Ridge Racer 6
di
Gabriele Cazzulini
Che sia la volta buona per interrompere questa quaresima videoludica imposta dalla penuria di titoli targati xbox360? Forse l'inspiegabile digiuno sta per finire è arrivato l'ultimo giorno del ramadan per i fedelissimi pasdaran che si sono avventati, soldi in mano, ad afferrare il pacco della prima avanguardistica macchina next-gen? Di sicuro c'è che è arrivato Ridge Racer 6 ma sugli avvolgenti sedili delle sue lussuose supercar c'è anche il successo?
TUTTO LI'...
Giù la maschera! Scrivere la recensione di RR6 assomiglia alla compilazione di un protocollo burocratico: riempire le righe vuote, barrare le caselle, inserire i dati anagrafici. RR6 potrebbe essere benissimo RR5 o RR4...si potrebbe scrivere, più correttamente, RRx dove x è il campo vuoto da riempire con un insieme di numeri che vanno da 1 a 6. Se gli occhi sono lo specchio dell'anima e il titolo di un gioco ne è lo specchio, allora contano più le lettere (RR) che non i numeri affiancati. RR è come una vettura d'epoca, capace di mantenere intatto il suo motore facendolo girare a distanza di anni sempre con piacevolezza e con brio. Ripassiamo allora i fondamentali; il teorema di Pitagora di RR6 è: "mai il freno per curvare". Il corollario: "curvare vuol dire derapare". Derapare non ha niente a che vedere con la distruzione di una rapa o il taglio a zero dei capelli; significa invece far perdere trazione alla parte posteriore del veicolo, in modo da slittare in curva spostandosi verso l'esterno della traiettoria della curva (Dizionario DeMauro). Capito? E' più semplice a farsi che a dirsi. Tutto sta nell'abilità di individuare il punto esatto in cui slanciarsi per non sbattere contro il guard-rail, e nel controbilanciare la forza centrifuga per tenere il veicolo sulla pista rientrando rapidamente. Se la tentazione del freno è irresistibile, la derapata va in fumo; se invece lo slittamento è eccessivo, non resta che mandare cartoline di felicitazioni al vincitore della gara.
...O QUASI
Su questo telaio così solido RR6 innesta una marcia in più, quella della nitro che viene accumulata ad ogni derapata e, riempito il"nitrometro", il serbatoio di nitro, è possibile scaricarla per acquistare un boost di velocità. E' un esplicito invito a derapare. Ma la ricompensa per un serio e coscienzioso impegno nel derapare non sembra essere così attraente. Lo schema di gioco è inizialmente lineare. La modalità di gioco dominante resta "world xplorer" con 111 tracciati che vengono sbloccati con l'avanzare dei traguardi. C'è anche una modalità usa-e-getta per corse istantanee, accompagnata da una sfida a tempo con possibilità di scaricare le ghost-cars di altri giocatori direttamente con xbox live. Ecco la svolta: con xbox live la giocabilità si attorciglia in tante spirali che seguono la forma dei ring of lights. Più si vince, più si guadagnano crediti, più si sale nella classifica mondiale. A patto che questa spirale virtuosa non si avviti in una circolarità di noia e ripetizione, con l'unico incentivo alla giocabilità ridotto alla scalata della classifica. Cosa? Niente banda larga? Ci pensa il multiplayer fino a otto giocatori.
TECNICA: NIENTE DI NUOVO IN VISTA
Ormai le stroncature per il mancato sfruttamento delle reali potenzialità hardware di xbox360 abbondano come i coriandoli a carnevale: xbox 1.5, xbox180 e così via, lungo il sentiero lastricato dai buoni propositi linguistici dei redattori che però li conduce nell'inferno di un'analisi appannata dal calore dell'emozione e della delusione. RR6 non scampa alle forche caudine di questa critica avvelenata, in cui è costretta a passare quasi tutta la prima leva di titoli xbox360. E' vero: per RR6 si applicano le attenuanti generiche della scarsa padronanza della nuova macchina, per le sue effettive risposte e i suoi limiti. Inoltre il periodo di gestazione è stato relativamente corto e senza intoppi: RR6 fu annunciato il 25 luglio 2005, in pratica a poco meno di cinque mesi di distanza dal lancio globale di xbox360. Last but not least: la versione usa-ntsc gira anche in formato pal.
