Resident Evil: Operation Raccoon City

di Tommaso Alisonno
L'anima “MultiPlayer” del gioco si evince anche solo notando come l'IA si comporti in maniera piuttosto elementare: non parliamo solamente degli Zombie (ai quali non chiediamo certo grande intelligenza), ma anche delle truppe speciali e degli altri membri della squadra, i quali si limitano a cercare una copertura e sparare al bersaglio più vicino, sfruttando occasionalmente gli spray curativi su di voi e finendo spesso e volentieri ad ostruire la vostra linea di tiro o addirittura la visuale. Non é presente alcuna meccanica che possa aiutarci a coordinare in alcun modo le loro azioni, lasciando questi sofismi al vero gioco di squadra tra più partecipanti. La Campagna é comunque concepita principalmente come una “palestra” in cui potenziare i propri PG in vista del Multy vero e proprio, pertanto anche nelle pattern comportamentali dei nemici si é badato all'essenziale più che al dettaglio.

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La realizzazione tecnica di RE:ORC é in linea con gli standard attuali. L'abbondanza di ambienti chiusi e lo scenario contribuiscono a far si che il motore riesca a gestire in maniera efficiente e fluida un discreto numero di modelli su schermo, tra giocatori e nemici, tutti con un dettaglio apprezzabile - se si accetta il fatto che tra gli zombie ci sia un numero limitato di “tipi”. Il respawn dei nemici é gestito in maniera intelligente: questi non si limitano a comparire “dal nulla”, ma solitamente escono da stanze laterali, si sollevano da sotto le auto, si calano da grate di areazione e quant'altro. Gli effetti speciali più comuni sono quelli relativi al fuoco, il quale si limita ad avere un bell'aspetto senza cercare velleità di realismo (come ad esempio una propagazione graduale). Le gestione delle telecamere é di norma ottimale - con l'unica eccezione legata al succitato comportamento ostruttivo dell'IA.

La colonna sonora é studiata in modo da palesarsi solo in determinate situazioni: quando vi aggirerete per strade e corridoi preoccupandovi esclusivamente dei numerosi Zombie sarete accompagnati dai commenti dei compagni di squadra, mentre nelle fasi cruciali come gli scontri boss interverranno temi concitati e cinematografici. L'intero gioco é doppiato in Italiano: un lavoro decisamente ben fatto, anche se a volte le voci arroganti e “cattive” dei membri del Branco assumono toni da cliché un po' scontati; é comunque possibile abilitare il sonoro in altre lingue e mantenere sottotitoli in ITA.

La Campagna prevede un totale di 6 missioni più lo scenario finale, e se giocata in Singleplayer vi occuperà probabilmente per un periodo compreso tra le 5 e le 8 ore a difficoltà Normale (seconda su quattro). In seguito non mancherà l'occasione di riprovare le missioni, singolarmente o in sequenza, con un personaggio differente e/o ad un livello superiore, ma come s'é però già detto, questa modalità costituisce solamente il proemio all'esperienza di gioco vera e propria, costituita dal Multiplayer, tant'é vero che i mostri diventano più numerosi ed aggressivi all'aumentare dei personaggio controllati dai giocatori, obbligandovi così a una coordinazione più “umana”.



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La gestione ed il controllo del personaggio sono piuttosto semplici, tanto da strizzare l'occhio alle commistioni più arcade del genere: i comandi sono quelli canonici di fuoco, granata, reload, cambio arma, corpo a corpo, scatto, puntamento di precisione e interazione con l'ambiente (aprire porte, raccogliere oggetti, rianimare compagni ecc). Non é invece presente un comando per accovacciarsi: il personaggio cercherà automaticamente copertura ogni qualvolta lo “spingerete” verso una parete o un muretto, spesse volte anche contro la vostra volontà. L'ultimo comando attiva l'abilità speciale selezionata all'inizio della missione; la presenza di oggetti curativi esclude la tradizionale “rigenerazione”. Sostanzialmente, un concept da TPS senza particolari fronzoli.

Le cose si fanno naturalmente particolarmente interessanti nelle modalità versus, in cui i giocatori dovranno preoccuparsi alla stessa maniera degli avversari come dei mostri. Addirittura, può talvolta capitare che gli avversari uniscano le forze per abbattere un nemico particolarmente pericoloso, come ad esempio un Hunter - ma mentiremmo se negassimo che il più delle volte si continua a spararsi a vicenda cercando semplicemente di rimanere più lontani possibile dal mostro (per la serie “Non mi serve correre più veloce dell'Hunter se mi basta correre più veloce di TE!”). Insomma: una commistione interessante tra il classico team-play e il co-op alla L4D.

Purtroppo é importante segnalare che al momento attuale il gioco presenta svariati problemi di matchmaking, legati principalmente al traffico sui server: nelle ore di punta, con l'aumento delle richieste, diventa difficile riuscire ad accedere ad una partita (il co-op presenta di norma meno traffico e più speranze rispetto al Versus), ed ancora di più accedere ad una modalità specifica. Addirittura, il sistema tende a andare in crisi durante il processo, col risultato che l'uscita dalla schermata di ricerca porta spessissimo al freeze - e al riavvio forzato. Ci si augura che Capcom corra presto ai ripari, specie considerando l'imminente uscita delle missioni aggiuntive (la prima prevista gratuitamente il 4 Aprile).

In conclusione, Operation Raccoon City offre un'esperienza di gioco tecnicamente più vicina al TPS che non al Survival Horror, ma certamente riesce a proporla in una chiave zombie-oriented assai particolare, soprattutto nel contesto del Multiplayer Versus. Uno spin-off interessante che, anche volendo perdonare gli attuali problemi di matchmaking, rimane comunque un capitolo marginale piuttosto che qualcosa di veramente inserito nell'universo di Resident Evil.



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