Ride to Hell: Retribution

Ride to Hell Retribution
In sella ad un cavallo di metallo
Quando comparve, diversi anni fa, negli annunci videoludici il nome di Ride To Hell, molti giocatori si segnarono il nome della nuova proprietà intellettuale, sperando che potesse nascere un titolo interessante. Il motivo é presto detto: in un panorama dove il mercato offre tanti giochi di ambientazione sempre più simile tra loro, Ride To Hell proponeva scorci a cavallo tra gli anni '60 e '70 con un protagonista in sella ad una aggressiva custom americana, il tutto a suon di puro rock ‘n roll. Niente male, davvero niente male. Il tempo, però, fece perdere le tracce del gioco, relegando il tutto ad un nome non supportato da notizie o informazioni reali lasciando intendere che, purtroppo, Ride To Hell si era arenato tra i classici problemi di sviluppo che molti prodotti devono affrontare. Dopo un lungo silenzio, però, il publisher Deep Silver é tornato a far parlare di Ride To Hell, evidentemente forte di un rinnovato impegno imprenditoriale che ha portato anche il suffisso “Retribution” al titolo.

Ride to Hell: Retribution
Signorine molto, ma molto, amichevoli

Siete alla ricerca di un po' di precisione?
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Vi assicuriamo che il gioco ha un impatto peggiore di queste immagini
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Un calcio per rompere la guardia
Un calcio per rompere la guardia


In cabina di comando troviamo il nome degli Eutechnyx, team che negli ultimi anni ha lavorato allo sviluppo dei titoli dedicati alle gare Nascar e ha legato il proprio nome al duo Ferrari & Supercar Challenge. Ad ogni modo, il redivivo titolo ci porta negli Stati Uniti, anno 1969, in compagnia di Jake, un reduce della guerra del Vietnam tornato alla propria vita fatta di chopper, alcol e altre amenità. Basteranno pochi minuti di gioco per dare il via alla nostra avventura, con una serie di fatti che accadranno in fretta e getteranno Jake nella classica storia dove violenza e vendetta si alternano per animare le azioni di un eroe che non ama andare molto per il sottile quando si tratta di far valere le ragioni della propria giustizia personale. Preparatevi: Jake é un duro, un vero duro, uno di quelli che non le manda a dire e che, quando può, bastona forte per lasciare il segno dei propri colpi, parlando un vocabolario dove non esiste il termine “politicamente corretto”.

Messo così, l'incipit di Ride To Hell: Retribution é dannatamente interessante, ma dopo pochi minuti di gioco non rimane che guardare in faccia la realtà e ammettere che il sogno americano in stile Easy Rider é miseramente fallito davanti ad una serie di difetti e problemi che sarebbero capaci di scoraggiare anche il videogiocatore meno esigente sul pianeta. Il primo impatto é di quelli che deludono immediatamente e vi assicuriamo che continuando a giocare non c'é davvero nulla che riesca a far cambiare idea, in una escalation di lati negativi più o meno gravi. Non staremo certo qui a dirvi che la grafica sia un elemento basilare per un gioco, ma quello che si offre ai nostri occhi é decisamente sotto alla media delle produzioni attuali e ve ne accorgerete praticamente subito. In ambientazioni spoglie e caratterizzate da un una bassa cura per i dettagli si muovono modelli poligonali poveri e animati legnosamente, con texture di basso livello che, tra, l'altro, spesso impiegano alcune decine di secondi per caricarsi. Come se non bastasse, tutto questo é “condito” da telecamere non sempre perfette e da un Unreal Engine talmente mal sfruttato da mostrare evidenti cali di frame rete, assolutamente ingiustificati dalla pochezza di quanto visualizzato a schermo.

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Ruote bucate. Benzina finita. Forcelle piegate.
Con questo contorno ci si prova ad immergere in un titolo che cerca di muoversi sui binari dell'action in terza persona, offrendoci una visuale da dietro le spalle al protagonista che dovrà sostenere una serie di missioni per riuscire a portare a termine la propria vendetta in compagnia di pochi amici, tante armi e la propria motocicletta. Nonostante tutto faccia il verso ad una impostazione free roaming, il titolo offre situazioni abbastanza guidate, in cui partiremo da una cittadina per affrontare le varie situazioni. Anche se vedremo attorno a noi una ambientazioni che può sembrare libera, saremo costretti a muoverci unicamente nelle zone utili per i nostri obiettivi, tanto che pochi metri di divagazione alla ricerca di una assente fase esplorativa ci porteranno ad essere mestamente telestrasportati dove gli sviluppatori hanno deciso che dovremo muoverci. Tendenzialmente il tutto si suddivide in tre sezioni ben delimitiate: il movimento nella città principale che ci permetterà di accedere a vari servizio e alle missioni (potrete anche rifare quelle già giocate), gli spostamenti in motocicletta da una zona all'altra e lo svolgimento della missione vera e proprio, da compiere tendenzialmente a piedi tra sparatorie e scazzottate.

