Resident Evil Gaiden
di
Redazione Gamesurf
Il protagonista dell'avventura, Barry Burton, é inquadrato dall'alto e si muove all'interno di numerose stanze contraddistinte da una minima dose di interattività. L'ambientazione, una nave da crociera chiamata Starlight in preda a un'epidemia BOW (Bio-Organic-Weapon, il solito virus Umbrella che trasforma ogni essere umano in uno zombie) é rappresentata anch'essa dall'alto e riprodotta nelle sue varie parti come il ponte, le cabine, la stiva e così via. Naturalmente il prode Barry non é l'unico visitatore della Starlight in quanto la nave é popolata dai classici zombie che gironzolano liberamente, e pericolosamente, per le varie locazioni. Non appena si avvicina una delle suddette creature, abbiamo due possibilità: provare a evitarla o altrimenti attivare un mirino da condurre sull'obbiettivo attraverso il pad direzionale
Una volta centrato l'obiettivo, si passa alla sezione di combattimento nel più classico stile dei Giochi di Ruolo giapponesi, proposto attraverso un'impostazione simile alle shooting gallery (l'inquadratura diventa in prima persona). In questa sezione, un indicatore in continuo movimento scorre lungo lo schermo e va "bloccato" in un'area precisa per far sì che i nostri colpi vadano a destinazione, mentre lo zombie di turno prova ad attaccarci o semplicemente ad avvicinarsi maggiormente a noi per portare un colpo più letale. Come avviene negli RPG, é anche possibile tentare una fuga se il numero di nemici é troppo elevato o semplicemente le nostre condizioni fisiche suggeriscano un approccio più controllato all'azione. Premendo il tasto Start, si attiva un altro indicatore in movimento che, una volta bloccato, permetterà di tornare alla sezione esplorativa abbandonando lo scontro con il nostro avversario (che però tornerà nuovamente visibile sulla mappa)
L'ORRORE DI UN GAMEPLAY POCO AZZECCATO
Giusto per aiutare chi avesse perduto il filo del discorso nella descrizione precedente, riassumiamo il gameplay di Resident Evil Gaiden dicendo che il titolo Virgin Interactive si compone di due semplici attività: girovagare per la nave cercando indizi/oggetti e qualche volta affrontare gli zombie in una riduzione abbastanza discutibile di uno sparatutto su binari. Aggiungete le immancabili scene di intermezzo (quasi) animate, in cui si narrano gli sviluppi della trama, e avrete un'idea più chiara di ciò che vi aspetta. Purtroppo, lo schema di gioco scelto dal team di programmazione si rivela estremamente ripetitivo a causa di una sezione di combattimento davvero poco ispirata. Tutto quello che serve per oltrepassare gli scontri con le varie creature é un minimo di colpo d'occhio per bloccare l'indicatore sulla barra orizzontale quel numero di volte necessario ad abbattere lo zombie e successivamente tornare alla sezione esplorativa, anch'essa ben poco allettante per via di locazioni non solo povere in fatto a design, ma pressoché identiche tra loro
Una volta centrato l'obiettivo, si passa alla sezione di combattimento nel più classico stile dei Giochi di Ruolo giapponesi, proposto attraverso un'impostazione simile alle shooting gallery (l'inquadratura diventa in prima persona). In questa sezione, un indicatore in continuo movimento scorre lungo lo schermo e va "bloccato" in un'area precisa per far sì che i nostri colpi vadano a destinazione, mentre lo zombie di turno prova ad attaccarci o semplicemente ad avvicinarsi maggiormente a noi per portare un colpo più letale. Come avviene negli RPG, é anche possibile tentare una fuga se il numero di nemici é troppo elevato o semplicemente le nostre condizioni fisiche suggeriscano un approccio più controllato all'azione. Premendo il tasto Start, si attiva un altro indicatore in movimento che, una volta bloccato, permetterà di tornare alla sezione esplorativa abbandonando lo scontro con il nostro avversario (che però tornerà nuovamente visibile sulla mappa)
L'ORRORE DI UN GAMEPLAY POCO AZZECCATO
Giusto per aiutare chi avesse perduto il filo del discorso nella descrizione precedente, riassumiamo il gameplay di Resident Evil Gaiden dicendo che il titolo Virgin Interactive si compone di due semplici attività: girovagare per la nave cercando indizi/oggetti e qualche volta affrontare gli zombie in una riduzione abbastanza discutibile di uno sparatutto su binari. Aggiungete le immancabili scene di intermezzo (quasi) animate, in cui si narrano gli sviluppi della trama, e avrete un'idea più chiara di ciò che vi aspetta. Purtroppo, lo schema di gioco scelto dal team di programmazione si rivela estremamente ripetitivo a causa di una sezione di combattimento davvero poco ispirata. Tutto quello che serve per oltrepassare gli scontri con le varie creature é un minimo di colpo d'occhio per bloccare l'indicatore sulla barra orizzontale quel numero di volte necessario ad abbattere lo zombie e successivamente tornare alla sezione esplorativa, anch'essa ben poco allettante per via di locazioni non solo povere in fatto a design, ma pressoché identiche tra loro
Resident Evil Gaiden
Resident Evil Gaiden
Più che un episodio a parte vorremmo considerare questo Resident Evil Gaiden come un semplice incidente di percorso in una saga che rimane tra le più seguite dagli appassionati di videogame. Modificando alle radici lo schema utilizzato per i combattimenti il titolo Virgin Interactive non riesce a centrare l'obiettivo, cadendo vittima della sua stessa aspirazione verso l'originalità. Il sistema utilizzato per gli scontri con i nemici è infatti la nota maggiormente stonata di tutto il gioco, rendendo irritante e scomodo il confronto con gli zombie ed eliminando dal gameplay la parte relativa all'azione, che in un titolo come questo avrebbe dovuto ricoprire un ruolo di primo piano. La mediocre realizzazione tecnica e la forte ripetitività contribuiscono inoltre a rendere l'esperienza piuttosto sconsigliabile se non ai fan più sfegatati della saga Capcom. Per tutti gli altri, la sterminata ludoteca del Game Boy Color avrà senza dubbio qualcosa di più allettante da offrire.