Ridge Racer Vita

di Roberto Vicario
Esistono delle certezze nella vita, ognuno ne ha almeno un paio. Sony stessa, da sempre, ne ha una. Non c'é stato infatti lancio di una console della casa giapponese che non abbia visto l'uscita, in contemporanea, di un capitolo ispirato alla famosa saga racing arcade di Namco. Poteva l'uscita di Playstation Vita rompere questa abitudine? Certo che no! Eccoci quindi a parlarvi di quello che già ad oggi può essere tranquillamente bollato come il capitolo più controverso in assoluto da quando il brand é nato.



Pay per Play
Inutile girarci attorno o cercare di addolcire una pillola che sicuramente lascerà un gusto decisamente amaro a chi é fan di Ridge Racer. Come già annunciato prima dell'uscita e come molto di voi avranno sicuramente notato acquistando il gioco al lancio, il titolo utilizza una formula decisamente atipica e già provata da altri publisher come ad esempio THQ con il suo MX vs ATV.
Questa scelta consiste nel lasciare al giocatore la possibilità di costruirsi in totale autonomia il gioco, comprando dei DLC che andranno a comporre il parco macchine, le piste e immaginiamo anche le modalità di gioco.
All'interno del pacchetto base, oltre alle modalità su cui si fonda tutta l'esperienza di gioco e delle quali vi parliamo tra poco, avremo un numero davvero risicato di macchine, 5 per la precisione, e un'altrettanta esigua scelta di piste - tre - su cui cimentarci nelle infinite derapate che hanno reso famosa la serie.
L'idea, in linea del tutto teorica, potrebbe anche essere valida se non fosse per la presenza di starter pack troppo povero di contenuti, venduto tra l'altro ad un prezzo decisamente elevato (30 Euro). Con un pelo di lungimiranza in più, si poteva puntare ad un prezzo inferiore in termini di entry level e lasciare poi al giocatore la scelta di spendere i proprio euro nei contenuti a lui più graditi. Così facendo, invece, ci troviamo ad avere tra le mani un prodotto povero, una sorta di DLC pagato in versione maggiorata al quale bisogna aggiungere ulteriore denaro per essere perfezionato e arricchito di contenuti.

In gara con il mondo intero
A fomentare ancora più il rammarico, c'é una struttura di gioco che tutto sommato intriga, grazie ad un vocazione totale verso il gaming online ma ben congegnata e stimolante per il giocatore. All'inizio della nostra esperienza il gioco ci chiederà di entrare a far parte di uno dei quattro team presenti. Una volta scelto, noi insieme a tutti gli altri giocatori sparsi per il mondo che hanno fatto la stessa scelta, dovremo contribuire a farlo svettare vincendo gare su gare e stabilendo più podi possibili. Ogni nostro risultato sarà, infatti, registrato all'interno di una sorta di leaderboard mondiale che continua a variare non solo in base ai nostri piazzamenti ma anche, ovviamente, in base a quelli stabiliti da nostri virtuali compagni di team.



Le modalità di gioco per quanto riguarda la componente online sono principalmente tre: battaglia fantasma, online e testa a testa. La prima modalità, come suggerisce il nome, ci dà la possibilità di scaricare sulla nostra console i ghost avversari per cercare di battere il loro tempo e guadagnare punti. Nella seconda ci troveremo ad affrontare i canonici sette avversari in una gara all'ultima sgommata. L'ultima sfrutta le potenzialità della connessione ad hoc della console per imbastire sfide con i proprio amici che si trovano magari a pochi metri da noi.
Stranamente, gli sviluppatori hanno deciso di dare un tono decisamente minore a quella che é la componente singolo giocatore. Non é, infatti, presente alcuna modalità campionato o simili. Potremo semplicemente cimentarci in gare singole abbastanza asettiche contro l'intelligenza artificiale, oppure nell'ancor più classico time attack in cui l'unico scopo é ovviamente quello di limare secondi ad ogni giro. Per quanto ben sviluppata e sicuramente intrigante, la modalità multi giocatore ci é sembrata un po troppo povera per giustificare l'assenza di una corposa variante singolo giocatore, fatto questo che tanto i fan più accaniti della serie quanto coloro che non amano particolarmente il gioco online potrebbero alfine non apprezzare.

Regola numero uno: derapare
Fortunatamente, sotto l'aspetto ludico il titolo sembra sia rimasto fedele al concetto originale della serie, che propone la classica guida estremamente arcade e che predilige lunghissime e irreali derapate piuttosto che una guida pulita ma aggressiva. Avremo come sempre la classica barra di nitro da caricare, utile per aumentare la velocità per un determinato numero di secondi. Inoltre, vittoria dopo vittoria sarà possibile sbloccare nuovi livelli di esperienza e denaro, utili per migliorare alcune delle statistiche dell'auto selezionata.
Assolutamente impalpabili i comandi touch, aggiunti unicamente come vezzo ad un gameplay che detto fuori dai denti non sente la necessità di apportare ne un'evoluzione ne tanto meno una vera e propria rivoluzione.



Discorso diverso per quanto riguarda, invece, il comparto tecnico, che mostra diversi alti e bassi. La pochezza di dettagli per quanto riguarda il bordo pista ed un aliasing abbastanza tangibile sono controbilanciati da un cura abbastanza marcata dei modelli delle auto e da un frame rate che si dimostra assolutamente stabile anche nei momenti più concitati, anche se in generale si può tranquillamente affermare che per la prima volta in assoluto l'impatto visivo del titolo non colpisce come in passato. Un po povera é, invece, la soundtrack che, in linea con tutto il resto del gioco, contiene appena 7 tracce ( saranno a pagamento anche quelle?) di discreta qualità.
Tirando le somme non possiamo proprio promuovere questa versione per Playstation Vita di Ridge Racer. La pochezza di contenuti, la totale assenza di un valido comparto singolo giocatore e un prezzo davvero troppo alto per la quantità proposta al suo interno. Persino i fan più accaniti della serie potrebbero storcere il naso davanti a questa ultima incarnazione di Ridge Racer.