Resident Evil: Code Veronica X
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La paura è di casa.
Come promesso dall'accordo tra Capcom e Nintendo stipulato oltre due anni fa, la saga ufficiale di Resident Evil creata dal geniale Shinji Mikami ha ormai come dimora stabile ed esclusiva il nostro fido Gamecube. Dopo aver apprezzato lo spettacolare remake del primo R.E., e l'orrore ( in senso positivo) del capitolo zero, oltre ai due poveri porting del secondo e del terzo episodio, possiamo finalmente completare la collezione in attesa del rivoluzionario (così pare ) quarto capitolo, con Resident Evil Code Veronica X. Approdato sul Dreamcast come capitolo esclusivo per la console Sega, dopo il repentino mutamento della software house giapponese il titolo arrivò anche su Ps2 con l'aggiunta nella denominazione della 'X' a distinguerlo dalla controparte Dreamcast per l'aggiunta di alcuni filmati e del celebre Wesker Report. Scampata dall'incubo di Raccon city (in Resident Evil 2) Claire Redfield continua la sua odissea alla ricerca del fratello Chris, membro speciale degli STARS,. Gli ultimi indizi la portano dalla cittadina del midwest americano, alla nostra cara e vecchia Europa, dove però cade ben presto nei mani della Umbrella (per i pochi che non lo sapessero si tratta di una multinazionale senza scrupoli che conduce pericolosi esperimenti biologici) che per ragioni di sicurezza decide di trasferire Claire in una lontana isola rinchiusa in una prigione della organizzazione.
Che la fuga abbia inizio!
La trama che fa da sfondo a Code Veronica, nonostante si appoggi a degli stereotipi ormai abusati dalla serie, riesce a coinvolgere fin da subito l'attenzione del giocatore, al quale riesce facile immedesimarsi nei panni della sfortunata protagonista. Il modus operandi è quello classico della saga, che ha fatto le fortune del più famoso survival horror, alternando sapientemente gli enigmi e e le fasi di combattimento. Gli enigmi presenti come sempre in quantità massicce, portano il giocatore ad esplorare a fondo le diverse stanze, a leggere i vari indizi e i numerosi documenti, a combinare tra loro diversi oggetti per sbloccare nuove locazioni e proseguire quindi nell'avventura. Il combattimento invece rimane legatissimo ai primi capitoli della serie: un tasto consente di estrarre ed impugnare l'arma ed un altro pulsante usato in combinazione serve per poter sparare (in caso d'arma da fuoco) o per affondare (in caso di arma bianca per esempio). I nemici caratteristici con i quali provare le più diverse di tecniche di eliminazione sono gli immancabili zombie (ai quali ci stiamo ormai affezionando) che non rappresentano però un serio pericolo per il giocatore (ad eccezione delle prime fasi); difatti possono essere facilmente uccisi e data la loro lentezza e la loro limitatissima intelligenza potranno essere anche agevolmente schivati. Non mancano poi le altre creature tutte proveniente dal classico bestiario di R.E: dai cani idrofobi ai fastidiosissimi pipistrelli senza dimenticare altre creature molto più evolute e molto più coriacee da abbattere, se non con armi più potenti quali mitragliette, granate, e così via che potranno essere recuperate avanzando nell'avventura. Non tutti i personaggi presenti però sono però dei mostri orripilanti, avremo per fortuna a che fare con altri personaggi con cui interagire (indispensabilmente per ottenere alcuni oggetti) e sporadicamente anziché Claire avremo l'opportunità di controllare il fratello Chris ed un altro personaggio, Steve Burnside anche lui prigioniero dell'Umbrella e smanioso come noi di uscire da questo incubo.
Per il resto sono presenti altri elementi ricorrenti della serie dalla macchina da scrivere per salvare i progressi di gioco, allo zaino/inventario in dotazione della protagonista oltre che gli irrealistici bauli, in grado di trasferire gli oggetti da noi depositati senza alcun problema da un ambiente all'altro. I controlli, anche se vecchi di anni sono stati ben adattati, naturalmente non essendoci stato nessun cambiamento anche la pecca per eccellenza è rimasta. Il movimento del personaggio non è, infatti, analogico, ma è legato alla prospettiva del protagonista stesso. Niente di grave, ma per chi è abituato con il comodo analogico del Gamecube, avrà sicuramente qualche tentennamento iniziale. La giocabilità è probabilmente il parametro che meno risente del peso degli anni: il ritmo di gioco si mantiene su alti livelli grazie ad un'atmosfera di tensione impareggiabile, l'alternanza tra le due componenti principali (enigmi e combattimenti) è buona, mentre le innovazioni rasentano lo zero, il che rende il titolo poco appetibile a chi lo ha già giocato nelle sue precedenti incarnazioni.