Rez

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Recensire Rez é "lavoro" agrodolce: impossibile non rimanere affascinati di fronte a tale compito, difficile non chiedersi come sia possibile riportare ai lettori una descrizione anche lontanamente affidabile e "percepibile" delle qualità e delle caratteristiche vincenti di Rez. Non ci proviamo neanche sinceramente: se conoscete un negozio che ha Rez, provate a chiedere di fare "un giro su pista". Ogni altra via di conoscenza (filmati inclusi) sarebbe ben poca cosa
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Quei fasci di luce arrivano dalla sfera che si deve colpire per oltrepassare ogni \"layer\" dei vari livelli

I DON'T WANT TO THINK, I WANNA FEEL... HOW DO I FEEL?
Il quesito é del Vate, Mr. Vedder all'anagrafe, ma il riutilizzo ("feel, don't think") é tutto di Mizuguchi e di UGA in una delle illustrazioni ufficiali di Rez. Ed effettivamente Rez é una sorta di lungo test dei riflessi, qualcosa d'intimamente legato alla coordinazione occhio-mano che, visti i ritmi, sembra voler richiamare i movimenti istintivi e assai poco cerebrali che caratterizzano la vita di ogni giorno. Toccare con mano qualcosa che scotta porta a spostare immediatamente il dito dalla sorgente di calore, senza che intervenga effettivamente alcun processo mentale... istinto di sopravvivenza? In Rez si muove un mirino-radar con tale velocità che in più punti si rasenta l'istinto, più che la ragione. Stiamo esagerando? Di sicuro, ma ogni tanto può servire a rendere con maggior forza un'idea..
Insomma, alla fin della fiera in Rez si impersona un'entità svolazzante mirino-dotata che cerca di arrivare integra (se così si può dire) al termine di ognuna delle cinque fasi principali di gioco. La visuale di gioco é posta alle spalle del protagonista, di conseguenza lo scrolling si sviluppa in profondità, con ostacoli e avversari che vengono proiettati verso lo schermo e, in più casi, compaiono dai lati o anche dietro all'entità protagonista. Il sistema di gioco é assolutamente elementare e quanto mai immediato, tanto che Rez utilizza nel 95% del gioco un solo pulsante, quello adibito al "fuoco", se tale può definirsi. Un mirino quadrato é ciò che il giocatore muove, tenendo premuto il pulsante principale e passando col mirino sui vari nemici/ostacoli/avversari di varia forma, questi vengono "agganciati"
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The game with the kaleidoscope eyes, citiamo e distorciamo livemente una "poesia" che ricorda per essenza visiva Rez. Successo di critica in vista per Rez: il commento del pubblico, con tutta probabilità, sarà invece tiepido o quanto mai "freddo"... Speriamo di sbagliarci, a ogni modo nulla influirebbe sul giudizio relativo a Rez: uno degli sparatutto migliori da anni a questa parte e soprattutto una vision innovativa, ipnotica, sognante e ammaliante di come si possono fare videogiochi. Difficile che piaccia a tutti, probabile che riesca nel tentativo di smuovere gli animi solo di pochi (fortunati, a nostro avviso), ma Rez rimane un testimone di dove deve muoversi questa industria. Oltre a una pietra angolare del settore in grado di indicare la via per unire come non mai aspetto visivo e sonoro. L'industry non può, evidentemente, concedersi il lusso di perdere Sega.