Rhythm Thief e il Tesoro dell’Imperatore

di Massimiliano Pacchiano
Gli appassionati del gaming portatile conosceranno certamente il celebre Professor Layton, protagonista di una serie di giochi estremamente popolari per Nintendo DS. Lo sviluppatore Level 5 ha praticamente scoperchiato il vaso di Pandora (o meglio lo scrigno, se avete giocato il secondo episodio della serie) generando tutta una serie di cloni, fac-simili ed imitazioni più o meno sfacciate (Puzzle Agent dei Telltale; Zack & Ombra, Dottor Lautrec di Konami) o titoli semplicemente ispirati come il pregevole Henry Hatsworth della EA.
Ebbene, Rhytm Thief é solo l'ultimo della serie di discendenti del Professore, ma con una differenza che lo rende unico. Infatti, come il titolo suggerisce la musica ha un ruolo importantissimo nell'economia di gioco: al posto dei canonici enigmi ed indovinelli tipici del Laytone che tutti conosciamo ed amiamo, ci saranno numerose sezioni “rhythm game” estremamente curate, divertenti e varie.



Ma andiamo con ordine: la nostra storia si svolge in una Parigi fantasiosa ma ben rappresentata (c'e una certa enfasi sui landmark più noti) e vestiremo i panni dell'occhialuto Raphael, che di notte si traveste e si trasforma in un ladro gentiluomo, una sorta di moderno Arséne Lupin che tutti chiamano Phantom R. Nonostante abbia già rubato decine di opere d'arte, il giovane mago del furto stavolta é alle prese con uno scopo decisamente più nobile: ritrovare il padre scomparso sfruttando alcuni indizi ed oggetti preziosi da sgraffignare, che lo condurranno alla risoluzione del mistero. Nel frattempo, un losco individuo ha trafugato la salma di Napoleone Bonaparte e si appresta a resuscitarlo con lo scopo di conquistare il mondo.
La trama é decisamente accattivante e bizzarra, ma non troppo originale in quanto pare una via di mezzo tra un lungometraggio di Lupin Terzo (il personaggio creato dal geniale Monkey Puch) e la trama del vecchio fumetto di Tsukasa Hojo, Occhi di Gatto. Tuttavia, l'intreccio é ben sviluppato ed appassionante, oltre ad essere supportato da un character design decisamente azzeccato e scene animate di intermezzo veramente notevolissime. Lo schermo superiore del 3DS esalta la qualità e la pulizia di tali filmati, che si presentano in un 3D non profondissimo ma decisamente piacevole (ovviamente l'animazione classica realizzata a mano può sfruttare solo un effetto “diorama” degli elementi nella scena, o al limite la presenza di alcuni sporadici fondali ed oggetti modellati in tre dimensioni).

Passiamo al gameplay, che come già accennato adotta una struttura ed un'interfaccia estremamente simili a quelle dei titoli Laytoneschi: in genere abbiamo una rappresentazione illustrata del luogo in cui ci troviamo accompagnata da una mappa nello schermo superiore, e potremo cliccare su personaggi ed oggetti per dialogare o interagire. Anche qui abbiamo dei bonus nascosti da scovare cliccando a caso sugli sfondi, suddivisi stavolta in quattro tipi diversi: pezzi di spartiti da mettere insieme, suoni da registrare (utili sia per collezione che per risolvere piccoli enigmi o sidequest), dischi contenenti delle tracce audio ed infine le classiche monetine (qui chiamate “medaglie”) con cui potremo acquistare degli aiuti temporanei per semplificare la risoluzione dei singoli livelli rhythm, o sbloccare vari bonus ed extra. La mappa di gioco é rappresentata in 3D stereoscopico, ma a differenza degli altri giochi di questo genere i vari itinerari tra gli ambienti sono rappresentati in maniera chiara da alcune linee tratteggiate. La navigazione avviene tramite croce direzionale o bottone analogico, quindi lo spostamento é decisamente più immediato rispetto agli altri titoli dello stesso genere.



Ma veniamo finalmente a queste benedette sezioni musicali, che sono il perno su cui ruota l'intera struttura di gioco. Innanzitutto, per avanzare abbiamo dei piccoli quanto semplici enigmi logici da superare (ripetere la sequenza di note, abbinare i suoni, scegliere la nota che non é mai stata ripetuta nella sequenza, ecc.), enigmi che con un minimo di orecchio musicale potranno essere facilmente risolti. Il piatto forte sono tuttavia le 50 sezioni rhythm vere e proprie, dei livelli a tema che offrono una serie di stili e controlli estremamente diversi tra loro. Queste sezioni sono rappresentate in 3D stereoscopico, ed oltre ad essere piuttosto piacevoli da vedere (spesso le movenze di Phantom R lo fanno sembrare una sorta di Michael Jackson animato) sono anche varie ed accattivanti. Di volta in volta dovremo combattere, ballare, suonare, fuggire o infiltrarci senza esser visti, ma anche se il setting ed i controlli cambiano costantemente (touch, slide, tasti, giroscopio, ecc.), la sostanza é che dovremo sempre fare delle azioni a ritmo di musica quando ci viene indicato. Questo ricorda un pò Rhythm Tengoku (da noi chiamato Rhythm Heaven), ma mentre in quell'occasione ci si basava principalmente sull'accompagnamento sonoro e in parte sugli indizi visivi, qui i tasti da premere o le azioni da fare sono anche indicate chiaramente a video, con tanto di cerchio che si rimpicciolisce attorno all'icona per segnalarci il tempismo, come in Ouendan / Elite Beat Agents.

Le sezioni musicali sono, dunque, decisamente ben fatte e numerose (brillano soprattutto quelle in cui si suona il violino facendo scivolare lo stilo), ma anche abbastanza semplici da superare grazie alla triplice indicazione fornita ed al discreto tempo di reazione consentito. Tuttavia completarle con un punteggio perfetto non sarà semplicissimo, ed infatti potremo ritentare le sfide già sbloccate quando vorremo sia all'interno dello story mode che in una modalità apposita. Alcuni di questi livelli poi sono anche affrontabili in multiplayer locale per due giocatori tramite link wireless, mentre é anche disponibile una funzione automatica di sfide indirette tramite Street Pass, che fa confrontare le nostre performance con quelle di altri giocatori rappresentati all'interno del gioco come passanti.

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Audiovisivamente parlando, Rhythm Thief é molto curato, ma mentre le parti 2D e le stupende sequenze animate offrono un 3D adeguato ma poco profondo, al contrario la mappa e le fasi rhythm poligonali sono fin troppo profonde, tanto che il passaggio tra queste due visualizzazioni può essere fastidioso; per questo motivo consigliamo di settare lo slider apposito a metà corsa. Nelle fasi poligonali, la resa é buona ma il cel-shading dà vita ad un po' di aliasing. Come era ovvio aspettarsi, l'audio é molto curato, con ottime musiche che spaziano attraverso diversi generi e commistioni (anche se quello preponderante é il jazz), accompagnate da una valido doppiaggio inglese e discreti sottotitoli in italiano.