Ridge Racer Unbounded
di
Giuseppe Schirru
É insolito un capitolo di Ridge Racer che non presenzi al lancio di qualche nuova console, é ancora più insolito e al limite dell'incomprensibile un capitolo di Ridge Racer che di Ridge Racer non ha proprio nulla. Namco-Bandai affida il lavoro sporco a BugBear, esperta di racing game fracassoni (artefice della serie FlatOut), e a quanto pare gli lascia carta bianca in quanto il risultato finale é tanto distante dai desideri di qualsiasi appassionato della serie quanto vicino ai pochi che desideravano ardentemente un cambio di rotta. Benché sia lecito domandarsi se i desideri di entrambi gli schieramenti collimassero, ecco accontentati questi ultimi nel modo più drastico e cinico possibile: reboot, tabula rasa, chiamatelo come vi pare. Di Ridge Racer intanto rimane poco, quasi nulla, perché Unbounded é un continuo incitamento al contatto quando le sacre regole di RR dicano che questo sia severamente vietato.
Ribadiamo il concetto: Unbounded, titolazione a parte, di Ridge Racer ha ben poco. Il metro di paragone sono i vari Burnout e compagnia cantante (FlatOut, Split Second), quindi collisioni a gogo, distruzione del fondale degna dell'intervento della protezione civile e, manco a dirlo, sistema di guida fortemente e volutamente arcade (ma qui nulla di nuovo), adrenalinico, istintivo. Cattivo, all'ennesima potenza. La vera protagonista della serie, la derapata, fortunatamente non é stata estromessa dalla produzione; torna anche stavolta ed é la moneta di scambio per ottenere il boost, il vostro unico alleato. Caricata l'apposita barra sarà possibile ottenere un incremento di velocità per superare gli agguerriti avversari in pista, utilizzarlo per scagliarsi contro questi ultimi e distruggerli (a mo' di Takedown con slow motion annesso e connesso) oppure ancora distruggere alcune parti del fondale preconfezionato (Split Second: Velocity docet). Nulla di particolarmente originale, insomma, almeno paragonato a quel che si trova su piazza, ma il tutto, specialmente sulle prime, funziona e diverte.
Nonostante la sua natura spiccatamente arcade, Unbounded presenta una curva di apprendimento particolarmente ripida, a tratti frustrante. Derapare significa stare in perenne bilico tra un deprimente testacoda e il violento schianto contro il muro esterno, una tecnica non semplicissima da padroneggiare e resa più ardua dal diverso comportamento delle varie vetture. Nonostante questo, che farà storcere il naso soprattutto ai neopatentati videoludici, il gameplay risulterà sulle prime divertente e adrenalinico, a tratti spettacolare e sicuramente gratificante. Subito dopo sarà però la volta della ripetitività. La modalità in single player é ambientata a Shatter Bay, location che altro non é che un raccoglitore d'oltre una sessantina di eventi caratterizzati da tracciati moderatamente ispirati e tipologie di gare che spaziano dal semplice arrivare tra i primi, all'arrivare tra i primi con annientamenti vari, finendo con le classiche corse contro il tempo e via dicendo. Non una grande varietà insomma, contando un totale di cinque varianti e le problematiche di alcuni tracciati che soffrono dell'effetto fotocopia, con alcune porzioni riciclate di troppo. E un parco vetture non certo strabiliante.
Tacendo di un'intelligenza degli avversari migliorabile (ma pur sempre agguerriti), ci si rende subitamente conto che in pista il grado di distruzione é veramente alto e che per portare a casa il primo posto bisogna combinare il più possibile le derapate con la distruzione degli avversari e degli elementi ad hoc del fondale. Se però abbiamo citato la ripetitività a lungo andare del single player, dobbiamo francamente ammettere che il lato multiplayer del titolo sia davvero squisito, a cominciare dalla presenza di un editor che permette la creazione di tracciati personalizzati dove scorrazzare e sfidare i nostro amici. Potremo creare da zero il nostro percorso e infilargli dentro tutte gli elementi del fondale con cui interagire, scorciatoie e solito carosello di rampe, barili, camion da far esplodere e chi più ne ha più ne metta. Una scelta pioneristica, vincente, e che fa risalire prepotentemente la durata di un prodotto altrimenti prossimo al ripostiglio prematuramente.
Dal punto di vista grafico Unbounded é sicuramente un titolo di spessore, per quanto il livello complessivo sia intaccato da alcuni difettucci sparsi qua e là, a cominciare da un frame rate che nelle fasi più concitate tentenna e cala rispetto alla media dei 30fps. Ottima é la realizzazione delle vetture (fasulle ma scimmiottate da modelli reali) e la realizzazione stilistica dei tracciati, meno buoni sono alcuni elementi del fondale (su tutti il traffico) e qualche texture stonata di troppo. Dal punto di vista sonoro invece ben poco da eccepire: solita vagonata di musica elettronico, pop e rockeggiante, condita da effetti sonori validi.
Il titolo é fuorviante, perché Unbounded di Ridge Racer non ha praticamente nulla. Bugbear inverte la rotta, e il fruitore si ritrova al cospetto di un racing game all'insegna della distruzione, fracassone, adrenalinico, arcade, dalla curva di apprendimento particolarmente ripida e sicuramente frustrante per novizi e affini. Troppo ripetitivo in solitaria, avvincente in multiplayer grazie a un pionieristico editor che, si spera, verrà implementato in futuro in altre produzioni. Alla fine della fiera però vien da chiedersi: che c'entra Ridge Racer?
