Red Faction Armageddon
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Se é vero, purtroppo, che la possibilità di tirare giù, anche solamente a sane mazzate, le strutture di gioco a proprio piacimento é stata quasi totalmente rimossa (o, comunque, sicuramente ridotta rispetto a Guerrilla), é altrettanto vero che in questa nuova incarnazione di Red Faction gli eventi si susseguono molto più velocemente che nei predecessori, anche a fronte di una trama non propriamente solida. Una delle chicche che rendono differente questo titolo dai precedenti, é insita nella possibilità di ricostruire edifici danneggiati, per superare magari un baratro altrimenti insormontabile o un edificio che possa essere usato come riparo dal fuoco nemico; é piuttosto...piacevole far saltare un ponte - magari zeppo di avversari, per poi ricostruirlo in modo di proseguire oltre, senza tanti patemi d'animo. Inoltre, il nostro buon Darius, nel suo arsenale, vanta un interessante gadget applicato sul proprio polso: grazie ad esso (ma si tratta di abilità sbloccabili) si potrà avere la possibilità di schermarsi con uno scudo d'energia, avvolgere i nemici in un campo di stasi, creare piattaforme sulle quali saltare e raggiungere così punti altrimenti inaccessibili ed altre amenità.
Non manca la possibilità di abbattere muri con quella che definiremmo una variante della “Spinta di Forza”, di Lucasiana memoria. Probabilmente, la variante più interessante di tutte é costituita dalla pistola “Magnete” : quest'arma, che va utilizzata con un pizzico d'ingegno, consta di due punti focali, che chiameremmo "Ancora" e "Calamita". Vediamo nel dettaglio: sparare ad un nemico per “marcarlo” con la Calamita e far fuoco quindi sulla parete di una costruzione accanto, porterà ad una spettacolare uccisione fatta di una pioggia di detriti che seppellirà il malcapitato nemico. E'possibile anche spiaccicare un Alieno contro il soffitto o precipitare l'ostile di turno in un burrone; il tutto, compatibilmente con la struttura di gioco e nei limiti del nostro personalissimo gusto nell'abbattimento degli avversari. Se a questo, aggiungiamo che la pistola ha munizioni infinite, il quadro é completo. Naturalmente, non mancheranno detonatori, fucili di vario genere e natura e armi corpo a corpo, per poi chiudere il cerchio con un affascinante mini-generatore di buchi neri!
Distruggere o alterare, dove possibile, gli ambienti e uccidere gli Alieni con un po' di fantasia é sicuramente un punto fermo del titolo esaminato, poiché la struttura di gioco é estremamente lineare; una larghissima fetta di Armageddon si sviluppa nel sottosuolo marziano e, come conseguenza, quel “free roaming” tanto amato in Guerrilla oggi non lo ritroviamo neanche in minima parte. L'avventura di per se dura circa otto ore - con lievi oscillazioni in base alle proprie attitudini e al livello di difficoltà, otto ore durante le quali lo scopo ultimo sarà sempre e comunque uccidere tutto quello che ci verrà incontro. Completando il gioco, otterremo la possibilità di ricominciare con tutte le armi guadagnate nonché una nuova bocca di fuoco che tutto é, fuorché affascinante (ma non vi rileviamo di cosa si tratta, naturalmente!).
Non mancano brevi sessioni a bordo di qualche veicolo, utilissime per intervellare degnamente un gameplay altrimenti troppo simile a se stesso. Particolarmente azzeccata, la scelta di introdurre le armature già viste in RF2, una sorta di esoscheletri pesantemente armati. Non mancano ovviamente le classiche modalità multigiocatore, fra le quali ne spicca una in cooperativa, durante la quale fino a quattro amici potranno allearsi nel tentativo di respingere orde di Alieni sempre più numerosi ed agguerriti.
