Rez

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Dopo che avrete portato a termine le cinque zone di cui é, principalmente, composto Rez, capirete (forse) perché la nuova visione elettronica di Mister Mizuguchi (Sega Rally e Space Channel 5) é stata a lungo presentata con il titolo di Project-K. La "K" di Kandinsky. L'astrattismo e l'espressionismo tipico dell'autore russo e della corrente che ne seguì rivive, con le debite proporzioni e i giusti rapporti, in Rez. E se il videogioco non é ancora arte, perlomeno per una manciata di minuti l'arte diventa videogioco
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Il primo boss di fine livello di Rez, una gioia per gli occhi, le orecchie e le sinapsi

BENVENUTI A SYNAESTHESIA
Forse per solcare un improbabile parallelo, forse per motivi puramente ironici o semplicemente per caso, Rez pone un invito che ricorda da vicino quello, ormai passato alla storia, di Daytona USA, di AM2 e Suzuki-San: Gentlemen... "start your engines"? No, "Gentlemen, open your senses, go to Synaesthesia". Dimenticare i motori, dimenticare in realtà qualsiasi tipologia di videogioco classicamente definito e inquadrato, per farsi rapire dalla pioggia cromatica di Rez, questo é lo scopo del "biglietto d'ingresso" presentato sul manuale del gioco da UGA, il team di sviluppo responsabile di Rez
Affascinante come solo ciò che é misterioso riesce a essere, assurdo come solo alcune produzioni Sega possono risultare, impossibile come solo pochi giochi ambiscono a essere, Rez é semplicemente uno sparatutto su "binari" ben fissi. Action game basato sul ritmo? Avventura e piattaforme con il sub woofer ben posizionato? Si, anche, ma soprattutto si tratta di uno sparatutto quanto mai classico (nell'impostazione). Se siete tra i delusi fatevene una ragione e sappiate che chi scrive é riuscito infine a inquadrarlo con tanta sicurezza solo dopo aver completato per un paio di volte il gioco. Il che non é rassicurante, ne converrete
A tutti gli effetti Rez non é propriamente quel che può definirsi un gioco di totale relax, o perlomeno non nel senso più classico, conosciuto e abusato del termine. Dimenticatevi una di quelle passeggiate di tutto riposo offerte dagli sparatutto di ogni epoca: Xenon 2, Hellfire, Thunderforce V, Axelay. Rez coinvolge e sconvolge i sensi. Come in uno di quei poster a tre dimensioni che andavano tanto di moda qualche anno fa, in Rez ci si ritrova a fissare lo schermo, ma lo sguardo si spinge oltre lo schermo: la velocità, il ritmo, la costruzione, l'assalto visivo e sonoro di Rez riesce a coinvolgere e assorbire il giocatore tanto da rendere difficile e quasi inutile cercare di capire quale sia l'elemento davvero convincente del gioco
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The game with the kaleidoscope eyes, citiamo e distorciamo livemente una "poesia" che ricorda per essenza visiva Rez. Successo di critica in vista per Rez: il commento del pubblico, con tutta probabilità, sarà invece tiepido o quanto mai "freddo"... Speriamo di sbagliarci, a ogni modo nulla influirebbe sul giudizio relativo a Rez: uno degli sparatutto migliori da anni a questa parte e soprattutto una vision innovativa, ipnotica, sognante e ammaliante di come si possono fare videogiochi. Difficile che piaccia a tutti, probabile che riesca nel tentativo di smuovere gli animi solo di pochi (fortunati, a nostro avviso), ma Rez rimane un testimone di dove deve muoversi questa industria. Oltre a una pietra angolare del settore in grado di indicare la via per unire come non mai aspetto visivo e sonoro. L'industry non può, evidentemente, concedersi il lusso di perdere Sega.