RIDE 3

di Andrea Casetti

È sufficiente sfogliare le informazioni raccolte su Wikipedia riguardanti Milestone e le loro produzioni per accorgersi di quanta benzina scorra nelle vene degli sviluppatori meneghini, di quanto i motori siano un tutt’uno con il loro DNA. A partire dai primissimi Screamer per PC per poi proseguire con le serie Superbike, MotoGP, MXGP e WRC (corredati da licenza ufficiale) e per finire con Ride, è evidente come la loro passione principale sia il motorsport.

Oggi siamo qua ad accogliere il terzo episodio della serie Ride che, dopo l’esordio ambizioso avvenuto nel 2015, dopo l’affinamento di un anno e mezzo fa, testimonia il raggiungimento della maturità, anche se per arrivare alla perfezione si richiedono ancora alcuni piccoli sforzi. Ma andiamo con ordine. 

Lifting

Ride 3 nasce dalla notevole esperienza accumulata dagli sviluppatori milanesi grazie alla serie MotoGP, creata spostando il focus dalle gare del motomondiale alle strade comuni e soprattutto dai prototipi più veloci al mondo alle moto di produzione, magari includendo anche quel particolare modello che sta parcheggiato nel vostro garage. Leggendo tra le righe noterete un approccio del tutto analogo a quanto proposto da Gran Turismo, ed è effettivamente stata quella l’intenzione di Milestone, ovvero tentare di mettere insieme un Gran Turismo con 2 ruote in meno, focalizzando la stessa attenzione ai dettagli che Polyphony ha dedicato alla storia di ogni singolo modello, alla riproduzione di un modello fisico verosimile, a una vastità di contenuti tale da far cascare la mascella e a una realizzazione tecnica che ambisca a strabiliare.

Partiamo proprio da quest’ultimo aspetto per accogliere a braccia aperte una novità di peso che ha finalmente raggiunto anche la serie Ride, ovvero l’implementazione dell’Unreal Engine 4, motore grafico marchiato Epic che ha permesso di fare un passo in avanti notevole. La rappresentazione dei modelli delle moto, dei circuiti, del sistema di illuminazione naturale e soprattutto delle ambientazioni ha subito un miglioramento notevole con anche la scomparsa del fastidioso effetto pop-up caratteristico dei prequel, e se si contano le 12 moto presenti sullo schermo e la fluidità generale, capace di rimanere stabile in quasi ogni circostanza, si capisce come l’asticella sia stata elevata a un’altezza che finalmente si avvicina allo stato dell’arte. Non parliamo ancora del fotorealismo di GT Sport, ma ora il gap è davvero contenuto. 

Personalizzazione

Un’altra novità di rilievo riguarda un aspetto che rispecchia la natura di ciascun appassionato di moto: chiunque, come me, abbia acquistato da adolescente la sua prima moto ha sicuramente passato ore a lucidarla, ad applicare decalcomanie, a modificare particolari per renderla particolare ed unica, magari sognando per mesi di cambiare lo scarico piuttosto che le pedane.

Allo stesso modo in questo Ride 3 è stato implementato un editor di livree che vi consentirà di verniciare a vostro piacimento la vostra moto, di applicare le decalcomanie più disparate con un tool che ne varia dimensioni e orientamento e così via. L’editor, a detta della stessa Milestone è il più profondo e articolato che loro abbiano mai messo insieme e va detto che fa il suo lavoro in modo egregio.

Oltre alle modifiche puramente estetiche vi potrete sbizzarrire anche montando sulla vostra 2 ruote accessori che ne modificheranno le prestazioni in termini di accelerazione, velocità massima e frenata, come marmitte, sistemi di raffreddamento, gomme eccetera. Potrete scegliere tra 500 particolari che popolano un mercato di afertmarket effettivamente esistente nella realtà, con ripercussioni sulla guidabilità della moto e anche effetti sul timbro della tonalità di scarico qualora scegliate di montare la classica marmitta con terminale in carbonio. 

Contenuti

Nemmeno i contenuti mancano l’obiettivo di convincere: le moto presenti nel gioco sono 230 al momento del lancio, suddivise tra 7 categorie (Superbike, Sport Bike, Supermoto, Maxi Enduro, Endurance, Naked e Cafè Racer) appartenenti a 26 marchi e collocabili negli ultimi 50 anni della storia motociclistica, con ovviamente un focus maggiore al periodo contemporaneo ma senza disdegnare le storiche 500 cc da competizione piuttosto che 125 cc stradali degli anni ’90.

