Red Dead Redemption: recensione della remaster (finalmente) per PC

La remaster per PC

di Simone Marcocchi

Red Dead Redemption su PC è finalmente arrivato, portando con sé una ventata di miglioramenti rispetto alle versioni console e all’originale del 2010; lo abbiamo chiesto in tanti, abbiamo anelato un porting, abbiamo sperato in un remake con la grafica di RDR 2, alla fine in un modo o nell'altro è tra noi, come si comporta sui PC?

Questione di dimensioni...

Come nel caso della review di Horizon Zero Dawn - che trovate qui - anche per questa recensione andrò a sottolineare in modo specifico le novità o la qualità di questa IP, arrivata sui nostri monitor in ritardo di quasi 14 anni e dopo le varianti console uscite più di recente. Partiamo dicendo che la versione PC offre una risoluzione nativa in grado di raggiungere i 4K a 144 Hz, supporto per monitor ultrawide e super ultrawide, con tutte le più recenti tecnologie come NVIDIA DLSS 3.7 e AMD FSR 3.01. Questi miglioramenti permettono una qualità visiva superiore rispetto alle versioni console, che già avevano subito un remaster per Nintendo Switch e PS4 dove il limite era addirittura i 30 fps (inizialmente) per poi spingersi ai 60 in certe condizioni limite dell'attuale generazione tramite patch.
Rispetto alla versione originale per PS3 e Xbox 360, il gioco su PC presenta una grafica molto più dettagliata e fluida. Le texture sono più nitide (non in tutti i casi), i dettagli ambientali sono migliorati e il frame rate è più stabile, offrendo finalmente quel tipo di esperienza che si avvicina a quella di qualcuno che già si era goduto su Xbox Series X grazie al sistema che portava a quadruplicare i pixel nativamente della versione Xbox 360, oltre a blindare il frame rate a 30 fps in ogni condizione e quindi più stabile. Tuttavia, le differenze visive tra la versione PC e le recenti versioni console non sono enormi, con la principale differenza che risiede nella risoluzione e nella fluidità.

Red Dead Redemption, PC vs console

Le prestazioni su PC possono variare a seconda della configurazione hardware. Mentre le versioni console sono ottimizzate per funzionare su hardware specifico, la versione PC richiede un sistema potente per sfruttare appieno tutte le impostazioni grafiche avanzate. Questo può comportare problemi di compatibilità e ottimizzazione, come evidenziato dai primi giorni di lancio. Ad esempio l'HDR non funziona alla grande, alcune luci infatti sono così sparate da accecare, la fluidità c'è sempre, ma qualche lieve tentennamento è frutto di un'ottimizzazione non ancora tirata a lucido, ma che già dalle prime battute dimostra una qualità generale più che generosa. 


In termini di implementazioni, la versione PC include tutti i contenuti aggiuntivi rilasciati per le console, come il DLC "Undead Nightmare". Inoltre, offre una maggiore personalizzazione dei controlli e delle impostazioni grafiche, permettendo ai giocatori di adattare l’esperienza di gioco alle proprie preferenze e capacità hardware. Nella mia prova ho usato mouse e tastiera e mi ci sono trovato alla grandissima, più veloce, più preciso, questa combo soffre solo leggermente quando dovete correre a cavallo, premendo ripetutamente il tasto "shift" e per questo vi fa venire un crampo al mignolo, cosa che non accade con il pad dovendo pigiare ripetutamente solo l'"a" con il pollice. Piccole differenze, ma che si fanno sentire, nulla di che comunque, anche se la combinazione mouse+tastiera è la migliore in assoluto, e senza l'effetto del rallentamento da pad (detto effetto smooth) è un'altra vita proprio.
In generale, Red Dead Redemption su PC è un’ottima aggiunta alla libreria di qualsiasi appassionato di giochi open-world. Nonostante alcuni problemi di ottimizzazione iniziali, il gioco offre un’esperienza visiva e di gioco migliorata rispetto alle versioni console e all’originale del 2010. Se hai un PC abbastanza potente, questa versione rappresenta il modo migliore per vivere le avventure di John Marston nel selvaggio West, anche se dal mio punto di vista, quindi più che strettamente personale, il piccolo capolavoro su scheda per Nintendo Switch rappresenta il modo migliore di fruire di questa esperienza perché aggiunge la portabilità. 

Il prezzo resta sempre un po' troppo alto, dall'altra questo è un pezzo (importante!) di storia videoludica, che dimostra come queste pietre miliari non invecchino nemmeno di un giorno.