REVENANT

di Redazione Gamesurf
L'interazione con gli oggetti esterni é nulla se escludiamo gli scrigni disseminati qua e là, riforniti di denaro e pozioni rigeneranti
Arriviamo quindi al cuore del gioco, ossia i combattimenti che numerosi affronteremo per salvare la bionda Principessa. Abbiamo una folta schiera di nemici che va dai ragni di piccole, medie, grandi dimensioni, molti Drugh (agili mostriciattoli che, poverini, muoiono con un tristissimo urlo di dolore), Zombie, guerrieri Ninja, sacerdoti potenti, draghi, giganti e così via: tutte queste creature plagiate dalla setta si batteranno con noi in tempo reale; incontreremo la gran parte di loro durante l'esplorazione dei livelli, ed é bene notare che la loro potenza sarà spesso equivalente alla nostra (evitando particolari frustrazioni soprattutto all'inizio del gioco, quando entreremo nella Foresta). Nei momenti topici della storia dovremo incontrare personaggi più potenti ed impegnativi, con i quali saremo costretti ad aguzzare l'ingegno ed a giocare bene le carte messe a nostra disposizione dal gioco: tali carte sono il combattimento corpo a corpo e la magia

Nel primo caso le risorse poligonali si sprecano: tutti i movimenti dei personaggi in lotta sono stati studiati in motion capture risultando fluidi e coerenti, e la visione di insieme é articolata come potrebbe essere in un combat game. Il giocatore ha a sua disposizione due modalità di combattimento e una difensiva: all'inizio si potranno impiegare solamente tre funzioni per ciascuna di queste modalità: senza arma: pugno, calcio, calcio con salto; con arma: affondo, swing e colpo secco
Man mano che avanzeremo di livello, dovremo recarci da Jong, maestro di lotta nella città di Misthaven, per farci insegnare nuovi comandi che ci permetteranno di attaccare il nemico con combo, manovre ben più elaborate e spettacolari. Non mancheranno le fatality che ci doneranno scene raccapriccianti di corpi dilaniati, ragni schiacciati a terra come sigarette e sangue a volontà (per i più delicati c'é comunque l'opzione per escludere la violenza gratuita)