La città principale (che ha dato i natali a Jake) ci permetterà di acquistare nuove armi, dedicarci alla compravendita di stupefacenti e portare la nostra bella moto dal meccanico per customizzarla a nostro piacimento in quella che, a ben vedere, é la parte più divertente del gioco. In base ai bonus che troveremo durante il nostro peregrinare, rappresentati sotto forma di carte da gioco, sbloccheremo decine e decine di oggetti degni di ogni maniaco del tuning motociclistico... purtroppo, però, utili solo in esteticamente, poiché le prestazioni della motocicletta resteranno sempre identiche. Serbatoi, terminali, parafanghi e tanto altro, così da dare vita a centinaia di combinazioni per il chopper dei vostri sogni. Quando, però, salirete in sella, vi passerà tutto l'entusiasmo grazie ad un modello di guida a dir poco povero, in cui sarete costretti a muovervi in una sola direzione per raggiungere la zona prestabilita dalla missione, evitando ostacoli ben poco vari e combattendo contro biker della banda rivale. Proprio questo é il punto più basso delle fasi di guida: ogni volta che un avversario si avvicinerà sarà la cpu a prendere possesso della vostra moto e voi non dovrete fare altro che premere il tasto che comparirà a schermo per colpire a morte il nemico. Sia in queste scialbe lotte che nella guida sarà praticamente impossibile morire: anche prendendo in pieno un furgone, il gioco vi rimetterà in carreggiata come se nulla fosse successo.

A dirla tutta, la guida sarà molto limitata
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Con la chiave inglese, si discute meglio
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Vi assicuriamo che il gioco ha un impatto peggiore di queste immagini
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Scesi dalla moto, poco cambia. Nelle varie ambientazioni dovremo limitarci a seguire percorsi limitati dove combattere gli scagnozzi avversari con esili combo o partecipare a sparatorie (con il classico sistema a coperture) dove l'altalenante intelligenza artificiale di chi vorrà farci la pelle non é mai riuscita a darci troppi problemi. In particolari situazioni dovremo superare combattimenti a suon di quick time event, anche questi molto semplici da concludere con successo. Tutto questo accade in una struttura narrativa da film di serie B cosa che, comunque, non é certo estranea al mondo dei videogame. La trama si evolve in modo non sempre coerente, ma questo é il minore dei mali a ben vedere, con il team che non si é fatto problemi a trattare temi difficili come il sesso, la droga e una quantità elevatissima di violenza. Si salva il comparto audio grazie ad una colonna sonora che offre un discreto sound rock ‘n roll in aggiunta a un sufficiente doppiaggio inglese (ma ogni testo e sottotitolo sono in italiano), peccato che la presenza di alcuni bug abbia fatto sparire, talvolta, la musica dalla nostra partita per periodi abbastanza lunghi.

Così ci ritroviamo ad avere tra le mani un prodotto che facciamo fatica a consigliare a chiunque a causa di una serie di problemi davvero enorme, rapportata con una lista di pregi sottile, molto sottile, con voci estremamente marginali nell'economia di un videogame. Un vero peccato, perché l'idea di un gioco ambientato nel mondo dei biker, magari andando a scimmiottare le meccaniche di titoli famosi come GTA, solletica le corde di molti giocatori. Purtroppo, non sarà questa la volta buona per realizzare i nostri desideri. Fermate il chopper: voglio scendere.

Ride to Hell: Retribution
4

Voto

Redazione

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Ride to Hell: Retribution

Purtroppo anche questa volta un gioco dallo sviluppo travagliato arriva sul mercato mostrando una serie di problemi e difetti di ogni tipo, a partire da un comparto tecnico altamente deficitario, dove si salva solo la colonna sonora, sino ad arrivare ad un gameplay tanto semplicistico quanto lacunoso. Tolto, appunto, l'audio, é davvero difficile salvare qualche cosa in questo Ride To Hell: Retribution, in un mix di bug e mancanze in fase di programmazione. Il tutto é un vero peccato, perché l'idea di fondo era quanto mai intrigante e poteva offrirci un titolo con una ambientazione poco sfruttata dall'industria del videogame. Insomma, un prodotto che non riusciremmo proprio a consigliare nemmeno al nostro peggior nemico.