Recensione The LEGO Movie 2 Videogame

Una volta era tutto meraviglioso!

di Simone Rampazzi

Dopo essere andati al cinema a guardare LEGO Movie 2 sapevamo in cuor nostro che in casa TT Games si sarebbe lavorato a una trasposizione videoludica del progetto, come di consueto accade per questo tipo di licenze. Il lungometraggio d’animazione  ha mantenuto la sua patina “meravigliosa”, attirandoci al cinema con un pretesto che non ha perso mordente sebbene le rivelazioni conclusive del primo capitolo ci avevano già svelato parte di questa storia fantastica.

A differenza del suo ottimo responso al cinema, qui il nostro articolo, qualche problemino di fondo sembra però aver colpito in modo sintomatico la produzione videoludica che ne copia i natali, colpa di una struttura ormai replicata nel tempo che al posto di far leva su novità corpose (qualcosa c’è, ma la vediamo bene tra poco) finisce un po' per degenerare in una struttura ludica che ormai odora di stantio, accompagnata a corredo anche da qualche problemino tecnico.

La pellicola vista recentemente al cinema ha effettivamente perso un po' della sua patina “meravigliosa”, attirandoci in sala con un pretesto che ha perso carattere per via delle rivelazioni conclusive del primo capitolo. Tolta la sorpresa iniziale infatti, LEGO Movie 2 resta un prodotto buon d’intrattenimento incapace però di farti uscire per strada a cantare ripetutamente il jingle “Everything is Awesome!”.

Questo problemino di fondo sembra aver colpito in modo sintomatico la produzione videoludica gemella, colpa in parte di una struttura ormai replicata nel tempo che al posto di far leva su novità corpose (qualcosa c’è, ma la vediamo bene tra poco) finisce un po' per rimanere ferma sul posto, scortata a corredo anche da alcuni problemi tecnici.


MATTONCINI A PROFUSIONE

LEGO Movie 2 inizia praticamente da dove eravamo rimasti alla fine del primo capitolo: il permesso di un genitore inizialmente restio a concedere il gioco libero al figlio, con i set predisposti a regola d’arte grazie all’intervento del “Kragle”, dà libero sfogo al ragazzo di esprimere liberamente la propria fantasia, a patto però che nei giochi venga coinvolta anche la sorella più piccola.

Tutto questo viene tradotto nel film, come nel gioco, nell’arrivo a Bricksburg di creature aliene fabbricate con i set più grossolani di LEGO Duplo, visti però come un’invasione da parte degli abitanti della cittadina che finiscono per combatterli ripetutamente al fine di scacciarli dal loro mondo. Le macerie del conflitto trasformano la ridente metropoli nella desolata Apocalypseburg, un luogo palesemente ispirato dalle ambientazioni post-apocalittiche stile Mad Max.

Il gioco inizia proprio da qui e cerca, come spesso accade per le produzioni ispirate da prodotti già esistenti, di seguire la storia passo dopo passo al fine di condurci –in questo caso- al matrimonio improbabile organizzato dalla regina Wello Ke-Wuoglio nel Sistema Sorellare. Per raggiungere tale location, noi giocatori avremo l’occasione di navigare attraverso un sistema solare composto da tredici pianeti differenti (gli altri tre faranno parte di un DLC probabilmente), ognuno caratterizzato da una propria storia da svolgere al fine di sbloccare personaggi chiave riferiti alla storia, oppure oggetti d’inventario unici necessari per aprirsi una via nelle missioni principali.


screenshot

La struttura ludica si intervalla seguendo una composizione specifica: ogni mondo contiene al suo interno svariati mattoncini viola (l’equivalente di quelli dorati negli altri prodotti del franchise) che possono essere trovati compiendo missioni principali e secondarie, oppure ricercandoli liberamente all’interno della mappa di gioco. Una volta trovata la quantità necessaria richiesta, sarà possibile aprire un portale arcobaleno per procedere oltre, passando al mondo successivo.

Le missioni principali segnalate poc’anzi servono inoltre per sbloccare un personaggio chiave della storia, insieme a un oggetto risolutivo che potrà essere utilizzato non solo al fine di completare la missione, ma anche per fare il solito backtracking utile a sbloccare tutto quello che ci siamo lasciati alle spalle. A livello di gameplay nulla di nuovo, o almeno, l’unica vera novità “accessoria” del prodotto si rivela quella di avere a disposizione un piccolo libricino da mastro costruttore nell’inventario, che ci permette di costruire strutture specifiche in luoghi particolari contrassegnati da zone di uno specifico colore.