Numerosi anche i tracciati entro cui potrete sprigionare la vostra cavalleria, che arrivano a 30 (con differenti varianti), includendo circuiti famosi come Laguna Seca, Brands Hatch, Monza, Imola, Nurburgring, Donington, senza dimenticare caratteristici tratti stradali che vi porteranno in giro per il mondo, ma anche ad esibirvi in impennate sulle rive del lago di Garda.

Si può correre di giorno e di notte, così come sull’asciutto e sul bagnato. Peccato però che non tutte le combinazioni saranno disponibili su ciascun tracciato.

Il tutto è condito dall’introduzione di una carriera a progressione non lineare, con una serie di volumi che potrete decidere di intraprendere a vostro piacimento (o quasi, in quanto alcuni saranno da sbloccare) con le solite limitazioni di accesso sulla base della tipologia di moto posseduta. Questo sistema funziona e invoglia a non fossilizzarsi su un solo modello di moto, incentivandovi quindi a collezionare e provare il maggior numero possibile di moto, aspetto che tra l’altro rappresenta l’anima del gioco. 

Modello di guida

Ma ora veniamo al vero punto forte del titolo, ovvero il gameplay: anche qua sono notevoli i passi avanti compiuti, grazie sempre all’Unreal Eengine 4 che ha permesso di avvicinarsi ulteriormente al realismo dell’effettivo comportamento delle moto.

Rimane un modello di guida sensibilmente differente rispetto a quello delle auto e ve ne accorgerete soprattutto nei cambi di direzione, ma qui intervengono le leggi della fisica: immaginate di percorrere una curva con una piega normale, per curvare dall’altra parte dovrete prima raddrizzare la moto, quindi buttarla giù dall’altro lato. Tutto ciò accadrà in un lasso di tempo più lungo rispetto al comando impartito al pad, causando dei ritardi nell’implementazione dei comandi a cui dovrete farvi il callo. Se tuttavia non esiste una periferica capace di rappresentare al 100% le moto, non possiamo fare una colpa a Milestone, che tra l’altro ha fatto un ottimo lavoro nel riprodurre su console una realtà credibile.

Al solito è inclusa anche una notevole scalabilità degli aiuti alla guida, i quali includono ABS, Rewind, controllo della trazione e delle impennate, cambio automatico, traiettoria ideale e sdoppiamento dei freni. Ovviamente l’impiego di questi aiuti avvicina il gioco a tutti, neofiti inclusi, ma per staccare tempi migliori e per assaporare al 100% il gioco non possiamo fare altro che suggerirvi di eliminarli appena possibile. 

Difetti

Anche l’AI e il sistema di collisioni, difetti storici della serie, sono stati rimaneggiati e migliorati, con visibili passi avanti che rendono l’esperienza di gioco più godibile, anche se qualche affinamento qua e là è ancora auspicabile. Anche le animazioni durante le cadute lasciano un po’ perplessi, soprattutto quando si vede la moto piroettare sulla ruota anteriore per qualche lungo secondo a seguito di un impatto e il sistema di illuminazione fa di tanto storcere il naso, come durante le gare in notturna a causa della mancanza delle ombre generate dai fari, così come nelle gallerie, dove tutto rimane troppo luminoso e non si sente un riverbero degno di nota, nonostante l’eccellente livello generale del sonoro.

La varietà di gare non è entusiasmante: a parte le gare in pista, quelle di accelerazione e le sfide a tempo le tipologie di gare non sono numerosissime, manca quel qualcosa che avrebbe conferito una marcia in più al gioco. Giusto per fare un parallelo con GTS, forse manca una maggiore profondità nelle sfide fuoristrada, che sarebbero potute essere implementate con gare su moto da enduro (molti motociclisti sono nati su un 125 da enduro) su tracciati fangosi articolari o, perché no, su gare di scalata di montagne lungo tortuose mulattiere.

Concludiamo infine con la lunghezza dei caricamenti, davvero eccessiva, con oltretutto anche qualche fastidioso tentennamento della musica riprodotta. Nulla di compromettente e va detto che le schede che descrivono la storia della vostra moto mitigano il disagio, ma rappresenta quel dettaglio da affinare nel prossimo capitolo (se non già in uno dei DLC previsti).