ha le sue conseguenze, tanto in positivo quanto in negativo. Se già il gioco originale si fondi su questo concetto, l'espansione Gathering Storm calca la mano e inserisce in modo molto più marcato che mai, la variabile naturale. Non solo politica, economia e guerra, ma anche la certezza che tirando troppo la corda potremmo rendere la nostra nazione eccessivamente alla mercé di catastrofi atmosferiche. Dovremo avere un occhio di riguardo per la natura circostante, essendo consapevoli che costruire una città vicino a un fiume è un ottima spinta commerciale, ma anche un rischio di ritrovarsi una inondazione sulla soglia di casa. Magari le miniera nei pressi di un vulcano potrebbero ingolosirci, ma è inutile che vi stia a dire quanto sarebbe pericoloso stazionare nei suoi paraggi durante una eruzione.

Oltre a queste ovvie situazioni, si deve anche considerare che la terra non è una scatola magica dalle infinite risorse, ma un ecosistema estremamente delicato. Esagerare con lo sfruttamento del territorio e con la spinta industriale (per non parlare di quella atomica) porterà a profondi scompensi che oltre all’inquinamento daranno vita a eventi da temere come il cambiamento climatico. Immaginate di aver costruito una distesa di fattorie per sfruttare appezzamenti estremamente fertili e di ritrovarli congelati o desertificati. Non proprio il massimo, ecco. Civilization VI non vi giudica, ma si limita a dirvi chiaramente che tutto ha una conseguenza. Volete dedicarvi al profitto senza pensare ai risvolti per la natura. Bene, nessun problema, fatelo pure. Ma tenete da conto che la natura stessa potrebbe venire a porgervi un salato conto da pagare. Non solo la natura, ma anche le altre nazioni potrebbero rivoltarsi contro il comportamento eccessivo di un governante, grazie all’uso del concilio mondiale che si riunirà in sedute prestabilite o di emergenza per decidere se porre il veto riguardo a particolari scelte politiche. Insomma, interessanti novità a dare nuova linfa a un gioco comunque infinito.

Si, perché come da tradizione, Civilization VI si presenta come un titolo dalla longevità immensa e adatta a qualsiasi livello di sfida, a patto di prendersi un po’ di tempo per studiarne i meccanismi base. Il lato tecnico, sia grafico che sonoro, rende  gradevole l’esperienza di gioco, così come fa la perfetta ottimizzazione dei comandi su gamepad. Siamo tutti concordi sul fatto che con un mouse e una tastiera il titolo dia il meglio di se stesso, ma dopo una manciata di turni ci sembrerà che il pad sia nato per gestire le vostre città e le vostre truppe. Le molteplici opzioni per creare le partite con la CPU o contro altri avversari online rendono, appunto, l’esperienza virtualmente sconfinata… ovviamente sino all’uscita del prossimo capitolo di questa stupenda saga strategica che, come vi invita a riscrivere la storia dell’uomo, riesce ogni volta a scrivere un nuovo capitolo della storia del nostro hobby preferito.


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