Perché dunque le lacrime che rigavano il mio volto non provenivano dalla meraviglia ma dalla perplessità, a cui seguì subito un plumbeo sconforto? Dopo qualche ora di gioco mi sentivo come Philippe Marlowe a fissare il bicchiere vuoto accovacciato in un desolato bar notturno.
Io e la mia nuova, fiammeggiante amica bianca ci guardavamo negli occhi con lo sguardo di chi si aspettava ben altro, io che avevo pagato 82 euro e lei già silenziosa, spenta. La voce della mia coscienza si era impadronita della mia anima e l'unica, pressante domanda che arrivava alla mia gola era: "perché"? Perché disegnare tracciati anonimi e immobili, in cui il dettaglio è trascurabile? Perché creare veicoli dal design futuristico senza visuale interna e senza implementazione dei danni? Perché ancora quel dannato elicottero che svolazza là in cima? Erano tanti, troppi i perché senza risposta.
Qualcuno conosce Yoshi Niki? Ve lo presento io: è il responsabile di Namco per RR6. Ancora niente? Proviamo ora, citando le sue parole: "RR6 è concepito avendo in mente l'hardware della next-gen, e davvero sfrutta il potenziale dell'xbox360 per portare ai nostri fans la più soddisfacente delle esperienze di gioco". E non finisce qui: "RR6 promette di sviluppare il più alto livello di coinvolgimento e divertimento al franchise di Namco". Promessa non mantenuta. Attenzione: la struttura grafica è solida, senza incertezze e passi falsi. Ma non si percepisce alcuno sforzo per raggiungere un plusvalore che dovrebbe garantire xbox360. Inutile elencare le delusioni. Tutto pulito, tutto in ordine, tutto mediocre.
E l'audio? Basta! Dopo il no alla droga e alla violenza negli stadi, è ora di dire no alla musica di RR. La musica rischia di diventare rumore, mentre i rumori ambientali sono quasi sconosciuti. Che piacere ascoltare invece la voce stridente delle gomme nelle derapate! Troppo poco? Questo è ciò che offrono le corde di RR6. La pazienza è una gran bella virtù per chi può permettersela. Io ho ottantadue buone ragione per non averne più.
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TUTTO LI'...
Giù la maschera! Scrivere la recensione di RR6 assomiglia alla compilazione di un protocollo burocratico: riempire le righe vuote, barrare le caselle, inserire i dati anagrafici. RR6 potrebbe essere benissimo RR5 o RR4...si potrebbe scrivere, più correttamente, RRx dove x è il campo vuoto da riempire con un insieme di numeri che vanno da 1 a 6. Se gli occhi sono lo specchio dell'anima e il titolo di un gioco ne è lo specchio, allora contano più le lettere (RR) che non i numeri affiancati. RR è come una vettura d'epoca, capace di mantenere intatto il suo motore facendolo girare a distanza di anni sempre con piacevolezza e con brio. Ripassiamo allora i fondamentali; il teorema di Pitagora di RR6 è: "mai il freno per curvare". Il corollario: "curvare vuol dire derapare". Derapare non ha niente a che vedere con la distruzione di una rapa o il taglio a zero dei capelli; significa invece far perdere trazione alla parte posteriore del veicolo, in modo da slittare in curva spostandosi verso l'esterno della traiettoria della curva (Dizionario DeMauro). Capito? E' più semplice a farsi che a dirsi. Tutto sta nell'abilità di individuare il punto esatto in cui slanciarsi per non sbattere contro il guard-rail, e nel controbilanciare la forza centrifuga per tenere il veicolo sulla pista rientrando rapidamente. Se la tentazione del freno è irresistibile, la derapata va in fumo; se invece lo slittamento è eccessivo, non resta che mandare cartoline di felicitazioni al vincitore della gara.
...O QUASI
Su questo telaio così solido RR6 innesta una marcia in più, quella della nitro che viene accumulata ad ogni derapata e, riempito il"nitrometro", il serbatoio di nitro, è possibile scaricarla per acquistare un boost di velocità. E' un esplicito invito a derapare. Ma la ricompensa per un serio e coscienzioso impegno nel derapare non sembra essere così attraente. Lo schema di gioco è inizialmente lineare. La modalità di gioco dominante resta "world xplorer" con 111 tracciati che vengono sbloccati con l'avanzare dei traguardi. C'è anche una modalità usa-e-getta per corse istantanee, accompagnata da una sfida a tempo con possibilità di scaricare le ghost-cars di altri giocatori direttamente con xbox live. Ecco la svolta: con xbox live la giocabilità si attorciglia in tante spirali che seguono la forma dei ring of lights. Più si vince, più si guadagnano crediti, più si sale nella classifica mondiale. A patto che questa spirale virtuosa non si avviti in una circolarità di noia e ripetizione, con l'unico incentivo alla giocabilità ridotto alla scalata della classifica. Cosa? Niente banda larga? Ci pensa il multiplayer fino a otto giocatori.
