Recensione Tropico 6

El Presidente è tornato più in forma che mai

di Simone Rampazzi

I titoli gestionali riescono a mantenere un discreto fascino anche con il passare degli anni e delle mode. Lo zoccolo duro di appassionati del genere è stato capace di mantenere viva la produzione di questi piccoli capolavori, consentendo a franchise come Tropico di conservare la loro attrattiva anche in un mercato sempre più propenso alla pubblicazione di titoli action. Dopo essersi preso una bella pausa di riflessione dal 2014, anno in cui è uscito il quinto capitolo della saga, El Presidente è finalmente tornato dalla sua vacanza pronto per guidare il territorio insulare di Tropico.

Il destino di questa nazione è un'altra volta nelle nostre mani, ma guidare il paese richiederà un discreto dispendio di energia per le nostre meningi, dato che la mole di informazioni e funzioni che andranno comprese in questo capitolo saranno suddivise tra conferme, prese direttamente dai precedenti lavori, e differenti gradite novità. 


GESTIONALI HARDCORE

A differenza di quello che potrebbe aspettarsi un giocatore alle prime armi, Tropico 6 si dimostra essere un prodotto eccezionalmente complicato da padroneggiare, soprattutto perché nasconde all’interno delle sue innumerevoli schermate e tabelle tante piccole scremature utili a comprendere meglio non solo le necessità del nostro popolo, ma anche tutto quello che vi gira intorno in termini di costruzione, commercio e molto altro ancora.

Doveroso quindi partire dalle missioni di tutorial, utilissime in un primo momento almeno a comprendere la maggior parte delle funzioni richiamabili dall’interfaccia. Solo dopo una prima occhiata attenta alle numerose voci presenti, accompagnate dal solito sistema di gioco strutturato in missioni principali e secondarie, sarete in grado almeno superficialmente di gettarvi nella mischia nella modalità giocatore singolo. Nelle sedici missioni disponibili all’interno di questa modalità, El Presidente si troverà impegnato a gestire diverse situazioni spinose in quel dell’arcipelago di Tropico, guidando delle comunità spesso già avviate dove l’obiettivo principale è solo il primo di una sequela di compiti da seguire qualora si voglia portare a casa il risultato.

Dal semplice commercio di noci di cocco riempite d’oro a gestire la produzione di intere fabbriche di cioccolato ai Tropici, senza dimenticarci un po’ di sano contrabbando piratesco, noi giocatori veniamo chiamati a decidere le sorti del paese affidandoci al nostro buon senso, cercando quanto possibile di guidare il popolo nei modi che riteniamo più opportuni. È interessante evidenziare come la presenza di micro-fazioni all’interno di ogni scenario riesce a rendere il gioco molto più stimolante, se non altro perché la maggior parte degli obiettivi di vittoria possono essere raggiunti ottenendo la felicità dello stesso popolo che capeggiamo, pronto quindi a rieleggerci senza alcune obiezione a riguardo.


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Una volta compresa la schermata di creazione degli edifici, suddivisa per tipologia di immobili che possono essere sbloccati trovando i progetti dedicati, nonché proseguendo nelle epoche tecnologiche disponibili nel gioco. Ogni immobile ha bisogno di lavoratori pronti a sgobbare per guadagnarsi la pagnotta, ma la costruzione di quest’ultimi deve necessariamente seguire anche una logistica di fondo intelligente: l’incremento demografico della città insegue un trend basato sull’attrattiva, nonché sulla vivibilità della città, ma per essere certi di non perdere alcun dettaglio su questi punti fondamentali al fine di rendere il nostro paese perfetto per ogni esigenza, sarà opportuno consultare spesso l’almanacco presente nelle shortcut dell’interfaccia su schermo, pieno zeppo di informazioni utili a decidere come e quando costruire gli edifici più opportuni.

Vi accorgerete presto che un punteggio richiamerà un altro, che la felicità di un uomo non si può pesare solo col vile denaro e che l’aiuto dei pirati, o di un broker ben addestrato, potranno fare la differenza nel momento del bisogno. Vi accorgerete anche, questo è giusto dirlo soprattutto a chi non si fosse mai avvicinato al franchise (o a un gestionale qualsiasi) che l’esperienza è particolarmente hardcore e che non sempre, anche seguendo le istruzioni o la comparsa delle missioni senza indugio, riuscirete a completare le missioni principali che caratterizzano ogni campagna.

