Recensione Through the Darkest of Times
I Paintbucket Games raccontano la storia misconosciuta della resistenza tedesca al nazismo
Alzi la mano chi, tra i lettori di questo articolo, ha sentito parlare della Rosa Bianca o del Circolo di Kreslau. Qualcuno in più, probabilmente, date le inclinazioni politiche prevalenti dell’attuale generazione di insegnanti, avrà sentito nominare da un docente di storia più accurato e appassionato della media, la Rote Kapelle (Orchestra Rossa). I cinefili, infine, ricorderanno, grazie a un brutto film con Tom Cruise di qualche anno fa, l’operazione Walküre (Valchiria). Si tratta, in tutti i casi nominati, di distinti fenomeni di resistenza interna al regime nazista, sviluppatisi in seno alla gioventù cattolica universitaria, al mondo cristiano sociale, alle organizzazioni vicine al partito comunista clandestino nato dalle ceneri della Lega Spartachista, all’ambiente aristocratico militare contrario alla follia interventista di Hitler.
Il nostro gioco, allora, sviluppato non a caso da un gruppo di programmatori indie berlinesi, può rappresentare un’ottima occasione per un bel ripasso di storia, scoprendo come il popolo tedesco, durante i dodici terribili anni del nazismo, fosse tutt’altro che graniticamente schierato in supporto del regime. Nei panni di un piccolo gruppo di persone comuni, professionisti, artigiani, commercianti, studenti, di diversa estrazione e con differenti caratteri e abilità specifiche, il titolo Paintbucket vi permetterà di rivivere l’intero periodo intercorso dalla nomina di Hitler a Cancelliere nel 1933 fino al suicidio del Führer nel bunker di Berlino del 1945, che decretò la fine della dittatura nazionalsocialista in Germania.
Il motore del gioco, simile a quello delle avventure in Flash di parecchi anni fa, adopera volutamente una grafica minimalista e molto tetra, in color seppia prevalente, in contrasto con il rosso vivido degli stendardi con la svastica, che dà al titolo un’aria da dramma brechtiano. Questo, assieme alla totale assenza di animazioni e di azione, e all’accompagnamento di una colonna sonora d’epoca, che imita i gemiti di un vecchio grammofono, non manderà di sicuro in visibilio chi preferirebbe affrontare le SA e le SS a colpi di mitra e granate, magari in un bello sparatutto in soggettiva. L’intento didattico degli sviluppatori è chiarissimo, però, e chi cerca un prequel di Wolfenstein o di Call of Duty si accorgerà prima ancora di cliccare sul tasto d’acquisto su Steam che TTDOT non è roba per lui/lei.
La trama vuole accompagnare il giocatore, rigorosamente singolo, attraverso la storia tedesca recente, divisa per l’occasione in quattro capitoli, a loro volta divisi in un totale di venti turni, facendogli rivivere episodi reali, dalla Notte dei Cristalli all’Incendio del Reichstag, fino all’infame deportazione degli ebrei, e mettendolo in condizione, attraverso il compimento di missioni di propaganda politica, sabotaggio, reazione armata, di diventare un fastidioso sassolino nella scarpa per i nazisti. Dato l’intento di fornire una ricostruzione storica accurata senza divagazioni fantastiche, infatti, sarà impossibile stravolgere ciò che realmente accadde. Dimenticatevi la possibilità di stendere Hitler organizzando un attentato, o di accelerare la fine della guerra. TTDOT è un gioco di resistenza, abilità di pianificazione e sopravvivenza. Ogni missione riuscita avvicinerà un po’ di più la fine del gioco, ottenibile in circa sei ore complessive. Ogni fallimento, lo stesso.
Ma sarete anche chiamati a pagare un doloroso prezzo in termini di vite umane, quando qualcuno dei membri del vostro gruppo, sorpreso dal nemico, sarà eliminato o catturato per scomparire per sempre nelle prigioni della Gestapo. Progettare bene ogni movimento, scegliere con cura la prossima missione e assortire bene, in base alle abilità individuali, i membri della squadra che vi parteciperanno, rappresenta la scelta vincente per riuscire a completare la trama senza lasciarvi alle spalle una scia di cadaveri.
Tutto qui? In effetti sì. Sarebbe disonesto, da parte nostra, tacervi il fatto di trovarci davanti a un gioco di nicchia molto stretta, che rischia di piacere solo a quei pochi per cui grafica e animazioni non sono un elemento imprescindibile, che sanno fare ameno, se ne vale la pena, dell’azione concitata, e che si sentono pronti ad affrontare una lezione di storia durissima, coinvolgente e dolorosa, ma non esente da ripetitività e da una certa lentezza che sconsiglia di giocare il titolo a tarda notte e a luce spenta (il colpo di sonno è in agguato). Adatto a un uso didattico e, perché no?, scolastico (si può insegnare, e imparare, la storia anche attraverso i videogiochi, se la ricostruzione degli eventi è accurata come in questo caso, il suo minimalismo non è in grado di garantirgli longevità o un vasto pubblico.
Se però vi incuriosisce dare una veloce ripassata agli aspetti meno noti di un periodo storico che ha condizionato così tanto la storia recente del nostro vecchio continente, tenendo conto anche del prezzo di offerta contenuto, potreste dargli una possibilità. Imparando quel che basta a risparmiarvi, magari, la lettura di qualche polveroso saggio o la visione dell’ennesimo documentario.