Il motore grafico, così come l'intero comparto audio, non fa gridare al miracolo, ma é comunque più che accettabile; pur perdendo clamorosamente il confronto con la versione PC, l'incarnazione per la 360 offre un frame rate costante, una più che discreta gestione delle luci e, in generale, un buon grado di soddisfazione, tanto per gli occhi, quanto per le orecchie. Raffinata, infine, la gestione della fisica, leggermente più evoluta di quanto visto in Armageddon. Con Armageddon, la THQ torna alle origini : abbandonando la libertà intrinseca del titolo precedente in favore di una struttura ben più collaudata (ed estremamente attraente), il titolo distribuito da Halifax offre un'esperienza ludica di tutto rispetto, in linea con gli standard attuali.
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Non manca la possibilità di abbattere muri con quella che definiremmo una variante della “Spinta di Forza”, di Lucasiana memoria. Probabilmente, la variante più interessante di tutte é costituita dalla pistola “Magnete” : quest'arma, che va utilizzata con un pizzico d'ingegno, consta di due punti focali, che chiameremmo "Ancora" e "Calamita". Vediamo nel dettaglio: sparare ad un nemico per “marcarlo” con la Calamita e far fuoco quindi sulla parete di una costruzione accanto, porterà ad una spettacolare uccisione fatta di una pioggia di detriti che seppellirà il malcapitato nemico. E'possibile anche spiaccicare un Alieno contro il soffitto o precipitare l'ostile di turno in un burrone; il tutto, compatibilmente con la struttura di gioco e nei limiti del nostro personalissimo gusto nell'abbattimento degli avversari. Se a questo, aggiungiamo che la pistola ha munizioni infinite, il quadro é completo. Naturalmente, non mancheranno detonatori, fucili di vario genere e natura e armi corpo a corpo, per poi chiudere il cerchio con un affascinante mini-generatore di buchi neri!
Distruggere o alterare, dove possibile, gli ambienti e uccidere gli Alieni con un po' di fantasia é sicuramente un punto fermo del titolo esaminato, poiché la struttura di gioco é estremamente lineare; una larghissima fetta di Armageddon si sviluppa nel sottosuolo marziano e, come conseguenza, quel “free roaming” tanto amato in Guerrilla oggi non lo ritroviamo neanche in minima parte. L'avventura di per se dura circa otto ore - con lievi oscillazioni in base alle proprie attitudini e al livello di difficoltà, otto ore durante le quali lo scopo ultimo sarà sempre e comunque uccidere tutto quello che ci verrà incontro. Completando il gioco, otterremo la possibilità di ricominciare con tutte le armi guadagnate nonché una nuova bocca di fuoco che tutto é, fuorché affascinante (ma non vi rileviamo di cosa si tratta, naturalmente!).
Non mancano brevi sessioni a bordo di qualche veicolo, utilissime per intervellare degnamente un gameplay altrimenti troppo simile a se stesso. Particolarmente azzeccata, la scelta di introdurre le armature già viste in RF2, una sorta di esoscheletri pesantemente armati. Non mancano ovviamente le classiche modalità multigiocatore, fra le quali ne spicca una in cooperativa, durante la quale fino a quattro amici potranno allearsi nel tentativo di respingere orde di Alieni sempre più numerosi ed agguerriti.
Il motore grafico, così come l'intero comparto audio, non fa gridare al miracolo, ma é comunque più che accettabile; pur perdendo clamorosamente il confronto con la versione PC, l'incarnazione per la 360 offre un frame rate costante, una più che discreta gestione delle luci e, in generale, un buon grado di soddisfazione, tanto per gli occhi, quanto per le orecchie. Raffinata, infine, la gestione della fisica, leggermente più evoluta di quanto visto in Armageddon. Con Armageddon, la THQ torna alle origini : abbandonando la libertà intrinseca del titolo precedente in favore di una struttura ben più collaudata (ed estremamente attraente), il titolo distribuito da Halifax offre un'esperienza ludica di tutto rispetto, in linea con gli standard attuali.