Capiterà infatti che per sbloccare un percorso il nostro alter ego dovrà magari costruire un tappeto elastico o un generatore elettrico, ma come scrivevamo poc’anzi essendoci un colore di riferimento tale attività si risolve senza troppi pensieri. Tutto è infatti immediato, dalla risoluzione degli enigmi alle boss fight presenti alla fine di ogni livello principale, fattore che potrebbe in qualche modo far storcere il naso ai giocatori più navigati che sono alla ricerca di un grado di sfida lievemente più elevato.

Mi permetto di fare una piccola parentesi in merito, segnalando comunque che i titoli LEGO per via del PEGI, hanno comunque costruito una struttura ludica nel corso degli anni capace di accontentare tutte le fasce d’età: se da un lato infatti il titolo è piuttosto semplice, data la mancanza di un vero e proprio game over, dall’altro riusciva comunque ad acchiappare i più navigati grazie agli enigmi ambientali necessari per completare i prodotti al 100%.

Questo nuovo titolo LEGO annulla un po' il ragionamento di fondo, eliminando la ricerca degli extra, come statue e/o mattoncini rossi, e indicando addirittura al giocatore il posizionamento di ogni mattoncino viola direttamente sulla mappa di gioco.

La stessa semplicità viene riportata nelle fasi di combattimento, effettivamente ridotte all’osso, e nelle boss fight, gestite tramite un sistema di attacchi botta e risposta molto semplici da capire e portare e termine.


screenshot

LA FANTASIA PRIMA DI TUTTO

Anche se in prima battuta la struttura ludica lascia un po' spiazzati in merito alla realizzazione pratica, dall’altra siamo riusciti ad apprezzare di più la parte dedicata alla costruzione nuda e cruda, che sembra un po' prendere libero spunto da LEGO World. Il libro dei mastri costruttori non servirà infatti a costruire soltanto piccoli elementi di scenario utili a superare delle particolari fasi di gioco (sostituendo la costruzione rapida delle altre produzioni), ma permette anche di fabbricare delle interessanti costruzioni da zero trovando i modelli appositi nelle missioni secondarie, così da dare libero sfogo alla fantasia. Grazie al concept sandbox del prodotto citato poc’anzi, il nostro alter ego potrà costruire in alcuni mondi precisi (tipo Sorellapocalistella) dei palazzi veri e propri, che possono essere fusi ad altri elementi scenici liberamente ispirati dai mondi visitati in precedenza.

Durante la nostra campagna potremo utilizzare il Binocolo Scanner in modo da “apprendere” il progetto di costruzione di alcuni elementi dello scenario, così da poterli replicare nel mondo sandbox a nostro piacimento. La possibilità di costruire è determinata dal numero di mattoncini LEGO in nostro possesso: ogni volta che noi distruggeremo un elemento dello scenario, quest’ultimo rilascerà a terra dei mattoncini di un colore specifico, necessari appunto per comporre alcuni oggetti come da istruzioni.

Gli stessi mattoncini possono essere acquistati anche nei negozi presenti in ogni mondo di gioco, spendendo la solita valuta ingame presente in tutti i titoli. Durante l’esplorazione dei mondi sarà persino possibile trovare dei forzieri del tesoro contenenti dei cimeli, una specie di loot box dedicato principalmente a uno specifico oggetto sbloccabile nell’inventario (veicoli, armi, adesivi, minifigures e molto altro ancora).

Tecnicamente il gioco non apporta nessun cambiamento importante sulla veste grafica, anche se ci sentiamo in dovere di sottolineare due problemi che proprio non siamo riusciti a digerire. Il primo riguarda la gestione della telecamera, veramente fastidiosa in alcuni contesti dove si restringe la visuale (come dentro una casa) e il secondo riguarda una schermata di caricamento eccessivamente lunga, che spesso ti fa proprio perdere la voglia di giocare.

Le cutscene in game hanno perso completamente il loro mood simpatico e accattivante visto nelle altre produzioni, diventando una sorta di spalla accessoria che viene accompagnata con altrettanta superficialità dalla narrazione svolta con la voce di Lucy.


screenshot