Recensione Sniper Elite V2 Remastered
Cecchini ad alta risoluzione
L’operazione di rimasterizzazione di titoli usciti più o meno qualche anno fa non sembra perdere ritmo, dando alla luce prodotti di “dubbio” utilizzo, pensati con la chiara intenzione di permettere il recupero di un vecchio titolo (o quasi), però riprogrammato per apparire un filino migliore di com’era al giorno della sua prima comunione. Con Sniper Elite V2 parliamo di un esordio risalente ormai a sette anni fa, periodo in cui la serie cominciava a farsi valere nel mercato di genere grazie alla sua impronta prettamente stealth.
Karl Fairburne, cecchino della fazione alleata, è stato programmato per uccidere i suoi obiettivi da una distanza superiore alla media, in una campagna suddivisa per capitoli dove quest’ultimo viene spedito nelle sedi nevralgiche del Terzo Reich per eliminare tutte quelle personalità scomode che potrebbero pesare negativamente sull’esito della guerra in corso. Una mira precisa e una kill-cam a raggi X basteranno a salvare l’esito di questo ritorno di fiamma?
SILENZIOSO E LETALE
Come accennato in apertura, Sniper Elite V2 ci offre la possibilità di vestire i panni dell’agente Fairburne, impiegato sul suolo nazista con lo scopo di infiltrarsi a Berlino per impossessarsi di documentazioni riguardanti la produzione di testate missilistiche ad ampia gittata, difficili da fermare con le conoscenze in possesso degli alleati. Nel giro di undici missioni il giocatore scende in campo evitando di ricordare film come Commando, o Rambo, appellandosi al contrario a tutti i mezzi possibili immaginari per risultare un fantasma, un messaggero di morte che uccide i propri nemici dalla distanza senza far capire da dove sia partito il colpo.
Questa impronta prettamente stealth ci accompagna per il corso dell’intera campagna, strutturata però mediante un sistema a capitoli indipendenti l’uno dall’altro, perfino sviluppati in ambientazioni così ristrette da farci ricordare quel che un tempo erano gli sparatutto in terza persona. Le limitazioni del tempo erano chiaramente relative a un supporto hardware ancora non all’altezza degli open world, o ambientazioni più di largo respiro, a cui siamo abituati oggi, motivo che deve mettere in guardia tutte quelle persone alla ricerca di un titolo similare a Sniper Elite 4. Questa remastered riprende per filo e per segno il prodotto del 2005, senza cambiare nessuna caratteristica del gameplay relativa alle fasi di shooting e all’onnipresente trial & error, caratterizzato da tutti quei momenti in cui decidiamo di sparare al nostro avversario senza avere una chiara idea di tutto ciò che gli pattuglia intorno.
Questo capitolo del franchise sa essere molto spietato, nei confronti dell’utente inesperto, anche quando si seleziona la difficoltà più facile selezionabile dal menù dedicato, una sorta di invito a impostare ogni mossa come se fossimo davanti a una scacchiera dove un passo falso può decretare la differenza tra una vittoria meritata o una sconfitta disastrosa.
Se il capitolo sviluppato da Rebellion poteva farsi spazio al tempo della sua uscita, oggi rischia di trovare un’enorme difficoltà a lasciarsi giocare liberamente senza impegno, complice sia il sistema di gameplay descritto fino a questo momento, sia il level design piuttosto limitato in merito a coperture, zone di ingaggio, finanche l’intelligenza artificiale dei nemici veramente elementare. Le missioni finiscono per concludersi in breve tempo, fattore che vi farà arrivare al finale in una decina di ore qualora decidiate di affrontare il titolo alla difficoltà standard.
REMASTERED
La nostra prova sulla console base di casa Microsoft ha evidenziato quello che ci aspettavamo nel momento in cui abbiamo letto “remastered” sul titolo di uscita del gioco: dalle sessioni svolte in compagnia del buon agente Fairburne abbiamo notato che gli sviluppatori hanno gestito il restyle delle texture in alta definizione in modo piuttosto dignitoso, lasciando anche spazio a un buon livello di framerate che riesce a mantenersi stabile offrendo così un’esperienza piacevole. Bisogna considerare che il pacchetto oltre a un restyle contiene anche tutti i contenuti aggiuntivi usciti al tempo per il gioco, pensati per diluire l’offerta invitando il nostro alter ego a compiere altre missioni, dove potremo addirittura incontrare Adolf Hitler.
Troviamo presente all’appello anche la modalità multigiocatore, una trovata come al solito intelligente soprattutto perché ci permette di affrontare quattro diverse modalità cooperative ottime per dividere il divertimento con qualche compagno di avventure. Esternamente all’aiuto reciproco ci sono anche le varianti competitive, ma sinceramente la fruizione è piuttosto demotivante vista la mancanza di personaggi “attivi” sui server con cui poter scambiare qualche colpo.