Ribadiamo il concetto: Unbounded, titolazione a parte, di Ridge Racer ha ben poco. Il metro di paragone sono i vari Burnout e compagnia cantante (FlatOut, Split Second), quindi collisioni a gogo, distruzione del fondale degna dell'intervento della protezione civile e, manco a dirlo, sistema di guida fortemente e volutamente arcade (ma qui nulla di nuovo), adrenalinico, istintivo. Cattivo, all'ennesima potenza. La vera protagonista della serie, la derapata, fortunatamente non é stata estromessa dalla produzione; torna anche stavolta ed é la moneta di scambio per ottenere il boost, il vostro unico alleato. Caricata l'apposita barra sarà possibile ottenere un incremento di velocità per superare gli agguerriti avversari in pista, utilizzarlo per scagliarsi contro questi ultimi e distruggerli (a mo' di Takedown con slow motion annesso e connesso) oppure ancora distruggere alcune parti del fondale preconfezionato (Split Second: Velocity docet). Nulla di particolarmente originale, insomma, almeno paragonato a quel che si trova su piazza, ma il tutto, specialmente sulle prime, funziona e diverte.
Nonostante la sua natura spiccatamente arcade, Unbounded presenta una curva di apprendimento particolarmente ripida, a tratti frustrante. Derapare significa stare in perenne bilico tra un deprimente testacoda e il violento schianto contro il muro esterno, una tecnica non semplicissima da padroneggiare e resa più ardua dal diverso comportamento delle varie vetture. Nonostante questo, che farà storcere il naso soprattutto ai neopatentati videoludici, il gameplay risulterà sulle prime divertente e adrenalinico, a tratti spettacolare e sicuramente gratificante. Subito dopo sarà però la volta della ripetitività. La modalità in single player é ambientata a Shatter Bay, location che altro non é che un raccoglitore d'oltre una sessantina di eventi caratterizzati da tracciati moderatamente ispirati e tipologie di gare che spaziano dal semplice arrivare tra i primi, all'arrivare tra i primi con annientamenti vari, finendo con le classiche corse contro il tempo e via dicendo. Non una grande varietà insomma, contando un totale di cinque varianti e le problematiche di alcuni tracciati che soffrono dell'effetto fotocopia, con alcune porzioni riciclate di troppo. E un parco vetture non certo strabiliante.
Tacendo di un'intelligenza degli avversari migliorabile (ma pur sempre agguerriti), ci si rende subitamente conto che in pista il grado di distruzione é veramente alto e che per portare a casa il primo posto bisogna combinare il più possibile le derapate con la distruzione degli avversari e degli elementi ad hoc del fondale. Se però abbiamo citato la ripetitività a lungo andare del single player, dobbiamo francamente ammettere che il lato multiplayer del titolo sia davvero squisito, a cominciare dalla presenza di un editor che permette la creazione di tracciati personalizzati dove scorrazzare e sfidare i nostro amici. Potremo creare da zero il nostro percorso e infilargli dentro tutte gli elementi del fondale con cui interagire, scorciatoie e solito carosello di rampe, barili, camion da far esplodere e chi più ne ha più ne metta. Una scelta pioneristica, vincente, e che fa risalire prepotentemente la durata di un prodotto altrimenti prossimo al ripostiglio prematuramente.
Dal punto di vista grafico Unbounded é sicuramente un titolo di spessore, per quanto il livello complessivo sia intaccato da alcuni difettucci sparsi qua e là, a cominciare da un frame rate che nelle fasi più concitate tentenna e cala rispetto alla media dei 30fps. Ottima é la realizzazione delle vetture (fasulle ma scimmiottate da modelli reali) e la realizzazione stilistica dei tracciati, meno buoni sono alcuni elementi del fondale (su tutti il traffico) e qualche texture stonata di troppo. Dal punto di vista sonoro invece ben poco da eccepire: solita vagonata di musica elettronico, pop e rockeggiante, condita da effetti sonori validi.
Il titolo é fuorviante, perché Unbounded di Ridge Racer non ha praticamente nulla. Bugbear inverte la rotta, e il fruitore si ritrova al cospetto di un racing game all'insegna della distruzione, fracassone, adrenalinico, arcade, dalla curva di apprendimento particolarmente ripida e sicuramente frustrante per novizi e affini. Troppo ripetitivo in solitaria, avvincente in multiplayer grazie a un pionieristico editor che, si spera, verrà implementato in futuro in altre produzioni. Alla fine della fiera però vien da chiedersi: che c'entra Ridge Racer?
Ridge Racer Unbounded
7.5
Voto
Redazione
Ridge Racer Unbounded
Il titolo é fuorviante, perché Unbounded di Ridge Racer non ha praticamente nulla. Bugbear inverte la rotta, e il fruitore si ritrova al cospetto di un racing game all'insegna della distruzione, fracassone, adrenalinico, arcade, dalla curva di apprendimento particolarmente ripida e sicuramente frustrante per novizi e affini. Troppo ripetitivo in solitaria, avvincente in multiplayer grazie a un pionieristico editor che, si spera, verrà implementato in futuro in altre produzioni. Alla fine della fiera però vien da chiedersi: che c'entra Ridge Racer?