Come accennato poco sopra, ogni edificio ha il suo senso di esistere solo se posizionato nel luogo più adatto, ed è per questo che la costruzione di una fattoria di mais richiede un particolare terreno che possa essere fertilizzato al meglio per lo scopo, e potrebbe aiutare al contempo la produzione di carne e altri beni di prima necessità qualora gli venga posizionato vicino un recinto di bestiame. Tra l’altro ogni edificio serba al suo interno delle caratteristiche pensate per migliorarne la produzione, meglio definite come tecnologie o migliorie, ed è veramente importante saper decidere al meglio ogni piazzamento sin dall’inizio, perché le casse del paese finiscono fin troppo presto per svuotarsi qualora non si presti la dovuta attenzione. Tra l’altro l’algoritmo che comanda gli abitanti del nostro arcipelago segue una routine curiosa, pensata per far lavorare gli edifici in modo randomico e intelligente, senza restare quindi attivo 24 ore su 24, 365 giorni l’anno. In Tropico 6 gli abitanti possono lasciare il posto di lavoro per soddisfare i propri bisogni, ed è per questo che la costruzione urbanistica della vostra città deve seguire un senso logico sin dall’inizio, perché vi potrebbe permettere di far girare velocemente i lavoratori senza lasciare le fabbriche scoperte per troppo tempo.


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Il pannello del commercio può aiutarvi nello scopo, ma abbiamo trovato difficoltà soprattutto nel capire le risorse a nostra disposizione al momento in cui avviare un’attività di esportazione, dato che non sembra esserci un pannello dedicato. Giocare su grandi arcipelaghi per la prima volta, costruendo anche ponti, funivie o gallerie pronti a farci arrivare dove “nessun altro uomo è mai stato prima” concede una discreta libertà al giocatore di amministrare il territorio come meglio crede, favorendo anche il turismo e lo spostamento nel momento in cui verranno sbloccate le diverse unità di trasporto come mezzi pubblici e taxi.

La gestione delle infrastrutture e dell’urbanistica è la vera chiave per vincere in questo gioco, ma sappiate che il diavolo è nei dettagli, quindi sappiate che Tropico 6 richiederà diverse ore di lettura e gameplay prima di essere padroneggiato come si deve. Sul lato politico e militare ci sono veramente tante cose da fare, ma sinceramente il pannello Editti e Ricerche offre una panoramica riassuntiva molto più intuitiva del lato dedicato alle costruzioni e al commercio, se non altro perché una volta decisa una linea di governo sarà più facile portarla avanti accontentando quella particolare fazione di cui avete più bisogno (anche perché fare il doppio gioco alla lunga non paga).

Ci sono state mappe in cui è convenuto dare retta ai capitalisti piuttosto che ai ribelli, o mappe dove un’ambasciata pronta a ospitare una delegazione di alleati, piuttosto che soldati dell’asse, ci ha permesso di sopravvivere più a lungo ottenendo diversi aiuti economici dal nostro compagno politico. Ci sono anche situazioni in cui paradossalmente risulta ingegnoso pubblicare un editto sull’importazione della criminalità, che può essere riconvertita in denaro sonante grazie ai progetti di riabilitazione eseguiti in prigione.

In questo capitolo è anche possibile tenere dei discorsi dal proprio palazzo, che dovranno essere strutturati seguendo una particolare linea a risposte chiuse. Non si può scegliere a casaccio, se non altro perché fare una promessa che non si può mantenere, oppure sbagliare discorso, può portare inevitabilmente El Presidente a dover gestire un colpo di stato in piena regola. Essere il più grande dittatore del mondo non è per niente facile ma sinceramente, una volta raggiunto lo scopo, la vittoria ha tutto un altro sapore.


OLTRE LE MISSIONI, C’E’ MOLTO ALTRO!

Al di fuori delle missioni principali, il gioco offre anche due diverse modalità con cui avere a che fare: quella Sandbox e quella Multigiocatore. Entrambe permettono di gestire un menù abbastanza intuitivo legato alla creazione della partita, un modo come un altro per accontentare le persone più fantasiose nello scegliere le diverse opzioni pronte a caratterizzare non solo i biomi dell’arcipelago, ma anche le condizioni di vittoria da accontentare per vincere lo scenario. La modalità multigiocatore, come suggerisce il nome, offre a quattro giocatori diversi la possibilità di dimostrare le proprie abilità di leader nella mappa scelta per l’occasione.

Grazie alla presenza di queste modalità ulteriori, Tropico 6 acquista una longevità incredibile proprio perché permette ai giocatori di potersi mettere alla prova nei diversi scenari, anche selezionando diverse difficoltà pensate per rendere le partite più sfidanti. Anche in modalità facile, se non farete attenzione, potrete perdere se farete le vostre scelte con troppa superficialità. Seppure il gioco mantiene salda la formula vista nel quinto capitolo, a livello di struttura e gameplay chiaramente, le piccole novità introdotte per l’occasione fanno da ponte a un avanzamento grafico degno di nota, che però potrebbe mettere a dura prova i computer meno potenti grazie alla grossa richiesta di memoria video evidenziata nei requisiti raccomandati.

Kalypso Media è comunque riuscita a introdurre la propria esperienza nel modo migliore, lasciandoci tra le mani un prodotto completo e sfidante, un’esperienza hardcore che saprà accontentare gli appassionati del genere dando spazio, fortunatamente, anche a coloro che non masticano a colazione pane e gestionali.