TECNICA: NIENTE DI NUOVO IN VISTA
Ormai le stroncature per il mancato sfruttamento delle reali potenzialità hardware di xbox360 abbondano come i coriandoli a carnevale: xbox 1.5, xbox180 e così via, lungo il sentiero lastricato dai buoni propositi linguistici dei redattori che però li conduce nell'inferno di un'analisi appannata dal calore dell'emozione e della delusione. RR6 non scampa alle forche caudine di questa critica avvelenata, in cui è costretta a passare quasi tutta la prima leva di titoli xbox360. E' vero: per RR6 si applicano le attenuanti generiche della scarsa padronanza della nuova macchina, per le sue effettive risposte e i suoi limiti. Inoltre il periodo di gestazione è stato relativamente corto e senza intoppi: RR6 fu annunciato il 25 luglio 2005, in pratica a poco meno di cinque mesi di distanza dal lancio globale di xbox360. Last but not least: la versione usa-ntsc gira anche in formato pal.
Perché dunque le lacrime che rigavano il mio volto non provenivano dalla meraviglia ma dalla perplessità, a cui seguì subito un plumbeo sconforto? Dopo qualche ora di gioco mi sentivo come Philippe Marlowe a fissare il bicchiere vuoto accovacciato in un desolato bar notturno.
Io e la mia nuova, fiammeggiante amica bianca ci guardavamo negli occhi con lo sguardo di chi si aspettava ben altro, io che avevo pagato 82 euro e lei già silenziosa, spenta. La voce della mia coscienza si era impadronita della mia anima e l'unica, pressante domanda che arrivava alla mia gola era: "perché"? Perché disegnare tracciati anonimi e immobili, in cui il dettaglio è trascurabile? Perché creare veicoli dal design futuristico senza visuale interna e senza implementazione dei danni? Perché ancora quel dannato elicottero che svolazza là in cima? Erano tanti, troppi i perché senza risposta.
Qualcuno conosce Yoshi Niki? Ve lo presento io: è il responsabile di Namco per RR6. Ancora niente? Proviamo ora, citando le sue parole: "RR6 è concepito avendo in mente l'hardware della next-gen, e davvero sfrutta il potenziale dell'xbox360 per portare ai nostri fans la più soddisfacente delle esperienze di gioco". E non finisce qui: "RR6 promette di sviluppare il più alto livello di coinvolgimento e divertimento al franchise di Namco". Promessa non mantenuta. Attenzione: la struttura grafica è solida, senza incertezze e passi falsi. Ma non si percepisce alcuno sforzo per raggiungere un plusvalore che dovrebbe garantire xbox360. Inutile elencare le delusioni. Tutto pulito, tutto in ordine, tutto mediocre.
E l'audio? Basta! Dopo il no alla droga e alla violenza negli stadi, è ora di dire no alla musica di RR. La musica rischia di diventare rumore, mentre i rumori ambientali sono quasi sconosciuti. Che piacere ascoltare invece la voce stridente delle gomme nelle derapate! Troppo poco? Questo è ciò che offrono le corde di RR6. La pazienza è una gran bella virtù per chi può permettersela. Io ho ottantadue buone ragione per non averne più.
Ridge Racer 6
7
Voto
Redazione
Ridge Racer 6
Un titolo rivoluzionario? Neppure per sogno. Un titolo ad alto divertimento? Neanche. Un titolo che sfonda la barriera della next-gen? No. E allora? Ridge Racer 6 offre tantissimi tracciati, tante auto, un po' di sano divertimento, poca fantasia, pochissima innovazione. Risultato? I pochi pregi equilibrano i pochi difetti. Ineccepibile nella sua grafica ordinaria, e nelle sue tradizionali modalità di gioco, RR6 si lascia fregare da una grafica senza emozioni e senza dettaglio da next-gen e da un audio logorroico. Il voto finale è buono perché, almeno, la tradizione di ridge racer è rispettata anche se solo ripetuta.